Guida facile per avere lo smart working subito: i requisiti

Lo smart working è stato prorogato fino al 31 marzo 2022. Ma che ne sarà dopo la fine dello stato d'emergenza? Ecco le novità anche per i lavoratori fragili.

Molto spesso, ci si domanda se il lavoro agile continuerà ad esserci anche dopo la fine della pandemia. A questa domanda, per il momento, non c’è nessuna risposta. Non si sa ancora se e, nel caso, come, sarà presente lo smart working dopo la fine dell’emergenza sanitaria.

Tuttavia, abbiamo delle risposte per il breve termine. Sappiamo, infatti, che lo stato d’emergenza terminerà il 31 marzo 2022 e, quindi, che ne sarà dello smart working a partire dal 1° aprile?

Infatti, la possibilità di una ulteriore proroga dello stato d’emergenza è molto lontana. Pertanto, a poco a poco si ritornerà alla normalità e, naturalmente, ciò accadrà anche nel mondo del lavoro.

Tuttavia, per il medio-breve periodo, sappiamo quali saranno le sorti del lavoro agile. Innanzitutto, nella Gazzetta Ufficiale n. 35 dell’11 febbraio del 2022, è stato pubblicato un Decreto interministeriale che contiene un elenco delle patologie, per le quali è consentito, fino al 28 febbraio del 2022, il lavoro in smart working.

Inoltre, un emendamento al Dl 221/2021 ha approvato la proroga dello smart working fino al 31 marzo 2022 per i lavoratori fragili e, dove non è possibile l’applicazione del lavoro agile, l’assenza dal lavoro viene equiparata al periodo di ricovero ospedaliero.

La pubblicazione della Legge n. 11/2022, in Gazzetta Ufficiale, contiene tutte le norme e la proroga dello smart working fino al 31 marzo del 2022.

Analizziamo le ultime novità sullo smart working e quali requisiti sono richiesti per potervi accedere fino al 31 marzo 2022. Successivamente, vedremo cosa cambierà dal 1° aprile.

Smart working fino al 31 marzo! Quali sono le ultime novità?

Il lavoro agile – smart working – dall’inizio della pandemia si è molto diffuso, sia nel settore pubblico sia nel settore privato. La pandemia del coronavirus, tra le tante conseguenze che ha portato, ha cambiato il nostro modo di vivere e di lavorare

Ma, nonostante tutte le difficoltà, da circa due anni, ci siamo abituati alle mascherine, al distanziamento e anche al lavoro agile.

In molti, però, si stanno domandando quali saranno le sorti dello smart working dopo la fine dello stato d’emergenza, il 31 marzo del 2022 – per il momento, senza possibilità di ulteriori proroghe.

Ma al di là di questo, da quando è stato istituito su tutto il territorio nazionale, lo smart working ha subito numerosissime proroghe. 

Tra le tante, il cosiddetto Decreto Covid Natale aveva stabilito la proroga fino al 28 febbraio del 2022 per i lavoratori fragili, fornendo anche un elenco delle patologie ammesse per accedere al lavoro agile. 

Tuttavia, in fase di conversione del decreto, un emendamento ha disposto la proroga fino al 31 marzo del 2022, andando, in questa maniera, a far coincidere la fine dello smart working con la fine dello stato d’emergenza. Tutte le novità, infatti, sono contenute nella Legge n. 11, pubblicata il 18 febbraio 2022.

Per essere più precisi, dov’è contenuta la nuova proroga? Sul sito pmi.it:

“La proroga è contenuta nell’articolo 17 del decreto, commi 1 comma 3-bis, che intervengono sull’articolo 26, commi 2 e 2 bis, del decreto legge 18/2020, determinandone l’efficacia fino al 31 marzo 2022”.

Delineiamo quali sono i caratteri generali dello smart working.

Smart working: ricordiamo di cosa si tratta!

Prima di analizzare quali sono le ultime novità sullo smart working e delineare una semplice guida sui requisiti necessari che devono possedere i lavoratori fragili per accedervi, è bene andare a ricordare cos’è il lavoro agile.

Il punto forte dello smart working è la flessibilità organizzativa di cui dispone il lavoratore e la possibilità di lavoratore da casa, attraverso l’ausilio di computer o tablet.

Infatti, questa modalità di lavoro ha come caratteristica fondamentale e principale quella di non avere né vincoli orari né spaziali, in modo tale che il lavoratore possa organizzare al meglio e, quindi, agilmente la giornata lavorativa. 

Tuttavia, vi è anche dell’altro. Come si legge sul sito lavoro.gov.it:

“[…] un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro […]”.

Ovviamente, i lavoratori che sono in smart working hanno gli stessi trattamenti economici, oltre che normativi, rispetto ai lavoratori che lavorano in presenza – per così dire.

Il lavoro agile si è rivelato molto importante durante il periodo della pandemia, soprattutto per preservare la salute dei lavoratori più fragili. Infatti, proprio per loro lo smart working è stato prorogato più volte. 

Di recente, è stato prorogato prima, fino al 28 marzo del 2022, tramite la pubblicazione del Decreto interministeriale del 4 febbraio 2022, firmato dai Ministri della Salute, del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Pubblica Amministrazione. 

Tuttavia, in sede di conversione del Dl n. 221/2022, un emendamento ha disposto l’ulteriore proroga dello smart working di un altro mese, ovvero fino al 31 marzo 2022, coincidente con la fine dello stato d’emergenza.

Iniziamo ad analizzare, quali sono le patologie indicate nel Decreto Interministeriale, per i lavoratori fragili.

Smart working 2022 per i lavoratori fragili. Quali patologie?

Come abbiamo detto in precedenza, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, l’11 febbraio del 2022, il Decreto interministeriale del 4 febbraio, nel quale sono individuate le patologie che permettono ai lavoratori fragili di poter lavorare in smart working.

Ovviamente, è necessario un certificato del medico di famiglia attestante le condizioni di salute del lavoratore e il conseguente rischio a lavorare in presenza.

Ricordiamo che il Decreto Interministeriale aveva prorogato lo smart working fino al 28 febbraio del 2022 per i lavoratori fragili. Tuttavia, la legge n. 11 del 18 febbraio 2022, ha prorogato lo smart working fino al 31 marzo 2022.

In ogni caso, è bene ricordare quali sono i casi e le patologie individuati, dal Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 febbraio scorso:

  • Fragilità indipendente dallo stato vaccinale;
  • Fragilità in presenza dell’esenzione dal vaccino.

Nella prima casistica rientrano tutti i lavoratori fragili per i quali è riscontrata una marcata compromissione della risposta immunitaria.

Nella seconda casistica, invece, rientrano i lavoratori fragili che hanno l’esenzione alla somministrazione del vaccino e che, inoltre, hanno più di sessant’anni o una delle condizioni presenti all’allegato 2 del decreto presente al seguente link.

Smart working: chi è considerato lavoratore fragile?

È bene dare una definizione di lavoratore fragile e capire chi rientra e chi non rientra in questa particolare categoria.

Come si può immaginare, i lavoratori fragili sono coloro affetti da patologie preesistenti e molto gravi e chi ha un’età molto avanzata.

La fragilità, quindi, dipende da patologie pregresse che, esposte a condizioni particolari, in questo caso al covid, rendono il lavoratore molto più vulnerabile. 

Se, invece, consideriamo sia l’età avanzata, sia la presenza di più patologie pregresse, la condizione diventa molto grave.

Naturalmente, questa condizione deve essere accertata tramite un apposito certificato che viene rilasciato dalle autorità sanitarie territorialmente competenti oppure dai medici di famiglia.

Se vogliamo fare alcuni esempi, lo status di lavoratore fragile è attestato dalla presenza di patologie come immunodepressione, disabilità grave, in base a quanto stabilito dalla Legge 104/1992, da patologie oncologiche oppure se il lavoratore è sottoposto allo svolgimento di terapie salvavita.

Smart working prorogato: ecco le novità della Legge n. 11/2022!

La Legge n. 11, del 18 febbraio 2022, è approdata in Gazzetta Ufficiale. Oltre alle novità relative alla proroga dello stato d’emergenza fino alla fine di marzo, sono presenti anche novità in relazione al lavoro agile.

Come si legge sul sito lavoro.gov.it:

“[…] il termine per l’utilizzo della procedura semplificata di comunicazione dello smart working […] è confermato fino al 31 marzo 2022 […]”.

Inoltre, come abbiamo già detto anche in precedenza, ci sono novità anche per i lavoratori fragili, per i quali è previsto fino al 31 marzo del 2022, lo svolgimento del lavoro in smart working anche, sempre come si legge sul sito lavoro.gov.it:

“[…] attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o  area di inquadramento o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto […]”.

Ma per i lavoratori fragili e per i lavoratori con gravi disabilità, rientranti nella Legge 104/92, qualora non si possa svolgere il lavoro in smart working, la Legge n. 11 prevede che l’assenza dal lavoro venga equiparata al ricovero ospedaliero.

Smart working: cosa ne sarà dal 1° aprile?

Durante la pandemia del coronavirus, milioni di lavoratori si sono ritrovati immersi in una situazione lavorativa nuova. Lo smart working, con modalità differenti, è stato utilizzato sia nel settore pubblico sia nel settore privato e, ovviamente, il suo utilizzo è variato anche in relazione ai diverti tipi di settori.

Con la fine dello stato d’emergenza, il 31 marzo del 2022, a partire dal mese di aprile si dovrebbe ritornare, gradualmente, alla normalità e, quindi, i datori di lavoro e i lavoratori si chiedono che cosa ne sarà dello smart working. Ebbene, abbiamo i primi chiarimenti.

Durante la fase emergenziale, le aziende hanno potuto ricorrere allo smart working molto semplicemente ed eccezionalmente senza troppe pratiche burocratiche da eseguire. 

Si sta pensando a forme ibride di lavoro, ovvero alternanza di giornate lavorative in presenza e giornate lavorative da remoto, per evitare un affollamento eccessivo di colpo all’interno dei luoghi di lavoro.

Si ricorda che in base alle linee guida sul lavoro agile, pubblicate il 7 dicembre, per lavorare in smart working serve che sia stipulata un’adesione volontaria tra lavoratore e azienda, tramite un accordo individuale.

Inoltre, come riporta il sito corriere.it:

“Le aziende private potranno siglare accordi con i dipendenti prevedendo forme alternative di smart working”.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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