Recentemente, l’Ecofin ha approvato la direttiva nota come Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), meglio conosciuta come la direttiva sulle case green. Questa normativa si propone di ridurre a zero le emissioni degli immobili, introducendo un cambiamento radicale nel settore edilizio. Nonostante il sostegno di molti stati, Italia e Ungheria hanno espresso il loro dissenso votando contro, mentre altri paesi come la Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia hanno scelto di astenersi.
A quanto ammonta il costo per la transizione verde
La transizione verso edifici a zero emissioni comporta un investimento notevole. Si stima che il costo annuo per raggiungere questi obiettivi sarà di circa 275 miliardi di euro. Questa cifra coprirà le spese necessarie per adeguare il parco immobiliare esistente e per costruire nuove strutture che rispettino i nuovi standard di efficienza energetica.
Una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, gli Stati membri avranno due anni per recepire la direttiva. Durante questo periodo, ogni paese dovrà presentare un piano dettagliato per la ristrutturazione del proprio parco edilizio residenziale, delineando le tappe per raggiungere gli obiettivi fissati da Bruxelles.
Le sfide del Superbonus
Parallelamente, in Italia, la fine del superbonus per la ristrutturazione delle case, e l’introduzione di possibili nuovi bonus, è stata deliberata dal consiglio dei ministri, con una riduzione dal 110% al 70% prevista per il 2024. Questa decisione segna un punto di svolta significativo, dato che il superbonus ha rappresentato fino ad ora uno strumento importante per l’incremento dell’efficienza energetica negli edifici.
Nonostante l’entusiasmo per la direttiva, i dubbi principali emergono dubbi su chi sosterrà finanziariamente queste ambiziose riforme. Fino ad ora, la direttiva non prevede nuove risorse finanziarie da parte dell’UE, ma sollecita gli Stati membri a utilizzare i fondi già disponibili. Questo potrebbe rappresentare una sfida significativa, soprattutto per quei paesi con bilanci più stretti.
Tuttavia, è essenziale notare che la direttiva green prevede già alcune esenzioni: non tutti gli edifici saranno soggetti a ristrutturazione. Sono esclusi gli edifici con vincoli specifici, come quelli nei centri storici o nelle aree protette, oltre a edifici destinati a scopi di difesa, le seconde case utilizzate meno di quattro mesi all’anno, gli edifici provvisori, quelli religiosi e i piccoli immobili inferiori ai 50 metri quadrati.
Quando entra in vigore la direttiva case green
La direttiva Case Green entrerà ufficialmente in vigore non appena verrà pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale” dell’Unione Europea. Da quel momento, gli Stati membri avranno appunto un periodo di due anni per recepire la normativa nei loro sistemi legislativi nazionali.
Questo significa che c’è un periodo di preparazione durante il quale ogni paese dovrà organizzare e pianificare adeguatamente le ristrutturazioni del proprio parco edilizio residenziale, conformemente agli obiettivi di sostenibilità energetica stabiliti. Questo periodo è necessario per assicurare che tutti gli aspetti logistici e finanziari siano gestiti efficacemente, permettendo così una transizione fluida verso l’adozione piena della direttiva.
Quanto manca all’approvazione e quali sono le mosse future
Nonostante la direttiva non preveda sanzioni specifiche, chiede ai legislatori nazionali di introdurre misure adeguate. In Italia, vista la resistenza politica, è poco probabile che si verifichino interventi restrittivi immediati. Inoltre, con le prossime elezioni del Parlamento Europeo, il quadro potrebbe evolvere ulteriormente, aprendo la strada a nuove negoziazioni e forse a modifiche della normativa.
La direttiva sulle case green segna un passo significativo verso un futuro più sostenibile. Tuttavia, il cammino verso l’approvazione e l’attuazione completa è ancora lungo e colmo di sfide. Sarà fondamentale monitorare come i vari Stati membri si adegueranno a queste nuove esigenze e come si evolveranno i finanziamenti necessari per garantire che gli obiettivi ambiziosi possano essere effettivamente raggiunti. E soprattutto, resterà da vedere la sorte dopo le attese elezioni europee.
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