Germania, ennesimo scandalo

La notizia risale a più di due mesi fa, io avevo prontamente fatto un video a riguardo, il 7 settembre scorso infatti pubblicavo un video che titolavo

La notizia risale a più di due mesi fa, io avevo prontamente fatto un video a riguardo, il 7 settembre scorso infatti pubblicavo un video che titolavo “La Germania trucca i conti”.

E’ bene subito ricordare che la Germania, nonostante la fama di Paese virtuoso, è abbastanza avvezza a scandali e non di poco conto.

Lo scandalo era stato evidenziato dalla Corte dei Conti tedesca che aveva fatto notare come il Governo tedesco avesse dichiarato un deficit pari a 16,6 miliardi mentre nella realtà il deficit, per la Corte dei Conti, risultava di 85,7 miliardi, di conseguenza il rapporto deficit su Pil, che il Governo aveva dichiarato fosse dello 0,4% doveva essere rettificato e risultare il 2,4%.

Insomma ballavano circa 70 miliardi di euro, che non sono pochi, ma nella realtà lo scandalo è di ben altre proporzioni.

L’aspetto senza dubbio positivo è che questo scandalo è stato evidenziato da un’Istituzione interna, la Corte dei Conti, visto che l’Europa non si era accorta di nulla, eppure stiamo parlando di una cifra stratosferica, la bellezza di 869 miliardi di euro, tanto per avere un raffronto stiamo parlando di circa un terzo del loro debito pubblico.

In pratica quei 70 miliardi erano solo la punta dell’iceberg.

L’accusa nei confronti del Governo di Olaf Scholz è decisamente tecnica, ma cercherò, per quanto possibile, di rendere il tutto comprensibile.

In pratica impegni finanziari pluriennali assunti dal Governo tedesco sono stati trasferiti in veicoli finanziari speciali, ossia all’interno di società create con il preciso scopo di redistribuire una massa di crediti tra un’ampia gamma di investitori.

Questa operatività è in netto e totale contrasto con le regole europee, ed a sostenere questa tesi è proprio la Corte dei Conti tedesca secondo la quale quei fondi devono invece essere contabilizzati nelle finanze pubbliche.

Quindi diverse spese non sono state registrate come debito pubblico in quanto il Governo, ufficialmente, attingeva a fondi esterni al bilancio federale, tra cui un fondo speciale per potenziare le Forze armate di 100 miliardi, 60 miliardi per raggiungere gli obiettivi climatici, 200 miliardi per la riconversione energetica. Solo per citare alcune poste.

Dopo che la Corte dei Conti tedesca si è mossa ecco che si è svegliata anche Bruxelles, ma guarda un po’! Buongiorno!

Un portavoce della Commissione Europea ha rimarcato che è assolutamente vietato utilizzare “fondi speciali” per escludere spese che devono invece rientrare all’interno del deficit pubblico.

Queste le testuali parole pronunciate dal portavoce della Commissione europea “Nel rispetto delle regole di bilancio da parte degli Stati membri, non è possibile per alcun Paese membro escludere qualsivoglia particolare spesa dal deficit utilizzando metodi ad hoc, per esempio attraverso l’uso di fondi speciali”.

Quindi ha proprio citato l’uso, anzi, l’abuso di “fondi speciali” da parte della Germania.

Nella bufera più del Cancelliere Scholz c’è finito il severissimo ed apparentemente integerrimo Ministro delle Finanze, Christian Lindner.

Lindner infatti è personaggio che in patria è persino più noto del Cancelliere, eletto deputato a trent’anni, nello stesso anno è stato eletto Segretario Federale del Partito Liberale ed a 34 anni ne è diventato Presidente, carica che riveste da dieci anni, possiamo quindi dire che in politica è stato un enfant prodige.

Gli è sempre stata riconosciuta una assoluta integrità morale, è considerato un falco, l’emblema del politico rigoroso, severo, ma al tempo stesso integerrimo.

Ebbene colto con le mani nella marmellata ha cercato di difendersi, in maniera che definirei puerile, Lindner infatti si è difeso dicendo che “periodi di emergenza richiedono interventi d’emergenza”.

Insomma come se dicesse l’ho fatto perché pressato dall’urgenza, queste le sue parole «le misure di crisi, in particolare, sono generalmente grandi in termini di volume ma limitate nel tempo, come il freno ai prezzi del gas e dell’elettricità».

Insomma del tipo, l’ho fatto, ma non lo faccio più, ero in una situazione emergenziale ed ho dovuto agire bordeline, ma adesso stiamo uscendo dalla fase di emergenza.

Lindner ha così parlato dell’impegno che il Governo tedesco deve rispettare, essendo sancito dalla Costituzione, ossia il freno al debito, per rimanere nel parametro di Maastricht.

Ovviamente le opposizioni hanno severamente criticato il Ministro delle Finanze, Mathias Middelberg, vicecapogruppo della Cdu, ha dichiarato:

«Christian Lindner si vanta di rispettare il freno al debito e di tornare alla normalità delle finanze pubbliche. Purtroppo, nessuna delle due affermazioni è vera».

Ed ora che si deve concordare il nuovo Patto di Stabilità e crescita dovremmo chiederci con quale credibilità Berlino può presentarsi da “falco”.

Insomma, mi verrebbe da chiosare: se i maestri sono questi, meglio rimanere autodidatti.

Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti
Giancarlo Marcotti è laureato in Scienze Statistiche ed Economiche all’Università di Padova. Nella sua attività professionale ha collaborato con importanti Istituti Finanziari, ricoprendo diversi ruoli. Giancarlo Marcotti è Direttore Responsabile di Finanza In Chiaro, oltre che curatore della rubrica I Mercati e redattore della sezione portafoglio nella quale, giornalmente, riporterà le scelte di investimento effettuate. Giancarlo Marcotti cura la trasmissione Mondo e Finanza su Youtube di Money.it.
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