La Russia potrebbe ricorrere al nucleare? Per Medvedev ne avrebbe il diritto

Medvedev rivendica il diritto della Russia di usare il nucleare come arma. Intanto, mentre si tengono i referendum in Ucraina, c'è chi si ribella.

Le dichiarazioni di Medvedev, ex presidente della Russia, sul diritto di usare il nucleare fanno tremare il mondo. Intanto nei territori occupati vanno avanti i referendum e la guerra non si ferma ma continua a portare morte e distruzione sulle terre già martoriate dell’Ucraina.

Russia, Medvedev rivendica il diritto di usare il nucleare

Si dice: “Non si scherza con il fuoco”, ma in questo caso non bisogna scherzare con il nucleare perché le conseguenze porterebbero a disastri mai visti prima nella storia. Nonostante sia anche nell’interesse della Russa non ricorrere a certe metodiche belliche, c’è chi rivendica il diritto di usare armi nucleari come se fosse un diritto inalienabile di ogni Stato. Stiamo parlando di Dmitry Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Russia molto vicino a Vladimir Vladimirovic Putin. Ai microfoni dell’agenzia di stampa russa Tass Medvedev ha dichiarato:

La Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari, se necessario, in base alla dottrina nucleare”.

Poi ha aggiunto che la Russia 

“farà di tutto per impedire ai vicini ostili, come l’Ucraina, di acquistare armi nucleari“.

Continua la guerra in Ucraina

Mentre l’establishment russo parla, i loro soldati continuano ad attaccare l’Ucraina. Sono stati segnalati bombardamenti a Kryvyi Rih. Sui social è intervenuto Valentyn Reznichenko, capo dell’amministrazione militare regionale, che ha annunciato la distruzione dell’aeroporto di Kryvyi Rih con un missile Kh-59.

Dall’altra parte, però, vi sono i filorussi che hanno accusato di essere stati bombardati dagli ucraini nella regione autoproclamata indipendente del Donbass.

Come stanno andando i referendum 

Questa guerra ha portato ai tanto attesi referendum nelle zone occupate dalla Russia in Ucraina. Oggi, 27 settembre 2022, è l’ultimo giorno utile per far scegliere ai cittadini ancora formalmente ucraini di essere annessi alla Federazione Russa come avvenne già in Crimea nel 2014. L’affluenza è alta anche perché, come avevano segnalato le autorità ucraine, molti residente sono stati forzati a votare, anche attraverso minacce e violenze psicologiche.

Il presidente della Russia Vladimir Putin è atteso in Parlamento entro la fine del mese per annunciare formalmente l’adesione alla Russia delle province occupate di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. Qualora questo dovesse avvenire, la comunità internazionale ha fatto sapere che non riconoscerà quei territori come russi, in quanto quei referendum sono illegittimi. La Russia invece ha dichiarato l’opposto, ossia che i referendum sono conformi alle norme internazionali.

Nonostante ciò c’è chi si ribella. Nella centrale nucleare di Zaporizhzhya i dipendenti non collaborano con le autorità russe e, come ha dichiarato lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell’Ucraina:

“I dipendenti non vogliono collaborare con i russi e cercano di lasciare i territori temporaneamente occupati dalle forze armate di Mosca. La parte occupata della regione di Kherson è completamente chiusa in ingresso e in uscita”.

Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Felice Emmanuele Paolo de Chiara
Redattore, classe 1994. Sono nato a Napoli ma ho vissuto un po’ in Toscana dove mi sono laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università degli Studi di Siena e un po’ a Milano dove mi sono specializzato in Cooperazione Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono appassionato di politica, attualità, sport (grande tifoso del Napoli), cinema e libri. Nel tempo libero mi dedico alla scrittura di racconti e quando ho tempo viaggio.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
785FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate