Italo Bocchino, chi è l’ex deputato PDL oggi giornalista e opinionista a Otto e Mezzo

Chi è Italo Bocchino, oggi opinionista dalla Gruber, a Otto e Mezzo, e prima ex deputato di AN, PdL e FLI, oltre che giornalista ed editore.

Molti pensavano si fosse ritirato a vita privata, e invece Italo Bocchino è tornato alla ribalta, grazie alle sue ultime comparsate nel popolare programma condotto da Lilli Gruber, Otto e Mezzo (LA7).

In molti lo avevano lasciato come deputato dell’allora Popolo delle Libertà (oggi Forza Italia), passato nel 2010 a Futuro e Libertà per l’Italia, con Gianfranco Fini, divenendone, il 3 agosto 2010, Capogruppo del gruppo parlamentare alla Camera.

E dopo anni ritorna alla carica, e non solo come opinionista, ma anche come direttore editoriale per una famosa testata giornalistica nazionale.

Ma prima di concentrarci sulla sua carriera giornalistica, facciamo il punto della situazione sulla sua biografia politica.

Italo Bocchino, chi è l’ex deputato AN, PDL e di Futuro e Libertà per l’Italia

Classe 1967, la vita e l’identità di Italo Bocchino sono strettamente legati alla politica, in particolare alla destra italiana.

Giovanissimo, aderisce all’organizzazione giovanile dell’MSI, Movimento Sociale Italiano, dopo l’iscrizione al FUAN, Fronte universitario d’azione Nazionale, durante il corso in giurisprudenza.

Ma sarà con MSI che entrerà nel Parlamento, nel 1996, con la sua elezione alla Camera nel collegio uninominale di Casal Di Principe. E questo grazie agli accordi tra AN e Polo per le Libertà di Silvio Berlusconi.

Accordi che permettono a Italo Bocchino di venire eletto anche nel 2001, e di diventare membro di diverse commissioni, tra cui la Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’affare Telekom Serbia, ovvero l’acquisto nel 1997 di azioni dell’azienda telefonica Telekom Serbia da parte di Telecom Italia, in cui sarebbero state pagate anche delle tangenti ad esponenti del centrosinistra.

Inoltre, nel 2005, tenta la corsa a Palazzo Santa Lucia, ma alle elezioni regionali in Campania il diessino Antonio Bassolino vince col 61,56%.

Va detto però che, col 34,38%, Italo Bocchino riesce a diventare il leader dell’opposizione in consiglio regionale, ma successivamente decide di lasciare l’incarico, in maniera serena, per continuare a svolgere il ruolo di deputato a Montecitorio.

Infatti verrà rieletto come deputato ancora due volte, nel 2006 e nel 2008. Ma se nel 2006 diventa capogruppo di AN nella I Commissione e membro dell’esecutivo nazionale del partito, nel 2008 passa al Popolo delle Libertà, diventandone vice-capogruppo vicario alla Camera.

Carica che durerà pochi anni, sempre per dimissioni volontarie. Ma stavolta non in maniera serena.

Il 29 aprile 2010 rassegna le dimissioni da Vicecapogruppo vicario a seguito dello scontro tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, e dell’espulsione di quest’ultimo dal PdL. Oltre a Bocchino, anche Carmelo Briguglio e Fabio Granata vengono messi fuori dal Popolo delle Libertà.

A seguito della cacciata, Italo Bocchino fonda con Gianfranco Fini Futuro e Libertà per l’Italia, diventandone capogruppo il 3 agosto 2020, e il 13 febbraio 2021 presidente ad interim per tutta la legislatura, per via dell’autosospensione di Fini perché Presidente della Camera dei Deputati.

Successivamnete manterrà la carica di Vicepresidente, ma per poco. Alle Elezioni politiche del 2013 il partito si presenta da solo, senza coalizzarsi col restante centrodestra. Il risultato è disastroso: Futuro e Libertà per l’Italia ottiene lo 0,47%.

E dato che l’allora legge elettorale, il Porcellum, richiede almeno il 4% di consensi a livello nazionale per l’elezione alla Camera, il partito di Fini e Bocchino si ritrova senza alcun deputato eletto.

A seguito di questa sconfitta, Italo Bocchino e Gianfranco Fini si dimettono da FLI, partito che si dissolverà nel 2017, confluendo nel Movimento Nazionale per la Sovranità di Francesco Storace. E nel 2019 in Fratelli d’Italia.

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Italo Bocchino e Secolo d’Italia, da cronista a direttore

Altro punto fondamentale nella biografia di Italo Bocchino è il giornalismo, anch’esso legato a doppio filo con la sua carriera politica.

Come portavoce del deputato AN Giuseppe Tatarella, Italo ha collaborato per il quotidiano Roma, edito dallo stesso deputato.

Successivamente, a trent’anni, entra nella redazione del Secolo d’Italia, quando Tatarella divenne Vicepresidente del Consiglio dei Ministri durante il Governo Berlusconi I. Si parla dell’ex organo ufficiale dell’MSI, oggi edito dalla fondazione AN.

E se nel 1994 entra nella redazione come cronista parlamentare, vent’anni dopo, dopo la sua uscita da FdI, ne diventa direttore editoriale, dopo anni alla direzione della rivista Con e come editore per il quotidiano Roma.

Oltre a ciò, Italo Bocchino ha insegnato alla Luiss Business School, ed è stato eletto vicepresidente della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG). Tutte attività però “all’ombra”, senza mettersi troppo davanti ai riflettori.

Infatti ha colpito molto il suo ritorno alla TV, come opinionista a Otto e Mezzo. Un ritorno forse dettato dall’esigenza di La7 ad ospitare sempre più voci appartenenti alle ale conservatrici. E non si parla solo di politici, ma anche giornalisti e opinionisti.

Ma non tanto per garantire il pluralismo mediatico, quanto più per creare scontri, polemiche e controversie, così da alimentare il dibattito e rendere più “attraente” l’offerta televisiva della rete.

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