Il Ddl Salvamare è realtà: raccogliere rifiuti non è reato!

La Legge Salvamare revoca il reato di traffico di rifiuti e apre verso l'educazione ambientale! Ecco cosa ha detto Sergio Costa.

La legge Salvamare è stata finalmente approvata in Senato, dopo un inter di approvazione lungo ben 4 anni, adesso è realtà. Raccogliere rifiuti in mare, ora, non è più un reato. Una notizia che attendavamo con ansia da molto tempo.

La Legge Salvamare, o ddl Salvamare, era stato presentato nel 2018 dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e tutti noi aspettavamo la sua approvazione, che è avvenuta solamente pochi giorni fa, ovvero l’11 maggio nell’aula del Senato della Repubblica. La legge è passata con 198 voti favorevoli, 17 astenuti e nessun voto contrario.

Questa legge costituisce un passo importante per il futuro del mare. Prima che venisse approvata, raccogliere la plastica in mare era considerato un reato. Qualcosa di assurdo se pensiamo alla quantità di plastica e di rifiuti che quotidianamente vengono riversati in mare e che poi ritroviamo sulle spiagge.

La Legge Salvamare è un provvedimento di civiltà e di rispetto per l’ambiente marino. Ma cosa più importante, non ha come obiettivo quello di infliggere una pena, ma quello di premiare chi, durante la navigazione, riesce a raccogliere i rifiuti e a portali sulla terra ferma. Che non è cosa scontata. 

Molti hanno già capito che punire i trasgressori è molto meno efficace rispetto a quando li si premia. Anche perché è materialmente impossibile beccare e punire tutti quelli che scaricano rifiuti in mare o sulla spiaggia. Mentre è ovvio che un pescareccio che ha provveduto a raccogliere i rifiuti trovati lungo la sua navigazione andrà subito ad avvisare le autorità.

La mazzata, no. Il biscotto, sì. Funziona con tutti. 

Cosa dice la Legge Salvamare?

La Legge Salvamare, come avrete potuto intuire dalle poche parole di apertura, consente ai pescatori di poter recuperare plastica dal mare e portarla sulla terra ferma, al porto. La legge vale anche per la raccolta di plastica nei laghi e nei fiumi. Qui, le autorità dovranno riceverla per conferirla in apposite isole ecologiche dove si provvederà ad effettuare il riciclo.

Fino ad ora, infatti, i pescatori che trovavano nelle loro reti della plastica erano costretti a ributtarla in mare perché se solo avessero portato la plastica a riva sarebbero stati puniti per traffico illecito di rifiuti. Un provvedimento assurdo e senza senso. 

Sono felicissimo, emozionato e commosso: dopo quasi 4 anni da quell’estate 2018, quando scrissi il Disegno di legge Governativo “SalvaMare”, oggi è diventato legge. – scrive Costa sul suo profilo Facebook – La perseveranza, la testardaggine, la voglia, la passione, con un pizzico di pazzia parlamentare, hanno trasformato un’idea in una legge che fa bene al mare e all’Italia. 

Prima i pescatori e i cittadini che trovavano rifiuti in mare non potevano rimuoverli: era reato!!! Un assurdo.

Dire che il reato di traffico illecito di rifiuti sia assurdo è davvero poco. Le cooperative di pescatori hanno implorato Costa di riuscire a trovare un rimedio a questa vergognosa normativa, e adesso è realtà:

Adesso chi raccoglie i rifiuti abbandonati in mare non commetterà più reato. Li potrà raccogliere e depositare gratuitamente nelle isole ecologiche appositamente approntate a cura delle Autorità portuali. 

Questo si potrà fare anche lungo i fiumi, nelle lagune e nei laghi. Sarà sempre l’Autorità di gestione di quello specchio o corso d’acqua a prenderli gratuitamente.

Liberiamo il mare dalla plastica

Quello che si trova in mare e sulle spiagge è impressionante, e chi ha avuto modo di girare per le spiagge alla ricerca di qualche reperto sa a cosa faccio riferimento: rifiuti vecchi di 50-60-70 anni!

Secondo le stime di Fedagripesca e Confcooperative, grazie all’approvazione di questa legge, le flotte di pescarecci in 10 anni riusciranno a liberare il mare da 30 mila tonnellate di rifiuti.

L’indagine è stata svolta da Legambiente, scrive il Corriere della Sera, “basata sui dati raccolti in 53 spiagge di 14 regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, Veneto) indica un totale di 44.882 rifiuti in un’area totale di 271.500 mq.

Il risultato di questo studio è impressionante, perché ogni 100 metri di spiaggia troviamo, secondo Legambiente, 834 rifiuti (8 rifiuti ad ogni passo). Per gli standard europei, quindi, queste spiagge superano le soglie imposte dalle disposizioni Eu sul loro stato ambientale.

Secondo queste soglie, infatti, una spiaggia è considerata pulita “solo” quando ogni 100 metri troviamo 20 rifiuti abbandonati. Ma cosa troviamo sulle spiagge italiane? Beh, proprio di tutto. Ma soprattutto plastica. La plastica è il materiale più inquinante del mondo, soprattutto le micro.

Secondo lo studio di Legambiente, l’84% degli oggetti rinvenuti sulle spiagge è di plastica, vengono poi seguite i rifiuti metallici (4,5%), i rifiuti di cartone o carta (4,3%) e i rifiuti di vetro e ceramica (3,5%). Inoltre, il 46% dei rifiuti riguarda i prodotti usa e getta, alcuni dei quali già vietati dalla direttiva europea, come cannucce e simili.

Non solo plastica sulle spiagge

Ma non solo plastica. Secondo l’indagine eseguita da Beach Litter 2022, nella top ten troviamo anche altre tipologie di rifiuti. Al primo posto troviamo ovviamente la plastica con una dimensione compresa tra 2,5 e 50 cm (14,7% del totale).

Seguono, i mozziconi di sigarette (l’8,5%) e i pezzi di polistirolo (8,4%). Lungo le nostre spiagge possiamo trovare anche tappi, coperchi in plastica (7,9%), stoviglie usa e getta (6,1%), bottiglie e contenitori in plastica per bevande (4,8%), reti o sacchi per mitili o ostriche (4,7%), cotton fioc in plastica (4,5%), oggetti e frammenti in plastica espansa (non di polistirolo) con il 2% e “altre bottiglie e contenitori in plastica” (1,9%).

Purtroppo, la battaglia contro l’inquinamento non si vince solamente con l’approvazione della Legge Salvaplastica, anche se questa costituisce un passo importante. Serve un’educazione alla cura dell’ambiente e degli spazi pubblici, un obbligo già introdotto dal ddl.

Da oggi saranno possibili campagne di sensibilizzazione, di informazione, di partecipazione organizzate da cittadini volenterosi con l’aiuto dello Stato. – scrive Costa – Da oggi l’Educazione Ambientale entra prepotentemente in tutte le scuole italiane. Prima era possibile, ma non obbligatorio. Da adesso si. Inoltre, tutte le scuole dovranno fare raccolta differenziata, con l’aiuto degli studenti.

L’educazione ambientale è fondamentale per la riduzione dell’inquinamento, perché solo così potremmo vedere meno rifiuti sulle nostre spiagge e in mare. La legge Salvamare costituisce una prima svolta verso il miglioramento dei nostri paesaggi, dei nostri bellissimi mari, dei nostri laghi e dei nostri fiumi.

I costi di gestione saranno coperti da una specifica componente che si aggiunge alla tassa o tariffa sui rifiuti. Chi inquina, paga ed è logico che l’uomo debba pagare per l’inquinamento che produce.

“Ci sono tante altre cose nella legge che segna una grande conquista per i cittadini e per chi ama il mare. L’ho voluta, l’ho desiderata e, insieme a me, l’ha voluta e desiderata anche il Parlamento. Finalmente una bella notizia di cui andare tutti fieri.”

Che sia il primo passo verso la liberazione dalla dittatura dei rifiuti e della plastica.

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