Riforma pensioni, Draghi la dimentica. Torna la Fornero

Il premier Mario Draghi si è sostanzialmente dimenticato della riforma delle pensioni. Non ne viene fatta menzione nel Documento di Economia e Finanze (Def).

Il premier Mario Draghi si è sostanzialmente dimenticato della riforma delle pensioni. Non ne viene fatta menzione nel Documento di Economia e Finanze (Def). Questo cosa significa? Alla fine dell’anno i lavoratori dovranno completamente mettersi il cuore in pace ed accettare che la Legge Fornero sia l’unica normativa, che regoli come andare in pensione

L’allarme tra gli addetti ai lavori si inizia già ad alzare. Questa dimenticanza non può proprio passare inosservata. La riforma delle pensioni sembra che sia uscita nuovamente dall’agenda del Governo. L’argomento è stato sfiorato superficialmente nel capitolo relativo agli impatti pluriennali che le spese previdenziali avranno sulle casse dello Stato. Ma al momento è stato rinviato qualsiasi altro tipo di discorso, anche quello relativo agli interventi più strutturali che le pensioni richiederebbero. Tra l’altro nel corso dell’ultimo incontro, che si è tenuto tra il premier ed i sindacati, si è parlato esclusivamente della necessità di un confronto più articolato e permanente sui temi più legati della crisi. Ma sulle pensioni non si è fatta nessuna parola, complice anche il recente conflitto scoppiato in Ucraina, che sembra proprio che abbia fatto saltare il tavolo della riforma.

Riforma delle pensioni, una dimenticanza troppo vistosa!

All’interno del Def è contenuto un unico capitolo dedicato al tema delle pensioni, ma si limita unicamente a proporre un disegno di legge attraverso il quale si riordinino quelle di invalidità. A fare il punto della situazione su questo argomento di ha pensato Erika Stefani, Ministro per le Disabilità, la quale ha spiegato:

Abbiamo fortemente voluto tale misura anche per recepire la sentenza n. 152 della Corte Costituzionale del 23 giugno 2020, la quale ha precisato che un assegno mensile di circa 286 euro è inadeguato.

Certo, il tema delle pensioni di invalidità è molto importante e non deve essere trascurato. Ma, senza dubbio, il Governo ha anche la necessità di mantenere alta l’attenzione sulle riforme strutturali. Daniele Franco, Ministro dell’Economia ha sottolineato che sarà necessario prestare un particolare riguardo 

all’assetto del sistema pensionistico per il quale, nel pieno rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici, della sostenibilità del debito e dell’impianto contributivo del sistema, occorrerà trovare soluzioni che consentano forme di flessibilità in uscita ed un rafforzamento della previdenza complementare. Occorrerà, altresì, approfondire le prospettive pensionistiche delle giovani generazioni.

Pensioni, senza una riforma torna la Fornero

Passano i mesi e le settimane, ma quando si torna sull’annoso tema legato alle pensioni e ad una loro possibile riforma, la parola d’ordine è sempre la stessa. Bisogna fare in fretta. Ma, soprattutto, è necessario fare bene. Nel caso in cui non ci dovessero essere degli interventi strutturali entro la fine dell’anno, a gennaio 2023 tornerà, nel suo splendore, la Legge Fornero. Anzi a dire il vero, dato che in realtà non è mai andata via né è stata abrogata, verrà applicata nella sua totale e completa interezza.

Ricordiamo, infatti, che il sistema delle Quote sono solo delle deroghe provvisorie. Lo abbiamo visto con Quota 100, che fino al 31 dicembre 2021 permetteva di andare in pensione con 62 anni e 38 di contributi. Lo stiamo vedendo ora, che c’è Quota 102, una misura introdotta in extremis dal Governo guidato da Mario Draghi, che permette di andare in pensione a 64 anni, con 38 di contributi. Ma questa misura si concluderà il 31 dicembre 2022: a quel punto i lavoratori avranno ben poche opzioni per andare in pensione. Grazie alla Legge Fornero si potrà accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni. In alternativa sarà necessario aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età anagrafica (per le donne basta un anno di meno). La Legge Fornero è stata da sempre osteggiata dal premier della Lega, Matteo Salvini.

Riforma pensioni, alcune linee guida per il 2022

Nulla di nuovo all’orizzonte direttamente nel Def, ma le linee guida sulla riforma delle pensioni del Ministero del Lavoro sono molto chiare. Nel corso delle ultime settimane i colloqui tra Governo e parti sociali sono continuati. L’intenzione, almeno sulla carta, sarebbe quello di attuare una riforma del sistema previdenziale che possa nascere dal dialogo tra le parti in causa, il cui risultato dovrebbe portare ad un sistema equo e flessibile nell’uscita dal mondo del lavoro.

Le intenzioni di Andrea Orlando, Ministro del Lavoro, sono le seguenti:

  • proseguire nell’azione di supporto per regolamentare le varie forme pensionistiche. Sostenere le gestioni previdenziali nel privato e nel pubblico. L’intenzione è quella di rafforzare le politiche previdenziali senza dimenticare pero la vigilanza della sostenibilità sociale e finanziaria del sistema previdenziale obbligatorio;
  • intervenire per lo sviluppo della previdenza complementare e sugli enti previdenziali e assicurativi, e gestione dei trasferimenti agli enti;
  • valutare le   possibili forme di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro compatibili con la sostenibilità del sistema previdenziale;
  • vigilare sulla corretta applicazione della normativa vigente a livello internazionale;
  • monitorare la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale e riassetto del sistema di governance e delle strutture organizzative degli enti pubblici di previdenza di assistenza nonché degli istituti di patronato.
Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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