Pellet, quale scalda di più? Ecco i pro e i contro delle 2 alternative più usate

Il Pellet, si sa, non è tutto uguale, anche per un diverso potere calorifico: ma quale scalda di più? Ecco 2 alternative più usate a confronto.

Il Pellet è da sempre considerata la biomassa per eccellenza, oggi ancora di più vista la serie di ribassi degli ultimi mesi sul prezzo di vendita.

Si tratta di una riduzione di circa il 40% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A rendere effettiva tale riduzione è stato l’abbattimento dell’Iva sulla biomassa passata dal 22% al 10%.

Una misura fortemente voluta dal governo Meloni che resterà ancora in vigore per pochi mesi.

Lo scorso anno un sacchetto di pellet è arrivato a costare 15 euro, oggi lo stesso sacchetto da 15 kg è arrivato a costare 6,19 euro. 

A sottolineate tale calo anche l’AIEL.

Per molte famiglie è dunque arrivato il momento di approvvigionarsi dopo l’altalena dei prezzi che ha preoccupato e non poco gli italiani.

In prossimità della nuova stagione termica arrivano dunque nuovi dubbi sull’utilizzo della biomassa più amata dagli italiani.

Non tutto il Pellet in commercio è buono, ed è possibile incappare facilmente in truffe. Inoltre quando si sceglie il pellet è necessario tenere in considerazione la tipologia di stufa che si intende alimentare.

Ecco perché è molto importate capire quale pellet scegliere e come riconoscere quello di qualità.

Ma qual è quello che scalda di più in assoluto? Molti scelgono tra pellet di faggio e di abete. Ma chi ha il maggior potere calorifico?

Ecco allora qual è il migliore in commercio.

Pellet, ecco quale scalda di più tra il faggio e l’abete

Finalmente torna a scendere il prezzo della biomassa più amata dagli italiani: il pellet.

Grazie alle numerose misure introdotte dal governo Meloni, il prezzo del biocombustibile ha registrato nei mesi passati un -40%, dunque il prezzo sembra essere tornato a livelli del 2021.

In fase di acquisto è pertanto necessario prestare molta attenzione perché è possibile incappare in truffe.

Per evitare di spendere soldi inutilmente è opportuno saper leggere le etichette e prestare attenzione ad alcuni parametri.

Sull’etichetta è necessario verificare:

  •  il potere calorifico, che deve essere superiore a 5.0;

  • l’umidità, che deve essere inferiore all’8%;

  • le ceneri, che è consigliato siano sotto l’1%.

Inoltre è molto importante prestare attenzione alla certificazione: la dicitura impressa sul sacchetto è EN PLUS A1 oppure HD+.

Le due certificazioni garantiscono che si tratti di pellet di qualità.

I due pellet certamente più ricercati e acquistati sono quelli faggio e di abete. Ma quale delle due ha maggior potere calorifico?

Le due biomasse non sono uguali ma hanno caratteristiche leggermente diverse soprattutto da un punto di vista di calore sprigionato.

Il pellet di faggio risulta scaldare di più ma produce più cenere di contro quello di abete rilascia meno cenere, ma ha una resa un pochino più bassa. 

 Si può ottenere un giusto compromesso tra temperatura, durata e velocità di accensione utilizzando pellet misti: ossi che contengono una selezione di entrambe le essenze, faggio e abete.

Pellet, attenzione alla consistenza

Molti sono coloro che classificano il pellet in legni duri e legni dolci. Certamente va detto che la principale essenza di pellet utilizzata è quella dolce ossia abete bianco, larice, abete rosso, ontano, pioppo, pino marittimo.

Si tratta di legni molto resinosi che bruciano con molta facilità e pertanto si consumano in fretta, sprigionando alte temperature e rilasciando un residuo fisso intorno al 12%.

Le essenze di legni duri invece sono faggio, frassino, rovere, betulla, acero, robinia, castagno. Queste hanno un basso indice resinoso e pertanto sviluppano un calore termico più costante, ma meno intenso.

Inoltre durano più a lungo, ma sono più difficili da accendere e da mandare in temperatura.

Ecco qual è meglio evitare

Come abbiamo detto esistono molte tipologie di Pellet in commercio ma non ne esiste uno migliore in assoluto.

L’unica cosa da sottolineare è che a prescindere dall’essenza, è meglio usare pellet naturale e non trattato chimicamente.

Inoltre è meglio evitare valori troppo alti di umidità e ceneri, e quelli che contengono additivi chimici o collanti.

Ci sono molti che attribuiscono al colore una notevole importanza per capire se il prodotto è di buona o di scarsa qualità.

Attenzione perché il colore non è indice di qualità: il colore dipende solo dal tipo di legno usato e molto spesso un colore troppo chiaro significa che la materia prima è stata trattata.

 

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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