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Rinnovo ISEE e RdC: attenzione a questi obblighi!

Gennaio 2022 è piuttosto importante in termini di scadenze, in particolare per i cittadini italiani che percepiscono il reddito di cittadinanza, l’RdC, è fondamentale procedere con l’obbligo di rinnovo dei dati relativi all’ISEE, ovvero al valore relativo al nucleo famigliare.

Per chi non lo sapesse, l’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ed è importantissimo per poter ottenere e continuare a beneficiare di diversi pagamenti e erogazioni a favore delle famiglie italiane, come riporta anche Notizieora.it:

“L’indicatore risulta uno strumento indispensabile per poter usufruire di diverse prestazioni sociali, aiuti, sussidi e agevolazioni.”

L’ISEE serve a individuare la situazione economica specifica del nucleo famigliare, e prende in considerazione non solamente il componente della famiglia che lavora stabilmente, ma prende in considerazione l’intero nucleo, anche tutti gli altri componenti. Nell’eventualità in cui a lavorare nella stessa famiglia siano più persone, prende in considerazione tutti i redditi cumulati.

L’ISEE è importantissimo per poter accedere a diverse nuove misure e bonus, come ad esempio l’Assegno Unico che da quest’anno verrà corrisposto alle famiglie italiane con figli, ma anche per mantenere sostegni già presenti in precedenza, e non rischiare così di perderli, come il reddito di cittadinanza (RdC).

Ecco come fare per aggiornare la propria situazione ISEE attuale, per continuare a beneficiare dei diversi bonus e sostegni al reddito garantiti dallo stato.

ISEE 2022: a quale anno si riferisce?

Forse non tutti sanno che l’ISEE che viene calcolato nel 2022 non si riferisce alla situazione economica del nucleo famigliare nel momento presente, ma fa riferimento alla situazione documentata, anche grazie al supporto di diverse informazioni, riferita ai due anni precedenti.

Questo significa che la famiglia che intende calcolare l’ISEE attuale per poter chiedere particolari agevolazioni, o per continuare a ricevere quelle spettanti, dovrà provvedere a documentarsi su tutti i redditi percepiti durante due anni precedenti, ovvero dal 2020 al 2021. Ma talvolta possono servire anche informazioni relative agli anni precedenti ancora.

Risulta particolarmente importante in questi ultimi anni procedere al calcolo della situazione economica della famiglia per poter avere accesso a diversi tipi di sostegni economici che lo stato corrisponde di conseguenza all’arrivo della pandemia e dell’emergenza sanitaria, incluso l’RdC.

Con l’emergenza infatti lo stato ha introdotto e potenziato numerosi bonus e sostegni già presenti in precedenza, oppure ha garantito bonus specifici per determinate categorie di lavoratori, e per le famiglie. Risulta importantissimo quindi dichiarare tramite un calcolo dell’ISEE la propria condizione reddituale e patrimoniale, in modo da poter avere eventualmente accesso ad alcune misure per il reddito interessanti.

L’ISEE 2022 di fatto è un numero che fa riferimento a tutto ciò che la famiglia ha prodotto come reddito, ovvero alle entrate economiche (di tutti i componenti della famiglia) derivate da: un lavoro di tipo dipendente, ovvero un lavoro per conto di un’impresa o un’azienda, un lavoro di tipo autonomo, ovvero svolto autonomamente, oppure entrate economiche di altro tipo, come ad esempio derivate da rendite di vario genere.

Per poter procedere al calcolo dell’ISEE per il rinnovo 2022 è necessario avere con sé tutta la documentazione che prova l’esistenza di un determinato lavoro, la cumulabilità di un reddito, ma anche eventuali spese a carico della famiglia. L’ISEE infatti tiene anche conto delle uscite economiche complessive, oltre che delle entrate.

Calcolo ISEE 2022: cosa serve?

Molti si chiedono cosa serve per poter effettuare un calcolo per il nuovo ISEE, del 2022. Va ricordato che è obbligatorio presentare questo dato per accedere a molti benefici in termini di sostegno economico, come l’RdC, ma in ogni caso ci si può far aiutare da diversi soggetti abilitati per il calcolo dell’ISEE.

Si tratta di centri CAF, dell’ente previdenziale, di commercialisti abilitati e similari, che possono procedere al calcolo del valore corretto per la famiglia in questione, ma non prima che la stessa abbia consegnato tutta la documentazione necessaria per procedere. Se viene dimenticato anche solo uno dei documenti necessari per presentare queste informazioni, è possibile incorrere in errori anche gravi nel calcolo.

Fondamentale per ottenere l’ISEE aggiornato è la Dichiarazione Sostitutiva Unica, che contiene tutte le informazioni di carattere anagrafico di ogni componente della famiglia, ed è un documento che contiene anche tutti i dati relativi alle entrate economiche della famiglia e alla situazione patrimoniale, ovvero a ciò che la famiglia possiede in termini di patrimonio.

Questo documento si deve compilare con tutte le informazioni strettamente specifiche della famiglia, ed è importantissimo per provvedere al calcolo dell’ISEE.

Insieme a questo documento, e ai documenti di riconoscimento dei soggetti interessati, come la Carta di Identità, è opportuno disporre anche di un documento 730, oppure di una Certificazione Unica che riportano le informazioni relative al lavoro dei componenti della famiglia.

Questa informazione è una delle principali per stabilire correttamente l’ISEE, perché riporta nel dettaglio quali sono le entrate economiche di tutta la famiglia, e il riferimento in questo caso è all’anno 2020. Si può anche procedere con un ISEE più aggiornato (detto “ISEE corrente“) nel caso in cui uno o più componenti della famiglia avessero cambiato drasticamente il proprio lavoro, riducendo o aumentando di molto il proprio reddito.

Nel caso di lavoratori autonomi, serve altra documentazione che attesta l’effettivo svolgimento di questo lavoro, solitamente collegato ad una Partita Iva. Ma oltre ai dati sul lavoro, è bene presentare anche tutte le informazioni su possedimenti, di immobili o di veicoli, da includere per il calcolo ISEE.

Calcolo ISEE 2022: spese e documenti

Non va dimenticato che oltre alle informazioni relative alle entrate economiche, è possibile presentare anche tutti i dati relativi alle spese della famiglia. Si può presentare per esempio una panoramica dei pagamenti relativi al canone di affitto, da cui individuare le spese per la casa di prima abitazione.

Oppure è importante presentare tutte quelle che sono state le informazioni presentate durante le dichiarazioni dei redditi, per individuare eventuali famigliari a carico. L’ISEE vuole conoscere anche la cifra contenuta nel conto corrente dei componenti della famiglia, e così via.

Per poter avere un’anteprima relativa al risultato del calcolo ISEE è anche possibile, grazie ai più recenti sistemi telematici, fare un test al sito ufficiale INPS, a questo link. Di fatto si tratta di un simulatore che può garantire ai cittadini una prova relativa a quale sarà il risultato dell’ISEE della famiglia.

Questo strumento può essere utile nel caso in cui per esempio si è in dubbio sulla possibilità di ricevere un determinato sostegno economico o bonus proposto dallo stato o erogato dall’ente previdenziale. In questo caso è possibile svolgere un calcolo sommario della situazione specifica della famiglia, per conoscere la possibilità di accesso ad una misura piuttosto che ad un’altra.

Va ricordato che per procedere sia nella simulazione sia nel calcolo effettivo è possibile rivolgersi in modo gratuito ad un centro CAF o tramite INPS, non sono previsti costi da pagare per provvedere a questo calcolo, come conferma Businessonline.it:

“Rivolgendosi a Caf, patronati o scegliendo la procedura online Inps, per il calcolo Isee 2021 non è previsto alcun costo e tutto è completamente gratuito.”

Inoltre i servizi sono senza spesa per il cittadino, se svolti presso questi enti preposti. Tuttavia è necessario avere con sé tutta la documentazione necessaria, prima di poter procedere.

ISEE 2022: per quali misure è obbligatorio

Per il 2022 molte misure di sostegno al reddito vengono introdotte e molte altre continuano ad essere applicate, dove previsto. Il calcolo della situazione reddituale risulta essere particolarmente necessario per alcuni bonus, mentre per altri non è indispensabile.

Un esempio è l’Assegno Unico, ovvero la misura che presto sarà disponibile per moltissime famiglie italiane con figli. Si tratta di un pagamento mensile che verrà garantito a tutte le famiglie con figli fino all’età di 21 anni, in base alla situazione reddituale complessiva.

Trattandosi di un supporto economico aggiuntivo, rivolto esclusivamente ai figli, è importante che sia presentata una corretta raffigurazione della situazione economica, per poter stabilire la cifra da erogare ogni mese.

In questo caso l’ISEE è necessario, ma non obbligatorio: questo perché l’Assegno Unico si può ricevere anche senza presentare questo dato, ma la misura di sostegno reddituale sarà la minore possibile. Per questo motivo conviene procedere al calcolo di questo dato, in modo da garantire la corretta ricezione dell’importo spettante.

Oltre a questo sostegno, l’indicatore ISEE della famiglia specifica è necessario anche per poter continuare a ricevere uno dei sostegni più discussi di questo periodo, ovvero il reddito di cittadinanza. L’RdC viene corrisposto a tutti i cittadini italiani che si trovano senza un’occupazione lavorativa, e che secondo requisiti ne hanno diritto di accesso.

Per queste persone è possibile continuare a ricevere il sostegno solamente se viene calcolato correttamente e presentato il valore ISEE della famiglia nel completo. La scadenza a questo proposito è piuttosto vicina: si parla del 31 gennaio 2022. Chi non provvede al ricalcolo potrà perdere presto il sostegno economico garantito dall’RdC.

Per evitare inconvenienti è sempre buona norma informarsi preventivamente chiedendo il supporto ad esempio di un centro CAF o informandosi tramite ente previdenziale INPS che si occupa delle erogazioni dei sostegni al reddito. L’RdC è una misura riconfermata per il 2022, per cui molti attendono le erogazioni, soprattutto nel momento di crisi economica seguito dalla pandemia. Per questo motivo i tempi stringono per provvedere al calcolo dell’ISEE.

Bonus a fondo perduto: dal 20/01 partono le domande! Per chi

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Mancano ormai pochissimi giorni prima dell’avvio della procedura telematica predisposta per poter ottenere l’accesso al nuovo contributo a fondo perduto introdotto per la prima volta in seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Sostegni bis.

Effettivamente, si tratta dell’applicazione di una nuova misura approvata già da parte della squadra dell’esecutivo italiano, attualmente guidata dal premier Mario Draghi, il cui obiettivo è quello di riuscire a supportare maggiormente i cittadini e le imprese che operano nel territorio nazionale. 

A questo proposito, questa nuova tipologia di contributo a fondo perduto, le cui domande potranno iniziare ad essere presentate a partire dalla data del 20 gennaio, mira quindi ad aiutare soprattutto quelle imprese che sono state coinvolte purtroppo dalle conseguenze disastrose dal punto di vista non solo sanitario ma anche economico, legate all’emergenza epidemiologica del Coronavirus.

In questo contesto, quindi, è chiaro che per poter comprendere effettivamente quali sono le categorie di imprese e di aziende che potranno sperare di poter accedere al riconoscimento dei nuovi contributi a fondo perduto previsti da parte del Governo Draghi, occorre necessariamente approfondire tutte le disposizioni normative introdotte finora.

Dunque, in questo senso, all’interno del seguente articolo saranno forniti ulteriori dettagli in merito al nuovo contributo a fondo perduto previsto dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Nei prossimi paragrafi, quindi, sarà ripreso brevemente il contesto ed il quadro normativo entro cui si pone il contributo a fondo perduto per le birrerie artigianali, per poi procedere con il riepilogo delle caratteristiche e degli aspetti peculiari di tale bonus. 

Le caratteristiche del nuovo bonus a fondo perduto da avere dal 20/01

Il contributo a fondo perduto, la cui procedura legata alla presentazione delle istanze predisposta da parte del Governo prenderà avvio a partire dalla data del 20 gennaio 2022, rappresenta una misura particolarmente vantaggiosa, indirizzata ad una specifica platea di cittadini e di imprese italiane.

Effettivamente, tale agevolazione viene riconosciuta nei confronti di birrifici artigianali, a seguito dell’apposita trasmissione della documentazione necessaria da parte di coloro i quali sono intenzionati ad ottenere il beneficio.

Questo contributo a fondo perduto assumerà effettivamente un importo sulla base del volume di birra che viene complessivamente preso in carico e registrato all’interno del registro della birra condizionata così come anche nel registro annuale di magazzino, in riferimento all’anno 2020.

Contributi a fondo perduto: il quadro normativo di riferimento 

Quando si parla del nuovo contributo a fondo perduto destinato a quelle imprese italiane che operano nel contesto nazionale e producono birre artigianali, occorre innanzitutto fare riferimento all’articolo 68-quater relativo al decreto-legge 25 maggio 2021, numero 73

Si tratta del decreto-legge in cui sono state contenute delle misure urgenti correlate all’emergenza epidemiologica da Coronavirus, in favore delle imprese, del lavoro, dei giovani, della salute nonché dei servizi territoriali, il quale è stato poi convertito, con modificazioni, dalla più recente legge del 23 luglio 2021, numero 106.

Il nuovo contributo a fondo perduto per le imprese produttrici di birre artigianali rappresenta una delle misure principali che sono state contenute all’interno del recente decreto direttoriale avvenuto in data 12 gennaio 2022

A questo proposito, si tratta di un decreto attraverso cui sono state effettivamente stabilite le procedure nonché le modalità che dovranno essere necessariamente rispettate da parte delle imprese che intendono accedere a tale agevolazione. 

Inoltre, quando si parla del contributo a fondo perduto per le imprese produttrici di birre artigianali, occorre fare riferimento anche al decreto direttoriale pubblicato in data 23 dicembre 2021, in cui sono state fornite ulteriori specificazioni in merito al contributo a fondo perduto per le imprese.

Chi può richiedere il contributo a fondo perduto dal 20 gennaio 

Il nuovo contributo a fondo perduto gestito da parte del Ministero dello Sviluppo Economico è un’agevolazione che è stata prettamente indirizzata al fine di supportare economicamente una determinata platea di imprese, che dovranno quindi rispondere a specifiche condizioni. 

In particolare, questa agevolazione del contributo a fondo perduto è indirizzata ai birrifici che rispondono alle disposizioni contenute all’interno dell’articolo 2, comma 4-bis della legge del 16 agosto 1962, numero 1354

A questo proposito, occorre poi fare riferimento anche al volume di birra che viene complessivamente preso in carico nel registro annuale di magazzino oppure nel registro della birra condizionata, sulla base della dichiarazione riepilogativa, secondo quanto disposto dal decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 giugno 2019, numero 138, in particolare all’articolo 8, comma 2.

Quando si parla di imprese produttrici di birra artigianale, si fa riferimento ad un prodotto che viene effettivamente realizzato da parte di birrifici indipendenti, i quali non procedono quindi alle fasi e ai processi di microfiltrazione e di pastorizzazione.

In questo senso, inoltre, per poter effettivamente accedere al contributo a fondo perduto previsto dal Ministero dello Sviluppo Economico, è necessario che i birrifici indipendenti utilizzino effettivamente degli impianti fisicamente distinti da quelli degli altri birrifici, oltre che anche indipendenti dal punto di vista economica e legale. Infine, occorre anche che le imprese birrifici italiane operino con una propria licenza di utilizzo legato al diritto della proprietà immateriale. 

Un’ulteriore precisazione riguarda il fatto che, al momento della compilazione della domanda, l’impresa richiedente dovrà anche dichiarare di non trovarsi in condizioni di difficoltà economica così come definite dall’articolo 2, punto 18 del regolamento europeo numero 651/2014 della Commissione approvato il 17 giugno 2014.

Come cambiano gli importi del nuovo contributo a fondo perduto per i birrifici

Per quanto riguarda gli importi del contributo a fondo perduto disposto per i birrifici artigianali predisposto da parte della squadra di Governo guidata da Mario Draghi, questi saranno gestiti sulla base delle caratteristiche dell’impresa. 

A questo proposito, il Ministero dello Sviluppo Economico ha previsto lo stanziamento di un fondo pari a 10 milioni di euro, il quale va a costituire le risorse su cui verranno gestite le pratiche volte all’ottenimento del contributo a fondo perduto.

In tal senso, è necessario anche precisare che per l’erogazione ed il versamento dell’agevolazione sarà fatto riferimento un contributo di importo fissato al valore di 0,23 centesimi per ogni litro di birra artigianale che viene prodotta e presa in carico all’interno del registro annuale di magazzino alla data del 2020 oppure all’interno del registro della birra condizionata.

Come fare domanda per i contributi a fondo perduto dal 20/01

A partire dalle ore 12 della giornata di giovedì 20 gennaio 2022, le imprese di birra artigianale che rispondono agli specifici requisiti richiesti, potranno cominciare a presentare la domanda per ottenere il nuovo contributo a fondo perduto.

A questo proposito, occorre evidenziare che, secondo quanto sottolineato dallo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, al quale compete il ruolo di verifica e di accoglimento delle domande, bisogna considerare anche la data di scadenza entro cui dovranno essere presentate le istanze. In questo senso, il termine ultimo è quello del 18 febbraio 2022, alle ore 12.

Per poter trasmettere correttamente la domanda da parte delle imprese e dai birrifici in possesso di tutti i requisiti richiesti, sarà necessario fornire tutti i documenti richiesti, inviandoli direttamente attraverso la posta elettronica certificata, la cosiddetta PEC.

In questo senso, l’istanza che dovrà essere firmata digitalmente da parte del rappresentate legale del richiedente, potrà essere trasmessa nei confronti del seguente indirizzo di riferimento: [email protected], predisposto da parte del Ministero dello Sviluppo Economico appositamente per la gestione di tali istanze.

Inoltre, affinché la domanda venga accolta correttamente, sarà anche necessario che le imprese richiedenti provvedano al versamento dell’imposta di bollo, da conservare in originale presso la sede dell’impresa, nei casi in cui si verificheranno eventuali verifiche. 

Quali sono i documenti necessari per richiedere il fondo perduto

All’interno del decreto direttoriale 12 gennaio 2022 sono state effettivamente fornite ed approfondite tutte le indicazioni in riferimento alle modalità e alle procedure che dovranno essere seguite per poter procedere con la presentazione delle istanze da parte delle imprese che intendono ottenere il contributo a fondo perduto.

A questo proposito, oltre a comprendere le date di apertura e di chiusura della procedura telematica, è necessario anche capire quali sono gli allegati che dovranno essere necessariamente trasmessi direttamente attraverso la posta elettronica certificata.

Un primo allegato, riguarda il modulo di istanza, un documento disponibile non soltanto in formato pdf ma anche in quello docx. All’interno di tale modulo, sarà necessario che il cittadino provveda alla compilazione di tutti i dati legati sia al soggetto richiedente (codice fiscale, forma giuridica, indirizzo, codice attività, partita IVA), che al firmatario dell’istanza (nome, cognome, data di nascita, codice fiscale), ma anche il referente da contattare.

In questo senso, il richiedente è anche tenuto a dichiarare di essere regolarmente iscritto al Registro delle imprese, di non essere destinatario di alcuna sanzione interdittiva ma anche di trovarsi nel pieno esercizi dei propri diritti.

Infine, i due ulteriori documenti che dovranno essere necessariamente trasmessi da parte delle imprese che intendono ottenere il contributo a fondo perduto sono quelli legati da un lato all’informativa sul trattamento dei dati personali, dall’altro agli Oneri informativi.

Bond oggi: Btp in ipervenduto. Da dove ripartirà il buy

Un movimento ben guidato improntato al “sell” ha avuto il sopravvento sul fronte dei Btp, con il rendimento del decennale salito in maniera progressiva oltre l’1,3%. Flessioni delle quotazioni si sono registrate però anche su tutti gli altri fronti dei governativi dell’area euro. Il trend quindi – al contrario di quanto sostiene chi guarda solo alle vicende di casa nostra – è abbastanza generalizzato, con il Bund tedesco a dieci anni riapparso vicino a livello zero, l’Oat francese risalito al positivo 0,36% e il Bono spagnolo addirittura allo 0,65%. Inevitabile il sopravvento così delle indicazioni di vendere per il Btp su tutte le diverse periodicità di analisi tecnica, dall’intraday al daily e infine al monthly. È intanto scattato però un segnale di ipervenduto, da cui partirà un rimbalzo.

Il sobbalzino del future

Il derivato “long term” è sceso la settimana scorsa al minimo di 145,12, su livelli che non toccava da maggio. Si è così determinato un nuovo supporto nell’area dei 145 attorno a cui si è mosso negli ultimi giorni con un fallito tentativo di “upside”. Solo una risalita netta sopra i 146,3 e verso i 148 invertirebbe il trend, sebbene la media mobile a 200 sedute sia improntata negativamente. Le indicazioni più chiare le fornisce comunque il future “short term”, preciso nell’identificare l’alternanza delle fasi: per ora resta sul “sell” (chiusura ieri a 112,98) ma basterebbe una salita sopra i 113,1 per far riapparire l’avviso di “buy”.

Sulle singole emissioni

Il Btp 2,15% 2072 (Isin IT0005441883) ha riprodotto con fedeltà il movimento del future “long” chiudendo ieri a 91,51 euro con volatilità in aumento. Una risalita oltre i 93,4 ridarebbe fiato al cinquantennale, che negli ultimi giorni ha toccato minimi storici sotto i 90, con l’Rsi a 14 periodi caduto nettamente sotto quota 30. Il SuperTrend sembra impostato per una nuova fase di lateralità e proprio una sua inversione rialzista rappresenterebbe la migliore indicazione di ripartenza dei “buy”. Conformazioni grafiche simili si ritrovano sull’1,7% 2051 (Isin IT0005425233), sul 2,7% 2047 (Isin IT0005162828) e via via sulle scadenze anche sotto il decennale ma più scendono e minore risulta la distanza fra l’attuale tracciato del SuperTrend e le quotazioni di mercato. Ciò non avviene invece per i Futura, che si riconfermano poco adatti a trading veloci, mentre in netta controtendenza appaiono i Btp€i, che negli ultimi giorni non hanno messo a segno candele negative, specialmente sulle scadenze fino ai dieci anni. Interessante per esempio il Btp€i 0,4% 2030 (Isin IT0005387052), che ha evidenziato una volatilità da inizio anno sul 5,7% contro il 26,8% dell’equivalente 0,15% 2051. Per un obiettivo di pura protezione inflattiva si dimostra quindi nettamente maggiormente idoneo. Il più lungo dei Btp€i conferma invece l’ottimo ruolo – almeno nel contesto in corso – di strumento per trading su scadenze settimanali. 

I numeri del decennale

Tornando al rendimento del benchmark a dieci anni la forchetta di valori da considerare nella fase attuale si articola così: rafforzamento della scadenza di riferimento in presenza di una discesa dello yield sotto l’1,26%; ulteriore indebolimento sopra l’1,40% e successivamente l’1,47%. Al momento l’opzione più probabile appare quella di una lateralità non troppo compressa. Le variabili in gioco sono però talmente numerose da consigliare il posizionamento solo con decisi segnali “buy” prima di esporsi sui Btp, poiché il contesto generale è effettivamente cambiato, non tanto a livello italiano quanto a quello europeo. 

Bollo auto: se sei “green” non lo paghi per 3 o 5 anni!

In questi anni in cui l’emergenza Covid-19 a sconvolto le abitudini e le vite di milioni di persone, costantemente in stato di emergenza a partire dai primi mesi del 2020, il Governo più volte si è trovato a prorogare scadenze relative a tasse ed imposte.

Tra queste c’è il tanto odiato bollo auto, milioni gli italiani che anche nel 2022 si troveranno a doverlo pagare.

Molti i dubbi espressi dai cittadini riguardo la prima scadenza prevista per il 31 gennaio 2022, ci sarà una proroga?

Superata questa data si rischiano sanzioni ed interessi?

Molti gli automobilisti ed i motociclisti in attesa di chiarimenti a riguardo considerando anche il fatto che il rinnovo di patenti e fogli rosa hanno subito una proroga i 90 giorni con scadenza fissata per 29 giugno 2022. 

Questo fa pensare ad una proroga anche sulla tassa automobilistica, ma purtroppo non sarà così.

Il bollo auto infatti è una tassa Regionale e fino ad oggi non ci sono state nuove ordinanza riguardo un’estensione della scadenza riguardo il primo termine di pagamento del 31 marzo 2022.

L’imposta dovrà essere versata alle casse della regione in cui è registrato il veicolo.

Per tutti coloro che non pagheranno entro la data del 31 gennaio ci saranno sanzioni ed interessi. 

Se invece hai fatto una scelta “green” per 3 o 5 anni sarai esente dal pagamento della tassa.

Andiamo dunque a fare chiarezza per tutto ciò che riguarderà scadenze, esenzioni ed interessi legati ai pagamenti del bollo auto nel 2022 nelle 18 regioni italiane.

Per chi fosse interessato al tema di seguito un video pubblicato su canale You Tube Autoclassiche Heritage in cui vengono date indicazioni su come non pagare o pagare in forma ridotta il bollo auto per tutti i possessori di auto storiche.

Bollo auto: tutte le scadenze del 2022

Partiamo subito con il capitolo scadenze che interesserà tutti coloro che non hanno diritto ad alcuna esenzione del bollo auto e dovranno quindi pagare.

I possessori di veicoli e motocicli dovranno dunque effettuare il primo pagamento entro il 31 gennaio 2022, questo nel caso il bollo ha come data di scadenza il dicembre 2021.

In pratica il la regola è questa:

si avranno 30 giorni di tempo per pagare il bollo auto in scadenza nel mese precedente.

Esempio, dal primo al 30 aprile 2022 se la scadenza è il 31 marzo; dal primo al 31 maggio 2022 se il bollo va in scadenza il 30 aprile del mese precedente.

Ma c’è da fare una distinzione importante.

La regola sopra citata vale per tutte le automobili o i motocicli già in circolazione, cambia la regola invece per nuove immatricolazioni, in pratica:

per i veicoli di nuova immatricolazione in Italia, la scadenza è praticamente fissata entro l’ultimo giorno del mese di immatricolazione del veicolo, che verrà posticipata entro la fine del mese successivo se la registrazione è avvenuta negli ultimi giorni del mese.

In sintesi i primi pagamenti del bollo auto 2022 dovranno avvenire entro il 31 gennaio per:

le scadenze del 31 dicembre;

per le auto o le moto acquistate ed immatricolate nel mese di gennaio.

Ebbene ricordare che si tratta di una tassa regionale, sono le singole regioni italiane ad occuparsi dell’intera gestione, avvalendosi del servizio dell’Agenzia delle entrate.

Tutte le sanzioni ed i rischi per i ritardatari o i trasgressori del bollo auto

Quali sono i rischi per i ritardatari o i trasgressori del bollo auto?

Il mancato pagamento del tributo fino a qualche hanno fa faceva scattare una maggiorazione del 30%, ma le regole con la legge numero 157 del 25 dicembre 2019 sono cambiate diventando più permissive in che modo?

In pratica ci sarà tempo un anno (12 mesi ) per poter pagare la tassa oltre il mese di scadenza senza incorrere in nessuna sanzione o maggiorazione, questo nel caso non ci siano accertamenti in atto da parte di Regione o Agenzia delle entrate.

Superati i 12 mesi invece sono previsti interessi secondo il seguente schema:

  • maggiorazione del 4,29% calcolato sull’importo totale da dover pagare entro 2 anni calcolati a partire dal mese di scadenza del bollo;
  • maggiorazione del 5% calcolato sull’importo totale se si va oltre i 2 anni dalla scadenza.

Attenzione perchè per i trasgressori che superati i 3 anni dalla scadenza del bollo auto non effettuano il pagamento è prevista una vera e propria stangata e cioè:

cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA), con conseguente ritiro della carta di circolazione e della targa del veicolo così come previsto dall’articolo 96 del Codice della Strada.

Bollo auto: le esenzioni per il 2022, chi non lo dovrà pagare?

Passiamo ora al capitolo esenzioni e cerchiamo di capire meglio chi non dovrà pagare il bollo auto nel 2022.

Poche le novità rispetto al 2021, confermate le agevolazioni per le auto con motorizzazioni “green”, ad emissioni zero o limitate.

Buone notizie infatti per i proprietari di veicoli ibridi o elettrici, chi ha fatto una scelta “green” non dovrà pagarlo per 3 o 5 anni.

Per i possessori di auto elettriche l’esenzione sarà la medesima in tutte le 18 regioni italiane, il bollo auto non dovrà essere pagato per 5 anni a partire dall’anno di immatricolazione del veicolo.

Superati i 5 anni inoltre le agevolazioni non sono finite, si tornerà infatti a pagare il bollo, ma con un importo decisamente ridotto.

Per quanto riguarda le auto a motorizzazione ibride gli ordinamenti cambiano da regione a regione.

I casi variano dai 3 anni massimo di esenzione in regioni come l’Abruzzo ad uno sconto sull’importo totale in regioni come l’Emilia Romagna. 

Saranno esenti dalla tassa anche cittadini disabili così come previsto della legge 104/1992

In questo caso il veicolo dovrà essere intestato al disabile che dovrà fare richiesta di esenzione esibendo la documentazione richiesta presso uno sportello Aci.

L’esenzione potrà essere sfruttata anche dal coniuge della persona disabile titolare di 104.

In ultimo, da segnalare anche un punto che riguarda una nicchia relativa alla Regione Lazio, non sono soggetti al pagamento le auto appartenenti alla Presidenza della repubblica, alla presidenza della regione Lazio, e per i veicoli destinati al soccorso.

Per tutte le altre informazioni in merito alle esenzioni il consigli o è quello di consultare il sito delle singole regioni di residenza.

Bollo auto 2022 tutti modi ed i luoghi per pagarlo

Con l’inizio del 2022 si torna a parlare di bollo auto, abbiamo visto scadenze, rischi in cui potrebbero incorrere sbadati o trasgressori ed infine le categorie che hanno diritto all’esenzione.

Andiamo quindi ad affrontare il capitolo finale relativo a come e dove pagare l’imposta.

Ricordiamo che il bollo auto è una tassa che fa riferimento alla proprietà di un veicolo che potrà essere un’automobile o un motociclo, e non all’utilizzo.

Il bollo è una tassa che va a finire nelle casse delle Regioni ed è elaborato dall’ACI che fornisce al proprietario la cifra esatta del tributo.

Potrà dunque essere pagato:

  • in tabaccherie e ricevitorie  Lottomatica e punti Sisal convenzionate;
  • presso un centro Aci (Automobile Club d’Italia);
  • presso uno sportello Atm abilitato;
  • presso Poste Italiane.

Se si preferisce il pagamento telematico invece le modalità sono tre:

  • attraverso l’internet banking del proprio istituto bancario;
  • attraverso l’app IO;
  • sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

 il pagamento del bollo auto potrà essere verificato collegandosi al sito internet dell’Agenzia dell’Entrate oppure sul portale dell’Aci, la verifica potrà avvenire anche per i bolli degli anni precedenti.

Metasalute: Assistenza sanitaria non solo per metalmeccanici

Il diritto alla salute è un diritto di tutti i cittadini. Nel nostro paese è tutelato in modo scritto da varie norme giuridiche e in maniera pratica da un vasto sistema di strutture e servizi pubblici e privati che cooperano per garantire ai cittadini e ai lavoratori l’assistenza sanitaria.

Tutti i cittadini, infatti in Italia, possono senza distinzioni sociali ed economiche indistintamente usufruire dell’assistenza essenziale fornita dal sistema sanitario nazionale (SSN) ma per questi stessi come anche per i lavoratori esistono anche ulteriori forme di tutela.

Si tratta dell’assistenza sanitaria integrativa, può essere scelta da tutti a maggior tutela personale ma nel mondo del lavoro è un surplus. Infatti l’assistenza integrativa è un diritto dei lavoratori assunti a norma dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, CCNL.

Questi contratti imputano l’integrazione dell’assistenza pubblica ai privati (imprese). Il datore di lavoro è dunque obbligato, per mezzo di vari contributi, all’iscrizione dei dipendenti ad un fondo di assistenza sanitaria integrativa. Ogni tipologia di contratto collettivo ha un suo fondo specifico.

Anche per i lavoratori con regolare contratto collettivo nei rami del metalmeccanico, del comparto orafo e degli installatori di impianti è prevista l’iscrizione ad un fondo integrativo.

Il fondo di assistenza sanitaria integrativa della categoria metalmeccanica si chiama Metasalute e offre alcuni servizi per i dipendenti del settore.

È gestito dalla compagnia assicurativa Intesa Sanpaolo RBM salute. La convenzione tra Intesa e Metasalute generalmente ha cadenza biennale ed è recentemente stata prorogata, con alcune modifiche, al 2023.

Metasalute

Metasalute è quindi un fondo che da prestazioni integrative al sistema sanitario nazionale ed è rivolto a lavoratori dell’industria metalmeccanica, installatori di impianti e da aprile 2018 anche ai lavoratori del comparto orafo.

Metasalute si costituisce come un’associazione non riconosciuta e no profit che in veste istituzionale stipula, con Intesa Sanpaolo RBM Salute, convenzioni alle soluzioni sanitarie più adeguate a soddisfare gli iscritti e i propri nuclei familiari.

Dall’uno ottobre 2017, in attuazione del rinnovo contrattuale tra i sindacati e rappresentanti delle imprese metalmeccanici, l’iscrizione al fondo si è resa obbligatoria per i dipendenti ma totalmente a carico dei datori di lavoro.

La copertura ha validità in tutto il mondo ed è liquidata in euro, per spese sostenute all’estero è previsto il rimborso in base al valore medio del cambio della settimana in cui è stata effettuata la spesa.

Il fondo prevede sette diversi piani sanitari atti al rimborso delle spese sostenute per varie prestazioni mediche, ospedaliere e non, fisoterapiche, odontoiatriche, di prevenzione e altro, in caso di infortunio o malattia degli iscritti. É l’azienda che sceglie il piano da sottoscrivere per i dipendenti.

Inoltre Metasalute garantisce l’accesso alle prestazioni mediche attraverso l’assistenza diretta, che avviene tramite prenotazioni in strutture convenzionate pagate direttamente dal fondo e l’assistenza indiretta che è quella rimborsabile.

Iscrizione a Metasalute

L’obbligo di iscrizione è previsto da parte delle aziende per tutti i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato, anche part-time e a domicilio; per i contratti di apprendistato e per i contratti a tempo determinato di durata non inferiore a cinque mesi.

In veste di contraente dell’assicurazione è il fondo stesso che prevede la stipula delle convenzioni, comunicando alla compagnia assicurativa Intesa RBM Salute i dati degli iscritti nonché effettuando i pagamenti ma sono i datori di lavoro a dover registrare i dipendenti sul portale del fondo, tramite l’area riservata all’azienda.

Nei casi in cui non sia prevista l’estensione gratuita dell’assicurazione ai familiari è possibile l’estensione volontaria a carico del dipendente. In questi casi, l’iscrizione al fondo di familiari non a carico viene effettuata, dal lavoratore, accedendo come dipendente all’area riservata dello stesso portale.

È possibile che in corso d’anno sia applicato ai dipendenti un diverso piano sanitario nei casi in cu:i vi siano delle modifiche del contratto lavorativo, come in caso di promozione o anche in caso di nuova assunzione.

Il contraente (fondo Metasalute) o assicurato (dipendente) in caso di sussistenza di altre assicurazioni integrative relative alle stesse prestazioni deve inoltre comunicarlo ad Intesa RBM Salute.

Costi dei piani sanitari

Come già accennato il fondo Metasalute prevede attualmente sette differenti tipologie di piani sanitari che prevedono la seguente contribuzione mensile,

  • il piano base prevede una contribuzione di 13 euro;
  • il piano A, una contribuzione di 16,67 euro;
  • il piano B, una contribuzione di 21,00 euro;
  • il piano C, una contribuzione di 24,34 euro;
  • il piano D, una contribuzione di 28,17 euro;
  • il piano E, una contribuzione di 34,00 euro;
  • il piano F, una contribuzione di 67,00 euro

Ovviamente per ogni piano sono previste delle caratteristiche generiche e delle altre specifiche, per la visione nel dettaglio è possibile consultare la pagina informativa relativa ai piani sanitari sul sito del fondo Metasalute.

Cosa prevede Metasalute

A seconda del piano prescelto Metasalute attraverso Intesa Sanpaolo RBM Salute assicura supporto:

  • in caso di ricovero per intervento chirurgico per spese mediche,
  • indennità sostitutiva per ogni giorno di ricovero, generalmente pari a 100 euro per un massimo di 150 giorni;
  • diaria, generalmente, di 25 euro in caso di applicazione di ingessatura o tutore per un massimo di 60 giorni
  • visite specialistiche;
  • supporto medico di varia natura pre-parto e psicologico post-parto;
  • supporto per procreazione assistita;
  • fisioterapia e varie pratiche riabilitative;
  • alcuni tipi di cure dentali;
  • alcune prestazioni a scopo preventivo;
  • sostegno ai soggetti con invalidità permanente da infortunio o malattie professionali certificate da INPS e INAIL;
  • lenti a contatto e occhiali;
  • protesi ortopediche e acustiche
  • e altri servizi aggiuntivi

La convenzione prevede il rimborso per le spese relative ai servizi sopracitati.

È poi anche possibile usufruire di flexible benefit. Per quelli relativi al periodo 2022-2023 il Fondo e RBM Salute si impegnano a negoziare una nuova regolamentazione per i vari piani sanitari entro il primo trimestre di quest’anno.

Inoltre il fono prevede un massimale annuo per gli indennizzi. In caso di familiari inclusi nel piano sanitario i massimali sono condivisi. In caso di familiari non a carico, e quindi a carico del dipendente, i massimali sono autonomi.

Nucleo familiare non a carico

Per quanto riguarda l’inclusione al fondo dei componenti familiari che non rientrano gratuitamente nella convenzione, l’iscrizione può essere effettuata dalla persona direttamente interessata attraverso la piattaforma web del fondo Metasalute tramite l’aria riservata

Qui è possibile scegliere a quale piano aderire indipendente dall’assicurazione stipulata per il dipendente da parte dell’azienda.

Anche quando la copertura gratuita per i familiari decada in corso d’anno è comunque possibile iscriverli come familiari non a carico, in tal caso la copertura avrà decorrenza dalla nuova data di iscrizione, anziché dal primo gennaio. Il premio annuo non sarà comunque perso ma sarà variato in base ai massimali previsti dal piano sottoscritto.

VoucherSalute® e rimborsi spese

Il fondo prevede, come già accennato, due tipi di assistenza: l’assistenza sanitaria diretta e l’assistenza sanitaria indiretta.

La prima riguarda le visite effettuate presso strutture convenzionate al fondo, queste strutture appartengono al network di Previmedical S.p.A..

Le prenotazioni di visite presso tali strutture devo essere effettuate dal dipendente che le richiede e possono essere eseguite in tre modi:

  • tramite l’area riservata del sito Metasalute ( -> Assicurazioni -> Richiesta VoucherSalute®)
  • sull’app mobile dedicata
  • o per mezzo del numero verde 800.99.18.15.

Il VoucherSalute® ha una durata di trenta giorni dal suo rilascio, entro i quali è possibile prenotare ed effettuare la visita presso il centro del network Previmedical prescelto. In caso di scadenza del voucher è possibile procedere al rinnovo dello stesso voucher solo altre due volte per una durata totale di novanta giorni.

Per tutte le informazioni sul VoucherSalute®, per la documentazione necessaria a richiederlo, per dettagli sulle prestazioni per le quali è possibile presentarlo, per informazioni su come annullare la richiesta, procedure, tempi, ecc., si rimanda alla consultazione della pagina dedicata del portale Metasalute.

Per la prenotazione di visite in itinere come quelle odontoiatriche o fisioterapiche sarà sufficiente inoltrare la richiesta della prima prenotazione tramite il sito, i voucher delle successive sedute saranno attivati direttamente dalla struttura scelta per eseguire e completare il ciclo di cure prescritte.

Per quanto riguarda i rimborsi delle spese mediche previsti dalle diverse convenzioni di Metasalute, invece questi devono essere richiesti sempre dal dipendente che le ha sostenute,

  • per mezzo dell’area riservata del sito
  • o per via cartacea

In entrambi i casi sarà necessario allegare: tutta la documentazione medica compresa di prescrizioni e la documentazione di spesa (fatture, ricevute) emessa da studio medico o specialista.

Per quanto riguarda la richiesta cartacea è necessario scaricare e compilare il modulo di richiesta di rimborso in ogni parte allegando la documentazione medica e di spesa. Il plico dovrà essere successivamente inviato a:

Intesa Sanpaolo RBM Salute s.p.a.

C/o Previmedical S.p.a. Ufficio Liquidazione

(rif. fondo Metasalute)

via E. Forlanini 24,

loc. Borgo Verde

31022 Preganziol (TV) 

Infine per quel che riguarda le richieste di rimborso online, queste possono essere effettuate dal dipendente tramite l’area riservata di Metasalute.

Per conoscere dettagliatamente le modalità di richiesta e le spese contemplate nei rimborsi si invita alla consultazione dell’apposita guida disponibile sul sito.

La manifestazione di Milano

È doveroso da parte mia parlare della manifestazione di ieri a Milano alla quale, come vi avevo anticipato, ho partecipato. Parlando appunto della manifestazione alla quale è intervenuto anche il Premio Nobel per la Medicina, il Prof. Luc Montagnier occorre dire ciò che ha funzionato e cosa meno.

Innanzitutto le solite cose dei media nazionali, che hanno parlato di mille partecipanti, alcuni, bontà loro, si sono spinti a parlare di duemila persone, nella realtà i partecipanti erano diverse migliaia, probabilmente diecimila, in ogni caso non meno di 7/8mila.

Ma vabbè questo lo sappiamo, dico solamente che continuo a non capire perché i media insistano, anche quando non sarebbe necessario, a cercare di denigrare gli oppositori al regime.

Comunque, come dicevo, cerco di analizzare sia gli aspetti positivi della manifestazione che, invece, quelli che a mio parere sono state le manchevolezze, ma preciso subito che le mie non le chiamerei critiche, diciamo che potrebbero essere suggerimenti così … gratuiti, che mi sento di dare.

Partirei da una considerazione, forse è venuto il momento di smetterla di ringraziare le Forze dell’Ordine. Allora, dato che si tratta di un argomento delicato, non voglio assolutamente essere frainteso.

Fra coloro che hanno parlato dal palco quello che ha avuto il maggior consenso è stato il rappresentante della Polizia di Stato sospeso e quindi privato dello stipendio per essersi rifiutato di vaccinarsi.

Ha obiettivamente fatto un discorso decisamente apprezzabile ed è stato numerose volte interrotto, meritoriamente, non solo da applausi, ma da vere e proprie ovazioni, tanto di cappello a lui.

Ebbene fatti i debiti complimenti a questa persona, alla quale ripeto debba andare la nostra gratitudine, facendo una analisi d’insieme non possiamo non sottolineare, invece, che pare che siano davvero molto pochi i rappresentanti delle Forze dell’Ordine che hanno seguito l’esempio del loro collega che ho citato, del quale, chiedo scusa, ma non ricordo il nome.

Il comportamento, in generale, delle Forze dell’Ordine, non mi pare sia tale per cui meritino elogi o ringraziamenti.

Senza commentare immagini che noi tutti abbiamo visto a manifestazioni avvenute tempo fa, mi riferisco soltanto a quanto accaduto ieri.

In piazza ieri a Milano c’erano solo persone per bene, persone con una grande bontà d’animo, assolutamente pacifiche, insomma … brava gente.

Ed alla fine i poliziotti hanno inscenato caroselli con camionette che sfrecciavano nel traffico cittadino ad alta velocità e con le sirene spiegate al massimo volume, con l’intento di far credere che stesse succedendo il finimondo, invece non succedeva nulla, nulla di nulla.

Inoltre sempre la polizia ha bloccato in maniera del tutto insensata e inconcepibile alcune vie impedendo alle persone di passare. Senza un motivo se non quello di cercare di far perdere la pazienza alle persone che non chiedevano altro che di tornare a casa.

Naturalmente non mancavano i cosiddetti provocatori, voi avete capito vero? Che tuttavia erano patetici si vedeva chiaramente che stavano recitando una parte. Lasciamo perdere … ripeto, avete già capito.

Un’altra cosa vorrei sottolineare che mi è sembrata una grave mancanza.

Allora, se devo dire cosa mi ha colpito maggiormente della manifestazione di ieri, non ho alcun dubbio, non si poteva si poteva rimanere insensibili, faccio persino fatica a parlarne, mi riferisco a coloro, ed erano in tanti, che si sono presentati con cartelli sui quali erano impresse le fotografie di persone, tante giovani persone che oggi non ci sono più.

Sulle foto soltanto il nome, l’età e la scritta … nessuna correlazione.

Ebbene tutte quelle persone che oggi non ci sono più, avevano familiari, amici, colleghi, non possono essere dimenticate, è venuto il momento di parlarne di alzare la voce.

Invece, chiedo scusa se per caso sono io a non essermi accorto, ma in tutti gli interventi dal palco non è stato fatto cenno a loro a tutte queste persone che, in maniera molto composta e quasi silenziosa hanno solo alzato il loro cartello, con la fotografia del loro caro.   

Ebbene, cari ascoltatori, vi posso assicurare che era impossibile non sentirsi emotivamente toccati da tutti quei cartelli, è giunto il momento di parlare di questa ecatombe.

Ok … parliamo ora delle cose belle della manifestazione.

Ve l’ho già detto, ma ora entro un po’ più nel dettaglio, la cosa più bella era proprio la gente. 

Tante persone per bene che mi hanno fermato, che hanno voluto soltanto stringermi la mano, scambiare una battuta o fare una foto, alcuni che mi chiedevano di non abbandonarli, di non mollare.

Non posso naturalmente parlare di tutti, ma una cosa ve la voglio raccontare.

Sono stato amabilmente avvicinato da … non so come definirlo, non era solo una famiglia … era un gruppo familiare di Bergamo. 

Mi ha fermato la mamma, ma c’erano le due figlie entrambe naturalmente sospese dal lavoro e poi la zia, il padre … insomma avete capito un meraviglioso gruppo familiare, tutti sorridenti, persone solari, questo mi sembra il termine più consono!

Ebbene mi hanno offerto il caffè, non al bar naturalmente, luogo nel quale non possiamo entrare, avevano un termos che si erano portati da casa. 

Organizzatissimi con bicchierini in plastica, zucchero in bustine ed anche palettine per mescolare. Il caffè era caldo, buonissimo, ci voleva proprio, e mi hanno offerto anche un biscotto.

Ed allora io ora mi rivolgo al Presidente del Consiglio Draghi:

Mario tu a queste persone puoi impedire di andare a lavorare, puoi impedire di salire sui mezzi pubblici, puoi impedire di andare al bar, al ristorante, a queste persone puoi negare tutti i diritti, ma non riuscirai mai a toglier loro una cosa … la dignità!

Ripeto non voglio fare un torto a tutte le altre persone con le quali mi sono intrattenuto ieri, ho voluto solo citare un caso che ritengo emblematico.

Ed allora fatemi anche dire l’ultima cosa a Draghi:

Mario tu hai già perso, finché ci saranno famiglie come questa, e sono certo che sono milioni in Italia le famiglie come questa, ebbene Mario, finché in Italia ci saranno persone così, non potremo che vincere la nostra battaglia per la libertà e la giustizia.

Quindi cari ascoltatori, per concludere, alla domanda val la pena andare alle manifestazioni? La risposta non potrà essere che sì! Non si ottengono effetti immediati? Non importa.

Servono per fortificarci, per capire che non siamo soli, che non siamo isolati, servono per capire che ci sono persone come noi, che condividono con noi la voglia tornare a vivere bene nel Paese più bello del mondo.

Iren poco mosso, ma deal in fotovoltaico piace ai broker

Avvio di settimana senza infamia e senza lode per Iren che dopo due cali di fila si è fermato a ridosso della parità, rimanendo indietro rispetto al Ftse Italia Mid Cap.

Iren poco mosso dopo due cali di fila

Il titolo, dopo aver ceduto oltre un punto percentuale venerdì scorso, ha terminato le contrattazioni intorno ai valori close del giorno precedente.

Iren si è fermato a 2,6 uro, con un frazionale rialzo dello 0,08% e oltre 1,5 milioni di azioni passate di mano fino ad ora, sostanzialmente in linea con la media degli ultimi 30 giorni.

Iren: rilevante acquisizione nel settore rinnovabili

Iren non ha dato vita a particolari reazioni dopo che la società ha annunciato la conclusione di un accordo con European Energy, per l’acquisizione del 100% di Puglia Holding Srl, proprietaria del più grande impianto fotovoltaico in Italia per 103 MW e di un impianto in via di realizzazione per 18,5 MW.

Il totale acquisito è quindi di 121,5 MW per un enterprise value di 166 milioni di euro.

L’accordo include anche l’accesso alla pipeline di European Energy per un totale di 437,5MW distribuiti in Lazio, Sicilia e Puglia, di cui 38,8MW già autorizzati, con la possibilità per IREN di investire nei progetti tramite diritti concordati.

Iren: per Equita è una buona operazione. Ecco perchè

Secondo gli analisti di Equita SIM, si tratta di una buona operazione, in primis perchè la dimensione dell’impianto è notevole e consente ad Iren di entrare nel mercato rinnovabile con una size interessante, considerando l’accesso alla pipeline di European Energy, il totale per Iren raggiunge i 600MW, di cui 437 in pipeline, rispetto al target di 2200 MW annunciato a piano.

In secondo luogo, escludendo la pipeline, l’acquisizione avviene a circa 1,35 milioni/MW o 11 volte l’enterprise valu/Ebitda che gli analisti ritengono ragionevole per degli assets nuovi.

Da segnalare l’entrata in funzione nel 2019 e nel 2021 con tariffa incentivante sul 50% delle produzioni per 20 anni.

L’acquisizione permette inoltre l’accesso ad una pipeline rilevante di progetti, assumendo un valore nel diritto all’implementazione dei progetti di circa 50mila/MW, il multiplo di acquisizione scenderebbe a 1,18 milioni/MW o 9,6 volte l’enterprise value/EBITDA.

Infine, considerando la tariffa “feed-in” per il 50%, gli analisti ritengono che su questa componente l’impianto non sia soggetto ad interventi di claw back, come ipotizzato per gli impianti solari più vecchi legati al conto energia.

Iren: il giudizio di Equita SIM e di Intesa Sanpaolo

Il giudizio sull’operazione di acquisto è quindi positiva secondo Equita SIM, i cui analisti attendono maggiori dettagli da parte della società sull’ammontare di incentivo percepito e sulle caratteristiche degli accordi per la pipeline di sviluppo.

Immutata intanto la view positiva su Iren, con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo a 3,5 euro.

A puntare sul titolo è anche Intesa Sanpaolo che ieri ha reiterato il rating “add” e un target price a 3,2 euro.

Con riferimento all’acquisto del più grande parco fotovoltaico d’Italia, gli analisti parlano di un’operazione avvenuta leggermente a premio rispetto ai multipli di settore. 

Ftse Mib: possibili ancora cali. ENI, Saipem e STM buy?

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Di seguito riportiamo l’intervista a Stefano Sabetta, Analyst cooperator Ortex, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

Il Ftse Mib è tornato indietro dopo aver tentato un recupero in direzione di area 28.000. Come valuta i recenti movimenti e quali le attese nel breve?

Situazione non molto dissimile a quella dell’ultima ottava. L’indice Ftse Mib prova ad accumulare appena sotto il livello di 27.620 punti che rappresenta il 50% del Fibonacci invertito, calcolato prendendo i massimi ed i minimi relativi dell’ultima correzione.

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Questa configurazione è altresì presente sul Dax. Ora le sorti del nostro indice sono legate al comportamento dei maggiori listini mondali ed in particolare dell’S&P 500 e del Dax, e marginalmente del Nasdaq.

Attraverso un’analisi intermarket è possibile trarre conclusioni circa i futuri scenari del future sul Ftse Mib.

È vero che molti supporti importanti devono ancora essere testati, tuttavia se prendiamo il principale indice mondiale, l’S&P500 dopo aver innescato una divergenza short sul time frame settimanale, è al test di una trendline rialzista di lungo termine che unisce le candele settimanali del 30/10/2020 con il giorno 08/10/2021.

In aggiunta, sempre sull’S&P 500 siamo al test di un primo importante supporto a 4.608 punti. Tuttavia, sono possibili ulteriori ribassi fino al test di area 4590. Dal punto di vista delle resistenze, importante è quella formatasi sul time frame settimanale a 4.716 punti.

Ribaltando il ragionamento sul nostro indice, al momento ci appare quasi d’obbligo un test sul livello psicologico dei 27.000 punti prima e dei 26.840 punti dopo, per poter trarre conclusioni circa una discesa più importante.

Per completare, anche il Dax si trova sugli attuali livelli in zona supportiva, la cui violazione porterebbe ad un’accelerazione ribassista fino al livello dei 15.000 punti sul time frame giornaliero e dei 14.800 punti sul livello settimanale.

C’è da dire che, a differenza delle numerose finte di storno che osserviamo ormai senza soluzione di continuità da novembre del 2020, questa volta si sono create delle condizioni che potrebbero giustificare un passaggio di liquidità dal mercato azionario a quello obbligazionario.

Infatti, si può notare tra i tanti elementi i rendimenti crescenti sul T-bond americano decennale ormai appena sotto soglia di 1,80% e abbastanza rilevante è notare come il Bund tedesco sta per abbandonare l’area di rendimento negativo.

ENI e Saipem continuano a muoversi a velocità differenti: su quale dei due consiglia di puntare ora?

Sicuramente è Eni il titolo che tra i petroliferi fornisce più livelli interessanti d’ingresso, oltre ad essere, come sempre ricordiamo, un titolo ad alto dividend Yield e ciò lo rende il più interessante tra quelli su cui puntare ora.

La relativa forza del titolo si evidenzia anche in una minor correlazione rispetto alla commodity di riferimento, il petrolio, nelle fasi di debolezza della materia prima.

Il titolo sembra essere proiettato verso la prima zona di resistenza a 13,74 euro, per poi rientrare definitivamente nell’area di scambio pre-pandemica. Dal punto di vista supportivo è necessario che il titolo mantenga il livello supportivo dei 12,80 euro.

Su Saipem stiamo di recente osservando un fenomeno molto interessante. Il titolo fino al 15 dicembre era molto attenzionato dai fondi venditori allo scoperto, come pure risulta dai dati Consob sulle posizioni nette corte.

Si evince, infatti, che il titolo è passato dal 10% a circa il 7,42% di posizione nette corte ricalcolate sul flottante e di circa il 4,16% calcolato sul capitale sociale. Si assiste quindi ad una riduzione della pressione short.

Saipem ha ripreso i 2 euro che oltre ad essere una soglia psicologica rappresenta anche una prima area di resistenza, mentre un’altra area più importante è al livello dei 2,19 euro.

STM è reduce da sedute all’insegna della volatilità, mentre sta mostrando più stabilità Telecom Italia. Che fare con questi due titoli ora?

Su Telecom Italia la questione è ovviamente legata alla manifestazione di interesse del fondo statunitense KKR e con eccessivo anticipo rispetto al deal ancora ipotetico come OPA.

Condizione imprescindibile è lo svolgimento di una completa Due Diligence che vada a valutare, con il supporto di opportuni advisors, il fair value di Telecom Italia.

Ad ogni modo, dal punto di vista grafico possiamo notare come il titolo è al test di un primo supporto settimanale a 0,4359 euro.

Sul time frame mensile, oltre ad essere coincidente con l’area di possibile OPA, il titolo è stato fermato dall’area dei massimi pre-pandemici oltre alla media mobile semplice a 50 periodi molto inclinata negativamente.

Dal lato dei supporti possiamo già spingerci ad ipotizzare dei livelli valevoli per questo trimestre a condizione che le quotazioni si mantengano grosso modo agli attuali prezzi.

Segnaliamo una prima area di sostegno a 0,42 euro, mentre pericolosi saranno in ogni caso i ritorni verso area 0,35 euro.

In ogni caso l’analisi tecnica in questi casi diviene secondaria alla vera e propria scommessa direzionale che si avrebbe prendendo posizione long o short sul titolo.

Telecom Italia potrebbe risentire delle questioni legate all’elezione del Presidente della Repubblica e ad eventuali tensioni durante la fase elettiva.

STM, invece, dopo le vendite della scorsa settimana ha formato una prima resistenza a 43,615 euro, tuttavia una resistenza più ostica è posizionata in area 45,96 euro. 

La fase di deterioramento del trend di fondo potrebbe durare ancora, alla luce anche della correlazione del titolo con l’andamento del principale indice tecnologico USA Nasdaq.

La prima vera area supportiva è abbastanza più in basso a 38,20 euo, dove ad un livello statico è in risalita la media a 9 periodi.

Quali sono i titoli che sta seguendo più da vicino in questa fase e a quali consiglia di guardare ora?

Osserviamo con interesse Seco: dopo il grande scarico della scorsa settimana il titolo si è appoggiato precisamente sul 50% di tutto il ritracciamento di Fibonacci, prendendo a riferimento i massimi ed i minimi della candela annuale 2021.

Ci attendiamo ora una fase di accumulo che possa portare il titolo a riassorbire l’eccesso da ipervenduto della scorsa settimana.

Riteniamo che Seco possa cercare di recuperare l’area dei 7,47 euro, dopo di che è necessario effettuare un’ulteriore valutazione.

Se la fine del mese in corso dovesse chiudersi più o meno a queste quotazioni allora si avremmo sul time frame mensile la creazione di una resistenza in area 8,44 euro.

Nuova indennità INPS per i malati: chi può averla e come!

Nella giornata del 14 gennaio del nuovo anno, l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale ha deciso di fornire delle nuove indicazioni in merito ad una nuova indennità che prende il nome di indennità antitubercolari, che potrà essere corrisposta durante l’intero periodo dell’anno 2022.

A questo proposito, all’interno della circolare numero 6 pubblicata dall’istituto INPS nel 14 gennaio, sono stati definiti non soltanto gli importi che potranno essere percepiti dai malati stessi, ma anche le specifiche in merito a chi sono i cittadini che potranno effettivamente ottenere tale sostegno economico. 

Dunque, in questo contesto, all’interno del seguente articolo, saranno ripresi tutti gli aspetti legati all’indennità antitubercolari così da comprendere al meglio quali sono le sue caratteristiche e peculiarità. In questo senso, sarà posta anche l’attenzione in merito alle categorie di cittadini malati che potranno richiedere ed ottenere tale beneficio.

Proprio per questo motivo, nei prossimi paragrafi, saranno quindi specificate le condizioni necessarie affinché l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale possa effettivamente provvedere al riconoscimento e all’erogazione di questa importante indennità a sostegno del reddito dei malati.

Come funziona la nuova indennità INPS antitubercolari?

L’indennità antitubercolari rappresenta una delle tante misure a sostegno dei cittadini italiani che si trovano in un determinato periodo di malattia specifica, quella della tubercolosi. Si tratta, come molti già sanno, purtroppo di una malattia che porta con se dagli inizi del novecento un elevato indice di mortalità, tanto da richiedere appunto un’assicurazione volta al controllo di tale epidemia.

Oggi, nonostante il numero di casi positivi a questa malattia si è piuttosto ridimensionato, grazie alle competenze scientifiche e soprattutto nel campo della prognosi e delle terapie volte alla cura della tubercolosi, l’Istituto INPS consente comunque di richiedere una serie di indennizzi a tutela dei malati e del loro reddito. 

A chi spetta l’indennità INPS antitubercolari?

Dunque, per quanto riguarda i cittadini che potranno effettivamente ottenere il riconoscimento e l’erogazione dell’indennità INPS antitubercolari, è necessario che questi rientrino di fatto in specifiche categorie ampiamente specificate da parte dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale.

A questo proposito, potranno richiedere e dunque usufruire dell’indennità INPS antitubercolari anche per l’intero anno 2022 quei cittadini assicurati contro la Tbc e i familiari a loro carico; ma anche alcune categorie di pensionati italiani e di titolari di rendita per se e per i propri familiari.

Inoltre, rientrano anche nella categoria di cittadini a cui spetta l’indennità INPS antitubercolari anche quei lavoratori e quelle lavoratrici che hanno almeno un anno di contribuzione nell’assicurazione contro la malattia della tubercolosi, appartenenti al contesto privato; così come anche differenti categorie di lavoratori che svolgono la propria prestazione nell’ambito pubblico.

Come si dividono gli importi dell’indennità INPS antitubercolari

Prima di procedere con il riepilogo di tutti i nuovi importi che saranno applicati ed erogati da parte dell’istituto Nazionale Previdenza Sociale nei confronti di quei cittadini che presentano le condizioni prima citate, è necessario anche precisare che l’indennità antitubercolari si suddivide in differenti tipologie e forme.

A questo proposito, da un lato è possibile riconoscere l’indennità giornaliera, la quale spetta nel periodo di cure ambulatoriali oppure ospedaliere, nei casi in cui ilc cittadino non ha diritto all’intera retribuzione lavorativa.

Una seconda misura è quella dell’indennità post-sanatoriale, che viene erogata nei casi in cui risultano essere stati effettuati almeno sessanta giorni di cure, a aprire dal giorno successivo all’effettiva stabilizzazione clinica oppure guarigione. Per quanto riguarda invece la terza tipologia, questa viene chiamata assegno di cura e di sostentamento e spetta nei casi in cui il cittadino è coinvolto da una riduzione delle sue capacità di guadagno per effetto della malattia tubercolare.

Infine, l’assegno natalizio spetta nei casi in cui l’interessato abbia percepito l’identità antitubercolare anche solo per una giornata nel mese di dicembre.

I nuovi importi dell’indennità INPS antitubercolari 

Una volta chiariti tutti i sostegni che vanno a caratterizzare l’indennità INPS antitubercolari, ora è possibile comprendere effettivamente quali saranno gli importi che saranno erogati durante l’anno 2022.

In questo senso, per quanto riguarda l’indennità giornaliera che spetta ai cittadini in qualità di assicurati, questa è aumentata fino a raggiugnere l’importo di 13,73 euro, a partire dal primo gennaio.

Per l’indennità post-sanatoriale giornaliera, questa è pari a 22,87 euro, mentre per quella giornaliera che spetta agli assistiti in qualità di familiari di un assicurato, l’importo è pari a 6,85 euro. Infine, l’assegno di cura o di sostentamento mensile sarà pari a 92,31 euro. 

Ftse Mib: focus su Stellantis. Da tenere d’occhio i bancari

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Wall Street: attesa oggi la riapertura della piazza azionaria USA che ieri è rimasta chiusa per via della festività del Martin Luther King’s Day.

Ricordiamo che venerdì scorso c’è stata una chiusura contrastata a Wall Street, dove il Dow Jones è sceso dello 0,56% e l’S&P500 è salito dello 0,08%, mentre il Nasdaq Composite si è fermato a 14.893,75 punti, in rialo dello 0,59%.

I dati macro e societari negli Stati Uniti

Dati Macro ed Eventi Usa: oltre all’indice settimanale Redbook relativo alle vendite al dettaglio nelle maggiori catene USA, oggi si conoscerà l’indice New York Empire State Manufacturing che a gennaio dovrebbe calare da 31,9 a 27,5 punti.L’indice Nahb a gennaio dovrebbe salire da 84 a 85 punti.

Risultati trimestrali USA: prima dell’apertura di Wall Street saranno diffusi i conti degli ultimi tre mesi di Bank of New York e di Goldman Sachs con un eps atteso rispettivamente a 1,01 e a 11,73 dollari.  

Gli aggiornamenti macro e gli eventi in Europa

Dati Macro ed Eventi in Europa: in Germania è atteso l’indice Zew che a gennaio è visto in rialzo da 29,9 a 32 punti. In Italia la bilancia commerciale a novembre dovrebbe mostra un saldo pari a 4,23 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 3,89 miliardi di ottobre.

Da seguire in Germania l’asta dei titoli di Stato con scadenza a 5 anni per un ammontare massimo pari a 4 miliardi di euro.

Un’ora dopo l’apertura delle Borse europee è previsto l’avvio della riunione dell’Ecofin.   

I titoli e i temi da seguire a Piazza Affari

Stellantis: da seguire il titolo in vista dei dati sulle vendite di auto in Europa che saranno diffusi da Acea in riferimento al mese di dicembre 2021. 

Banche a Piazza Affari: sotto la lente i titoli del settore bancario in vista delle trimestrali di Bank of New York e di Goldman Sachs.