IMU, rimborsi in arrivo: ecco chi ha diritto a richiedere le somme pagate ma non dovute

Arriva il sì della Corte Costituzionale in merito all’esenzione multipla per l’IMU e i rimborsi sono retroattivi fino al 2017. Ecco a chi spettano.

Arriva il sì da parte della [Consulta](< https://it.wikipedia.org/wiki/Consulta>) in merito all’esenzione multipla per l’Imu e avrà effetto retroattivo fino al 2017.

Un “danno” per le amministrazioni comunali di miliardi di euro e infatti ci sono già comuni che hanno inviato le prime lettere di rifiuto al rimborso della tassa pagata negli anni addietro.

Eppure sono i giudici della Corte Costituzionale a stabilirlo e la sentenza depositata è quella del 13 ottobre 2022.

Nella fattispecie, si stabilisce che i coniugi che hanno diversa residenza in realtà non avrebbero dovuto pagare alcuna tassa, su nessuna delle due abitazioni.

Ora ovviamente è corsa alle richieste di rimborso e, nell’articolo a seguire, illustriamo la procedura per poter ottenere gli importi che vanno per legge restituiti.

IMU, rimborsi in arrivo ma non in automatico: ecco come funziona

In sostanza, prima dello scorso mese di ottobre 2022, i coniugi che hanno residenze diverse e risultano proprietari di due case, erano tenuti a pagare l’Imu su uno dei due immobili a scelta.

Poniamo il caso di una coppia sposata che però, per motivi lavorativi si deve “sdoppiare” in due città. Nel momento in cui, per evitare spese di affitto e avendo la disponibilità economica per farlo, si decide di acquistare un monolocale ad esempio, uno dei coniugi deve spostare la residenza nell’altra città.

Ecco allora che scattava il pagamento dell’IMU, come se in realtà si trattasse di una “seconda casa”.

Per anni dunque le persone che si sono trovate in tale situazione hanno dovuto pagare la tassa al comune di riferimento.

La sentenza della Corte Costituzionale ora però ribalta tutte le carte in tavola e stabilisce che non è giusto e che l’esenzione per i coniugi con diversa residenza è valida anche all’interno dello stesso Comune.

Questa decisione ha sollevato non poche polemiche, dal momento che possedere due case nella stessa città e disgiungere la residenza sembra quasi un escamotage per non pagare.

In realtà i giudici hanno tenuto conto delle metropoli dove casi come questo sono invece all’ordine del giorno.

Si legge nella sentenza:

[Tale possibilità] Non può essere esclusa a priori date sia le grandi dimensioni di alcuni comuni italiani, sia la complessità delle situazioni della vita.

E in più, la sentenza non vuole essere discriminatoria nei confronti di chi invece non è sposato e, per questo motivo, da sempre non paga l’Imu pur trovandosi nella stessa e identica situazione.

Chi ha diritto ai rimborsi IMU dal 2017 al 2022

L’arco temporale di riferimento va dal 2017 al 2022, dal momento che in realtà già prima di questa data, la legge prevedeva l’esenzione dal pagamento IMU per i coniugi che si ritrovavano a vivere in tali condizioni.

Infatti, una sentenza della Cassazione a sorpresa stabilì che invece la doppia residenza in una coppia sposata desse vita all’obbligo di pagamento dell’imposta per una delle due abitazioni, a scelta libera.

Quindi, a partire dal 2017, tutte le coppie con residenza doppia hanno dovuto versare l’imposta al comune di riferimento.

Ora però, grazie alla sentenza della Consulta, c’è la possibilità di poter richiedere i rimborsi delle somme versate, perché riconosciute come non dovute, pertanto con effetto retroattivo per quanto concerne la loro restituzione.

La sentenza è importante anche perché si separa, in via definitiva, il concetto di abitazione “principale” da quello di nucleo familiare.

Attenzione però al fatto che i rimborsi non arrivano in automatico. Ecco dunque come procedere.

Come richiedere i rimborsi IMU nel 2023: modello e istruzioni

Ovviamente la notizia è stata ben accolta da tutti i diretti interessati che per anni hanno versato una tassa non dovuta. Sicuramente meno entusiasti i comuni, che ora si trovano nella scomoda situazione di dover trovare i fondi per procedere con tutte queste restituzioni di denaro.

Dalla parte dei cittadini c’è Confedilizia, che ha predisposto un modello con il quale procedere alla richiesta. È sufficiente quindi recarsi in una delle sedi dell’associazione presenti sul territorio.

Ovviamente, si procede per gradi. Ricordando che la prescrizione scatta al decorrere dei cinque anni, bisogna affrettarsi per richiedere il rimborso delle somme versate nel 2017.

Le prime stime che arrivano nei bilanci comunali hanno cifre da capogiro. Basti pensare che in una città come Roma, si potrebbe arrivare a una perdita di circa 150 milioni di euro in un anno.

Comprensibile come il comune non preveda di far partire i rimborsi in automatico, ma soltanto a coloro che compileranno debitamente le richieste e se risulteranno idonee.

Infatti, uno degli elementi che si terrà principalmente in considerazione riguarda proprio la distanza tra i due immobili oggetto di doppia residenza o altre motivazioni.

È evidente che l’obiettivo è scongiurare il più possibile il fenomeno delle doppie residenze fittizie, che porta a non pagare l’IMU grazie all’escamotage a danno delle casse dello Stato.

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Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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