Olanda, cade il Governo guidato da Rutte: ecco il motivo e che cosa succede adesso

Olanda, cade il Governo guidato da Mark Rutte: ecco il motivo che ha portato alla crisi nella coalizione di maggioranza e che cosa succede adesso.

In Olanda cade il quarto Governo guidato da Mark Rutte. Il premier olandese che è al Governo dall’ottobre del 2010 appartenente al Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) non ha più la maggioranza per approvare alcune misure legate al tema dell’immigrazione e dell’asilo.

Vediamo di capire le motivazioni per le quali l’esecutivo è arrivato al capolinea e che cosa succederà adesso nei Paesi Bassi.

Olanda, cade il Governo Rutte: la causa legata al tema migranti

Mark Rutte, 56 anni, guida il Paese ininterrottamente dal 2010 ed è il primo ministro più longevo della storia dell’Olanda.

Rutte è anche uno dei premier più longevi d’Europa . Il suo quarto esecutivo è infatti caduto dopo un inconcludente negoziato sulle nuove misure da mettere in campo sulla migrazione e l’asilo.

Dopo settimane di colloqui, i quattro partiti che formavano la coalizione quadripartita su cui si reggeva il quarto gabinetto guidato da Mark Rutte non hanno trovato un accordo su una serie di misure riguardanti l’immigrazione, portando alla crisi.

Sono quattro infatti i partiti che erano nella coalizione che sosteneva Rutte: la coalizione alla guida del IV governo Rutte era formata dal Partito popolare per la libertà e democrazia (VVD), di cui è membro lo stesso primo ministro, dai liberali di D66, dai Cristiano democratici dell’Appello cristiano democratico (Cda) e dai calvinisti dell’Unione Cristiana (Cu).

A dividere la coalizione sono state le misure volte a limitare il ricongiungimento familiare dei migranti.

La spaccatura legata alle politiche di ricongiungimento

Il premier Mark Rutte e il partito alleato ”Appello cristiano democratico (Cda)” spingevano per una limitazione netta del ricongiungimento familiare per i migranti. L’altra metà dell’alleanza, i liberali del partito D66 e i calvinisti dell’Unione Cristiana, si è opposta.

Nella giornata di venerdì si sono tenute estenuanti trattative ma alla fine Rutte ha dovuto prendere atto della situazione di spaccatura.

A forzare la mano era stato Rutte stesso minacciando di far uscire il suo partito liberalconservatore (il Vvd, che ha anche la maggioranza) dal governo sulla questione, a meno che non si raggiungesse un accordo prima della pausa estiva.

Il Vvd, come illustra Il Sole 24 Ore, avrebbe voluto creare un sistema a due livelli per i richiedenti asilo, in cui le persone minacciate di persecuzione avrebbero goduto di maggiori diritti rispetto a chi fugge da zone di guerra, mettendo anche un tetto annuo, 200, ai ricongiungimenti familiari riguardanti i rifugiati nella seconda categoria. Su quest’ultimo punto in particolare le divergenze sarebbero diventate insanabili con i partner di coalizione, soprattutto l’Unione cristiana.

I Paesi Bassi hanno già una delle politiche migratorie più restrittive d’Europa, ma sotto la pressione dei partiti di destra, Rutte ha cercato di ridurre ulteriormente l’afflusso di richiedenti asilo.

Un ultimo tentativo di mediazione era stato messo sul tavolo e prevedeva lo stop solamente ”temporaneo” ai ricongiungimenti familiari in caso di eccessivo aumento di flussi i migratori. Per i liberali e, soprattutto, per l’Unione Cristiana, la misura restava eccessivamente severa.

Il portavoce dell’Unione cristiana, uno dei quattro partiti di maggioranza Rim Kuijsten ha detto: ”Abbiamo deciso di mettere fine a questo governo”.

Olanda, le parole del primo ministro Rutte

Stasera, ha detto, abbiamo purtroppo raggiunto la conclusione che le differenze sono insormontabili. Per questo motivo a breve presenterò le mie dimissioni per iscritto al re a nome di tutto il governo

ha detto in conferenza stampa in serata Mark Rutte.

Le misure volte a limitare il ricongiungimento familiare dei migranti hanno quindi visto scontrarsi due visioni opposte: da un lato quella conservatrice dei partiti VVD e CDA e dall’altro, la linea aperturista di liberali e calvinisti.

Un Governo Rutte IV che era nato dopo estenuanti trattative

Il partito del premier Rutte aveva vinto nel marzo del 2021 le elezioni ma non aveva ottenuto una maggioranza per potere governare da solo.

Dopo estenuanti trattative nel gennaio del 2022, il governo Rutte IV nasceva con l’appoggio decisivo dei liberali. Il governo olandese ha comunque navigato a lungo in acque agitate per la turbolenza interna manifestata più volte dentro la coalizione.

Che cosa può succedere adesso in Olanda

Lo scenario più probabile ora in Olanda è che si torni alle elezioni. Si fa già strada un’ipotesi concreta che si possa andare al voto già nel mese di ottobre. O comunque entro il mese di novembre.

Da decifrare ora quale sarà la strategia del premier Rutte che di certo punterà a tornare al Governo ancora una volta e dare vita ad un Governo Rutte V. Naturalmente tutto passa per il consenso che potrà riuscire ad aggregare attorno al suo partito.

Da ricordare infine che sul tema migranti di recente Rutte insieme alla premier italiana Giorgia Meloni e alla presidente dell’Unione Europea Ursula von der Leyen si era anche recato a Tunisi per trovare una soluzione su un fronte molto caldo di questi tempi.

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