La direttiva Ue sulle case green è l’argomento di maggior dibattito di questi giorni. La prima votazione ha segnato il via libera al processo legislativo che porterà ad imporre a tutti i Pesi membri di adeguarsi ai nuovi standard di efficientamento energetico.
Entro il 2033 tutti gli edifici dovranno essere in classe D, di conseguenza “spariranno” le classi F e G, ovvero gli immobili più obsoleti e inquinanti.
Questo comporterà per le tasche degli italiani una spesa notevole che potrebbe raddoppiare se non triplicare per chi possiede seconde e terze case.
Direttiva Case green, governo spaccato “costa troppo”
L’Italia è tra i Paesi che si sono opposti alla direttiva Ue case green che, tuttavia, è passata a maggioranza dei sì. Rischiano di dover essere ristrutturati quasi 4 milioni di edifici con costi ancora da definire.
Per ora non ci son certezza ma soltanto previsioni. Bisognerà attendere che l’Ue stabilisca i criteri per determinare la classe energetica; al momento infatti ogni Stato ha degli standard diversi, quindi un edificio italiano in classe G potrebbe passare ad una classe energetica differente.
Ciò che è certo sono le tempistiche:
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si dovrà raggiungere la classe F entro il 2030
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la scadenza per la classe D è invece il 2033
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Secondo alcune stime approssimative la spesa per eseguire un “salto di categoria” dalla classe G alla classe D entro il 2033 si aggira dai 20 ai 60 mila euro, a seconda della dimensioni e delle condizioni dell’immobile. Una cifra importante di cui non tutti sono a disposizione.
Quanto dovrà spendere chi ha seconde e terze case?
Si stima che nel nostro Paese gli edifici che potrebbero essere soggetti a ristrutturazione la direttiva europea sono all’incirca 3,7 milioni. Una cifra enorme, necessaria ad abbattere le emissioni di CO2, ridurre gli sprechi e adeguarsi ai nuovi standard di efficienza energetica.
Il problema resta il costo: infatti né l’Europa né il governo italiano hanno indicato se e in quale misura ci saranno bonus e agevolazioni per eseguire i lavori necessari.
Le preoccupazioni maggiori sono per coloro che possiedono una seconda casa o una terza casa, magari ereditata o di villeggiatura. La paura è quella di dover raddoppiare la spesa.
In realtà, su questo punto l’Ue è stata chiara: seconde e terze case sono escluse se utilizzate per meno di 4 mesi l’anno.
La direttiva case green non si applica nemmeno agli edifici di valore storico, ai luoghi di culto e agli immobili autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadri.