Reddito di base: ecco come l’Europa vuole aiutarci!

Il reddito di base è un'idea che l'Europa sta mettendo a punto per garantire a tutti i cittadini di avere un sostegno economico, scopri cos'è!

Ne avevamo già sentito parlare in passato ma il reddito di base torna più attuale che mai, questo a causa dell’emergenza epidemiologica che ha gravato sulle tasche dei cittadini.

La crisi economica non sembra vedere una fine certa, e ora gli organi di competenza devono trovare una soluzione che aiuti concretamente i cittadini europei e il reddito di base sembra essere la via più sperata da parte di tutti.

La misura avrebbe carattere universale e dunque sarebbe richiedibile da tutti, indipendentemente dalla propria condizione economica e lavorativa.

Considerando la mole di persone che andrebbe a colpire capiamo bene quanto grande sarebbe lo sforzo economico, e come l’attuazione di tale misura sia difficile.

Nonostante questo, però, in commissione europea se ne sta già parlando e non è più così impossibile come una volta, e questo a causa della situazione in cui la maggior parte dell’Unione Europea verte ormai da anni.

Quante possibilità ci sono che la manovra venga messa a punto? Come funzionerebbe e a chi spetterebbe? Andiamo a vedere tutto questo e molto altro all’interno di questo articolo.

Prima di proseguire vi consigliamo la visione del seguente video YouTube di Mondo Pensioni, nel quale si parla proprio di questa tematica.

Reddito di base: cos’è?

Il reddito di base è una misura richiesta da lungo tempo da molti cittadini di tutto il mondo, e ora andiamo a vedere le motivazioni.

Consiste fondamentalmente in un sussidio economico che viene garantito a tutti i cittadini indipendentemente dal lavoro, dall’età, dal sesso e dal lavoro.

Consiste, in sostanza, in un sostegno che ha lo scopo di dare dignità a qualunque essere umano del pianeta, per valorizzarlo come persona senza etichettarlo in base a nessuna caratteristica della sua vita.

L’universalità dunque è il concetto chiave della misura ma non è l’unico, si parla anche d’individualità, questo poiché spetta a ogni individuo, d’incondizionalità, in quanto non comprende nessun vincolo legato alla situazione economica e lavorativa del soggetto che lo riceve e di sufficienza, poiché dovrebbe bastare per svolgere una vita dignitosa.

Si discute di questa misura veramente da molto tempo, e le motivazioni sono già chiare leggendo questo paragrafo, infatti ogni cittadino sognerebbe di avere un reddito che lo sostenga.

Nel corso degli anni sono stati creati movimenti, manifestazioni di promozione e molto altro, e finalmente ora è tornato alla ribalta.

Reddito di base senza ISEE: come funziona

Una volta capita la natura del reddito di base andiamo a vedere come funziona e le sue caratteristiche.

Data l’universalità della manovra è chiaro che non è necessario essere in possesso di nessun ISEE, questo proprio perché il sussidio arriverebbe a tutti.

Dove nasce l’idea di un reddito di base da destinare a tutti? Possiamo trovare la sua ideazione nella corrente liberale, con lo scopo di limare il gap che c’è tra povertà e ricchezza riducendo la forbice della disuguaglianza.

La misura dunque funzionerebbe in modo molto semplice, a tutti sarebbe garantito un sussidio che consenta di vivere in modo dignitoso.

Oltre alla crisi economica bisogna considerare anche come il mondo del lavoro stia cambiando repentinamente, e non parliamo solo di disoccupazione ma anche di come il suo svolgimento stia cambiando.

Pensiamo ad esempio alla digitalizzazione, all’avanzamento tecnologico e via dicendo, in futuro molti lavori saranno eliminati in favore dell’automazione e di conseguenza sarà necessario coprire economicamente questo buco.

L’elemento che blocca i vari Paesi ad accettare la manovra è ovviamente quello economico, la spesa sarebbe grande e non tutti vogliono arrogarsela.

Staremo a vedere se questa volta si riuscirà a compiere quello che per decenni si è solo discusso e ipotizzato, o se nuovamente le speranze saranno disilluse.

Reddito di base e Reddito di Cittadinanza: quali sono le differenze?

La similitudine nel nome potrebbe portare a considerare come due misure uguali, o simili, il reddito di base e il Reddito di Cittadinanza, ma è veramente così?

Per capirlo dobbiamo ancora una volta avvalerci delle caratteristiche delle due misure, e andare a vedere le differenze.

Iniziamo con le finalità, se il reddito di base ha come finalità quella di garantire un sostegno che renda dignitosa la vita di ogni persona, il Reddito di Cittadinanza ha come scopo principale la rioccupazione dei disoccupati.

Fin da subito dunque possiamo vedere come le due misure siano profondamente diverse già dagli obiettivi, ma non è tutto.

Andando ad analizzare anche i requisiti e il resto delle caratteristiche, possiamo notare come nel RdC ci siano dei paletti più stringenti che assottigliano la mole dei beneficiari.

Non c’è infatti carattere di universalità nella famosa misura italiana, cosa che invece è profondamente radicata nella misura europea e nemmeno quello d’incondizionabilità.

Quindi volendo rispondere alla domanda iniziale diciamo di no, non sono due misure né simili né uguali, hanno in comune parte del nome e l’erogazione di un sussidio.

Reddito di base incondizionato: serve veramente?

Non è difficile analizzare la situazione in cui verte il mondo in questo periodo, infatti questa è sotto gli occhi di tutti.

Crisi economiche, emergenza epidemiologica e ora anche una nuova guerra che sta spaventando e non poco le persone di tutto il mondo.

Quali prospettive potranno esserci negli anni a venire? Quale dignità potrà avere la vita di tantissime persone?

Se già consideriamo che la maggior parte del mondo verte in uno stato di semi povertà, o povertà vera e propria, se anche l’Europa dovesse andare incontro a una crisi come quella che si sta paventando allora la situazione diverrebbe drammatica.

Il reddito di base non solo servirebbe, ma probabilmente diventerebbe necessario per continuare a vivere una vita pseudo normale.

Oltre a questo bisogna considerare anche l’alternativa meno disfattista, ovvero quella che prevede un normale andamento delle cose.

In questo caso bisogna considerare l’andamento della tecnologia e dell’automazione dei posti di lavoro.

Si stima infatti che nel prossimo futuro spariranno dal 30 per cento al 50 per cento della totalità delle professioni lavorative in favore dell’automazione.

Non vogliamo essere disfattisti, non è questa la sede in cui esprimere le proprie opinioni, abbiamo solamente riportato alcuni dati statistici che sono comunque allarmanti.

Il reddito di base in tutto ciò può essere una soluzione più che valida, almeno per quanto riguarda l’Europa, per continuare a vivere una vita dignitosa indipendentemente dall’aumentare della crisi.

Reddito di base europeo: può arrivare? Quando?

Per moltissimi anni si è parlato del reddito di base e lo si è spesso considerato un’utopia, un sogno irrealizzabile.

Ora però la proposta è stata lanciata e al nostro Paese, ma direttamente all’Europa.

La Commissione Europea ha stabilito che in giugno si riunirà per discutere e nel caso approvare il progetto, ma questo potrà accadere solo se in questi mesi si verificassero particolari condizioni.

Infatti, è necessario raggiungere un numero specifico di firme nel referendum popolare, una volta raggiunto il quorum allora potrà essere discussa in Commissione.

Per facilitare il raggiungimento del quorum è stata aperta una raccolta firme online, e nel prossimo paragrafo vi andremo a dire come si può firmare.

Ad ogni modo, il sussidio europeo può arrivare ma bisognerà attendere ancora molti passaggi prima di poter affermare che siamo vicini al suo raggiungimento.

Certo è anche però che raramente ci siamo trovati in una condizione in cui l’Europa potrebbe arrivare ad approvare il progetto, staremo a vedere l’esito del referendum.

Reddito di base: come e dove si firma?

Abbiamo detto che per facilitare le operazioni è stata creata una piattaforma online in cui ogni cittadino può firmare in sostegno al reddito di base.

Ricordiamo che ogni firma è importante poiché è necessario raggiungere il quorum perché la manovra venga portata in Commissione Europea.

La piattaforma a cui ci si può collegare per firmare è eci.ec.europa.eu, nella quale non solo su può dare il proprio voto ma anche scoprire le caratteristiche della manovra.

Il numero dei firmatari ha già raggiunto i 170 mila, ma il numero è destinato a crescere progressivamente nelle prossime settimane.

Per firmare è necessario selezionare il Paese in cui si è cittadini, bisogna dichiarare, come al solito, di aver preso visione degli accordi di riservatezza e privacy e anche di aver letto il contenuto della proposta.

Bisognerà poi compilare ulteriori sezioni relative alla propria identificazione e poi si potrà inviare il proprio voto.

Non è un’operazione complicata né tanto meno lunga, dunque chiunque fosse d’accordo e volesse sostenere la misura in pochi minuti potrà farlo.

Oltre a questo sito sono stati create altre pagine e un’infinità di petizioni in cui si può apporre il proprio consenso alla discussione della manovra.

Reddito di base: Germania e Finlandia

Se in Commissione Europea potrebbe arrivare solamente a giugno la proposta di progetto, ci sono alcuni Paesi che si sono portati avanti, come la Germania e la Finlandia che hanno deciso di testare un proprio reddito di base su alcuni cittadini.

In entrambi i casi si sono presi dei cittadini a campione a cui è stata fornita un’entrata extra, nel caso della Germania questa consisteva in ben 1.200 euro al mese, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza del selezionato.

Nel caso della Finlandia la cifra si aggirava attorno ai 560 euro, sempre su base mensile e i selezionati sono stati perlopiù persone che versavano in condizione di disoccupazione.

Quello che possiamo ricavare da questi due esperimenti è la necessità di trovare nuove vie per sostenere i cittadini, oramai è palese a tutti che una vita con poco denaro non consente un facile percorso di vita e dunque si cercano delle soluzioni.

Staremo a vedere se il reddito di base sarà la risposta alle domande di milioni di cittadini, o se alla fine risulterà un enorme buco nell’acqua e non andrà in porto nemmeno questa volta.

Manuel Saccon
Manuel Saccon
Copywriter freelance, classe 1996. Diplomato al liceo delle scienze umane Galileo Galilei di Dolo, coltivo da sempre la passione per la scrittura in tutte le sue forme. Ho seguito un corso di formazione per potenziare le mie conoscenze in ambito social media e copywriting. Collaboro con due redazioni online, seguo la comunicazione di un brand in fase di lancio e gestisco la scrittura creativa di alcuni locali. Sono appassionato di sport, di musica, di serie tv e del mondo del sociale.
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