A partire da oggi, nelle province occupate di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, si terranno i referendum di annessione alla Russia. Kiev denuncia il fatto che molte persone verranno forzate e sono già stati avvistati gruppi armati con lo scopo di intimidire i cittadini.
Russia, si vota per i referendum di annessione
La Federazione Russa fa sapere che le votazioni partiranno oggi 23 settembre 2022 e termineranno il 27 settembre 2022. In quest’arco di tempo sarà vietato lasciare le città per “motivi di sicurezza” e il voto si esprimerà nei pressi delle proprie abitazioni o vicino ad esse. I cittadini, per il momento ancora formalmente ucraini, non dovranno recarsi ai seggi. Non mancano le minacce. I sindaci e i vari amministratori locali, spronati dal governo centrale di Mosca, hanno minacciato coloro che si asterranno dal voto. Noi loro confronti ci saranno serie ripercussioni, alcune non dette espressamente, altre invece si, tra queste la perdita immediata del lavoro.
I russi assoggettati al loro presidente Vladmir Putin sono ottimisti e prevedono un’affluenza anche superiore all’80%. Queste informazioni sono state riportate dall’agenzia di stampa russa Tass. Un chiaro messaggio alla comunità internazionale è stato lanciato dalla presidente del consiglio russa Valentina Matviyenko, che ha dichiarato:
“I residenti delle Repubbliche popolari di Donetsk (Rpd), del Lugansk (Rpl) e degli altri territori liberati hanno questo diritto, un diritto legale. E nella situazione attuale è il diritto alla vita”.
Le parole della Matviyenko sono le stesse usate dal leader della Federazione Russa il quale ha aggiunto che i referendum sono conformi alle norme internazionali e alla Carta delle Nazioni Unite.
Zelensky non si arrende e invita i russi a protestare
La mobilitazione parziale annunciata da Vladimir Putin ha suscitato moltissime reazioni da parte del popolo russo. Tanti sono fuggiti, altri hanno invece protestato e sono stati arrestati. Il malcontento sta iniziando a crescere in Russia e questo lo sa bene Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ha invitato i russi a ribellarsi con queste parole:
“Cinquantacinquemila soldati russi sono morti in questi sei mesi di guerra. Decine di migliaia sono feriti e mutilati. Ne volete di più? No? Allora protestate. Reagite”.
La reazione della comunità internazionale ai referendum
Tutti i Paesi Occidentali, la Turchia e addirittura la Cina, la cui posizione all’inizio del conflitto era stata borderline, hanno ritenuto illegittimi i referendum indetti da Putin. La Cina, più che condannare il referendum, ha condannato le azioni offensive della Russia ed ha invitato Putin ad un cessate il fuoco. Dall’Unione Europea tuona forte Ursula von der Leyen che ha annunciato nuove sanzioni.
Una parte della Russia protesta
Esiste una Russia lontana da Mosca e da quel centro che tutti conosciamo. Esistono la Russia caucasica e la Russia siberiana che spesso, data la decentralizzazione territoriale, sono quasi ignari di quello che accade nei palazzi del potere. Proprio nel Caucaso, nella repubblica russa del Daghestan come riporta l’Adnkronos, che cita il Guardian, si vedono due video, uno mostra una colonna di auto che blocca per protesta una superstrada a Babaiurt, l’altro un acceso scambio fra un gruppo di uomini e una funzionaria dell’ufficio di reclutamento. Altri video, invece, vedono protagonisti dei giovani soldati russi, ubriachi e ignari di ciò che andranno a fare, esclamare:
“Cosa andiamo a fare? Dove andiamo? E chi ca**o lo sa…”
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