La politica è piena di erbacce da estirpare. Questo è solo uno dei tanti commenti di Conte alla luce delle inchieste dell’autorità giudiziaria riguardanti lo scambio di voti in vista delle elezioni a Bari.
Ed è scontro tra i due esponenti ormai in rottura Conte Schlein.
La segretaria dem accusa i 5 stelle di aiutare la destra e Conte non ci sta, rispondendo che si agisce solo in nome della legalità, un valore che non può essere negoziabile.
Rotture Conte Schlein: acceso scambio di accuse a Bari
Conte non ci sta a continuare la campagna elettorale in vista delle elezioni a Bari e interrompe la corsa verso le primarie. Alla terza inchiesta giudiziaria per inquinamento dei voti, non si può continuare come se nulla fosse, afferma.
Ed è scontro tra PD e 5stelle, proprio nel momento in cui il Movimento si sarebbe confrontato per la prima volta con le primarie.
Addio al campolargo dunque, e la reazione da parte del Pd non si è fatta attendere. Conte si dice dispiaciuto per questo ma, come lo stesso leader sottolinea, non si possono accettare mancanze di rispetto né tantomeno che qualcuno dica che il M5s è sleale o alludere a ciò.
E come i fatti hanno dimostrato, nel corso di queste ultime due settimane, non avendo ritirato le accuse di slealtà, non è stato più possibile lavorare con il Pd.
Si voleva convincere i pentastellati ad eliminare le candidature di Laforgia e Leccese per individuare una terza figura da proporre insieme.
Ma c’è stata la rottura Conte Schlein. Questo perché, continua a dichiarare il leader M5s,
noi a Bari eravamo all’opposizione, abbiamo accettato di fare un percorso comune ma su determinati presupposti. Se c’è qualcuno che fa finta di nulla o vuole sminuire non ci stiamo. La situazione è oggettivamente grave.
Ovviamente non è tardata ad arrivare la risposta della segretaria di partito Schlein. Subito infatti in un comizio in piazza ha ribadito che
Io sono qui con voi perché a differenza di altri, io mantengo la parola data. E mi dispiace per la decisione presa ieri da Giuseppe Conte, unilateralmente, ha deciso senza cercare una soluzione perché così aiuta la destra.
Secondo la segretaria Schlein, togliendo il candidato Laforgia e Leccese, entrambi i partiti avrebbero fatto un passo indietro ma nell’obiettivo più alto di farne uno avanti insieme.
Il secco no di Conte fa pensare dunque a una risposta già architettata, ribadisce la Schlein, che continua allora nel sostegno a Leccese, definendolo persona “perbene e specchiata”.
Non tutti i candidati stavano scambiando voti e per questo non è corretto fare di tutta l’erba un fascio: questa in sostanza la difesa di Schlein. D’altronde, aggiunge lanciando una frecciata al vetriolo ai cinque stelle
Chi ha iniziato a fare politica con palazzo Chigi capisco che non abbia dimestichezza con la militanza e con i gazebo.
Ma il rispetto deve prevalere sempre, in un contesto o nell’altro. E Conte chiude il discorso affermando che se il Pd non c’è, se ne faranno una ragione.
Cosa succede ora: Laforgia e Leccese divisi al primo turno
Questa è dunque la parola finale che sancisce definitivamente la rottura Conte Schlein.
Fatto sta infatti che Laforgia dei 5 stelle e Leccese del Pd viaggeranno separati al primo turno.
Solo nel caso di un eventuale ballottaggio allora si appoggeranno a vicenda, perché nonostante i disaccordi interni vogliono lanciare il messaggio di essere a ogni modo uniti contro una destra arrogante.
Le elezioni amministrative di Bari si terranno precisamente nelle giornate dell’8 e 9 giugno, in concomitanza con quelle per il Parlamento Europeo.
La dichiarazione che i due candidati hanno rilasciato è congiunta. Ovviamente si ribadisce il tentativo di muoversi su un fronte comune progressista ma prendendo atto delle varie divergenze emerse in corso d’opera.
Il focus -i due esponenti sono assolutamente d’accordo su questo- deve tornare sulla città di Bari. Tanto è stato fatto in questi mesi ed è il momento di tornare a parlare a questi cittadini, al loro futuro e alle proposte che sono state fatte per amministrarli nei prossimi cinque anni.
Non resta che rimanere in attesa dell’imminente sfida elettorale.