Tragedia dell’autobus di Mestre, guardrail non a norma: cosa prevede la legge

A seguito della tagedia dell'autobus di Mestre ci si interroga sulla sicurezza dei guardrail e sorgono diversi dubbi dagli esperti.

Il tragico incidente a Mestre, in cui un autobus si è ribaltato da un cavalcavia causando la morte di 21 persone, ha messo in luce diverse questioni legate alla sicurezza stradale. Oltre alle indagini per scoprire le cause precise dell’incidente, sono sorti dubbi sulla tenuta del guardrail del cavalcavia.

Esperti del settore hanno suggerito che il guardrail probabilmente non fosse conforme alle normative vigenti. Cosa dicono sui guardrail e come queste possono contribuire a comprendere se il guardrail coinvolto nell’incidente di Mestre era in regola.

Cosa sono e cosa dicono le norme sui guardrail

Le normative italiane che regolamentano le “barriere di sicurezza stradali,” comunemente note come guardrail, sono state oggetto di aggiornamenti nel corso degli anni, con una legge del 2004 come punto di riferimento principale.

Tuttavia, queste norme sono state soggette a modifiche nel tempo. Nel 2011, è entrato in vigore anche un regolamento europeo che ha uniformato alcune disposizioni relative a queste barriere, principalmente riguardanti la loro commercializzazione e i test di sicurezza prima della vendita.

I guardrail sono il tipo di barriera stradale più comune al mondo, progettati per contenere i veicoli che potrebbero uscire di strada a causa di uno sbandamento o un incidente. Solitamente realizzati in acciaio, possono anche essere in calcestruzzo o legno, con un nucleo interno in acciaio. Un altro tipo di barriera comune sono le “Jersey,” realizzate in cemento armato, utilizzate principalmente per la gestione del traffico o la delimitazione di zone.

L’obiettivo principale di un guardrail è assorbire l’energia di un veicolo in modo da limitare l’impatto sui passeggeri a bordo. La progettazione dei guardrail varia in base alla velocità consentita e al peso dei veicoli previsti sulla strada. Per esempio, le autostrade richiedono guardrail più spessi e alti rispetto alle strade statali, poiché le velocità sono più elevate.

Inoltre, strade come ponti, viadotti e cavalcavia richiedono guardrail più massicci a causa dei pericoli intrinseci a tali percorsi.

Classificazione dei guardrail in base alla normativa italiana

Le norme italiane prevedono sette diverse classi di guardrail, suddivise in base al “livello di contenimento” che possono garantire (N1, N2, H1, H2, H3, H4A, H4B).

La classe N1 offre il minor contenimento ed è adatta a strade cittadine, mentre le strade extraurbane e autostrade richiedono almeno la classe H1 o H2, che sono più spesse e più alte.

Su strade sopraelevate come ponti e cavalcavia, è richiesta almeno la classe H2, in grado di resistere all’impatto di un autocarro o un autobus.

Dubbi sulla sicurezza del guardrail coinvolto nell’Incidente di Mestre

Esperti del settore, inclusi Alfredo Principio Mortellaro, ex direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture stradali, hanno sollevato preoccupazioni sulla sicurezza del guardrail coinvolto nell’incidente di Mestre. Mortellaro ha sottolineato che per quel tratto di strada avrebbe dovuto essere presente un guardrail di classe H3 o H4B, molto più robusto di quello installato attualmente.

Inoltre, ha notato che il guardrail sembrava composto da diverse “piccole porzioni,” il che contravviene alle regole di installazione. Questi dubbi sollevano interrogativi sulla manutenzione e sulla conformità alle norme di sicurezza.

Per concludere, la tragedia di Mestre, che ha visto la morte di 21 persone tra cui l’autista Alberto Rizzotto, unico italiano, ha sollevato importanti questioni sulla sicurezza dei guardrail stradali e sulla conformità alle normative vigenti. È essenziale che vengano condotte indagini approfondite per comprendere meglio le circostanze dell’incidente e stabilire se il guardrail abbia svolto il suo ruolo nella prevenzione di conseguenze più gravi.

In ogni caso, questo evento tragico richiama l’attenzione sulla necessità di mantenere le infrastrutture stradali in condizioni ottimali per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada.

Robert Sanasi
Robert Sanasi
Copywriter. Classe 1981. Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione all'Università di Lecce per poi trasferirmi all'estero e lavorare nelle grandi aziende del digitale. Ho vissuto in Irlanda, Francia, Polonia e Slovacchia. La mia passione per la scrittura mi ha portato a scrivere e pubblicare romanzi di narrativa in Italia e Inghilterra e a specializzarmi nel Content e Copywriting in italiano e inglese. Amo la letteratura, il cinema, la musica rock e il calcio. Tornato a casa in Salento in pianta stabile, lavoro da remoto.
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