Il Governo torna a discutere sulla Manovra finanziaria, in attesa dell’approvazione del Documento di Economia e Finanza (Def): quali sono le ipotesi e le novità in arrivo per quanto riguarda le pensioni?
Dall’aumento sull’assegno minimo alla proroga di Quota 103, fino al ritorno alla vecchia Opzione Donna: ecco tutte le novità sulle pensioni che dovete tenere sotto controllo in vista dell’approvazione della Manovra 2024.
Manovra 2024, tutte le ipotesi sulle pensioni
Nella Manovra 2024 dovrebbe confluire un tesoretto da 2 miliardi di euro con il quale il Governo intende intervenire sulle pensioni, ma quali sono le ipotesi e cosa c’è da aspettarsi?
Si è a lungo discusso sulla possibile proroga di Quota 103 e sull’aumento delle pensioni minime, oltre al ritorno di Opzione Donna e alle modifiche all’Ape Sociale. Un capitolo importante riguarda anche i giovani e le donne, e tutti coloro che hanno avuto carriere lavorative discontinue: per loro sono in arrivo fondi di garanzia.
Con le risorse a disposizione non si potrà certo superare la Legge Fornero, ma si possono introdurre correttivi e modifiche alle attuali finestre per garantire flessibilità e ricambio generazionale.
Ecco quali sono le 5 novità da tenere sotto controllo in tema di pensioni, in vista dell’approvazione della Legge di Bilancio 2024.
Quota 103 e Ape Sociale verso la proroga
In primis, nella Manovra 2024 potrebbero essere introdotte due proroghe: da un lato verrebbe confermata Quota 103 come finestra di uscita anticipata dal lavoro; dall’altra parte verrebbe estesa e prorogata anche Ape Sociale, con nuovi beneficiari.
Quota 103 è la finestra di anticipo pensionistico che consente ai lavoratori di lasciare il lavoro al compimento di 62 anni di età e con almeno 41 anni di contributi versati.
Per quanto riguarda l’Ape Sociale, invece, il Governo punta all’estensione della platea di beneficiari oltre alla proroga di un anno dei termini per la domanda. Questa alternativa consente di lasciare il lavoro a 63 anni di età e con almeno 30 anni di contributi, che diventano 36 anni per i lavoratori addetti a mansioni gravose.
Opzione Donna, si torna alle origini
Le parti sociali hanno poi chiesto esplicitamente al Governo di tornare alle vecchie condizioni di accesso a Opzione Donna, ovvero 58 anni di età (59 per le autonome), 35 anni di contributi e nient’altro.
Ad oggi questa finestra è riservata esclusivamente a tre categorie di lavoratrici: invalide, caregiver e lavoratrici licenziate o impiegate in aziende in crisi.
Aumento delle pensioni minime e della pensione di invalidità
Si è poi avanzata l’ipotesi di un nuovo aumento sulle pensioni minime, ad oggi portate a 600 euro: l’incremento non porterebbe gli assegni a 1.000 euro – come proposto da Forza Italia – ma potrebbe innalzare a 670 euro il trattamento minimo.
Con l’approvazione di una risoluzione n Parlamento, inoltre, il Governo si è impegnato a prevedere un aumento sulle pensioni di invalidità qualora dovessero esserci le risorse per predisporre tale aumento.
Taglio alla rivalutazione delle pensioni 2024
In adeguamento al costo della vita, anche nel 2024 le pensioni otterranno una rivalutazione: dapprima verrà applicato un tasso dello 0,80% pari alla differenza tra l’aliquota provvisoria applicata per la rivalutazione 2023 (7,3%) e quella definitiva accertata dall’Istat (8,1%).
Successivamente le pensioni andranno ad adeguarsi all’aumento del costo della vita evidenziato dall’ISTAT: secondo le previsioni del Def, quest’ultimo dovrebbe essere pari al 5,7%.
Dovrebbe essere confermato il meccanismo adottato per il 2023, ovvero un taglio della rivalutazione per gli assegni di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo.
Si vocifera anche su una possibile stretta sulla rivalutazione delle pensioni 2024 per poter recuperare circa 1 miliardo di euro da utilizzare per altre misure.
Part-time negli anni che precedono la pensione
Infine, si ipotizza l’introduzione del modello scandinavo anche in Italia: in altre -parole, si punta all’introduzione del part-time negli ultimi anni di lavoro che precedono la pensione.
Così facendo, con la riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione mensile, si andrebbe a compensare con il pagamento anticipato di una parte della pensione maturata.
Al contempo, l’azienda potrebbe procedere con l’assunzione di giovani under 35 che verrebbero formati dal pensionato uscente e andrebbero poi a sostituirlo nell’azienda stessa.
Questo metodo è stato anticipato dal Ministro Adolfo Urso ma, al momento, non vi sono le risorse necessarie per introdurlo: qualora venisse trovato un tesoretto, il Governo potrebbe decidere di procedere in questo senso.
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