Il sucralosio è un comune dolcificante presente in moltissimi prodotti, soprattutto light, in quanto dolcifica senza modificare l'apporto calorico. Tuttavia, un nuovo studio ha evidenziato come questo in realtà possa essere molto dannoso per la salute.
Cos'è il sucralosio e perché provoca danni genetici
Il sucralosio è un dolcificante artificiale privo di calorie derivato dal saccarosio. Si tratta di una molecola 650 volte più dolce rispetto allo zucchero. Questo si trova in molti prodotti, ma è potenzialmente in grado di danneggiare il materiale genetico nelle nostre cellule.
Sebbene questo sia stato approvato da ESFA e FDA, recenti studi hanno dimostrato la sue proprietà genotossiche. Avvertendo che la soglia per le sostanze genotossiche a livello di sicurezza alimentare è pari a 0,5 microgrammi al giorno e alcune bibite ne contengono un livello molto più alto.
Anche perché come hanno dimostrato i ricercatori, il sucralosio viene già prodotto all'interno dello stomaco e ulteriori quantità andrebbero ad influire non solo sull'attività genetica cellulare ma causerebbe anche danni al rivestimento della parete intestinale.
Infatti questa sostanza causa quello che è tecnicamente detto "intestino permeabile", ossia rende il tessuto epiteliale intestinale permeabile, danneggiando il luogo dove le cellule della parete intestinale si connettono tra di loro.
Cosa vuol dire genotossicità
Quando parliamo di genotossicità, intendiamo la capacità di alcuni agenti chimici di recare danno all'informazione genetica presente all'interno di una cellula, causando delle mutazioni e introducendo delle modificazioni della sequenza di un organismo vivente.
In parole più semplici sono delle alterazioni del corretto funzionamento delle cellulare che potrebbero, in casi gravi, portare allo sviluppo di un cancro.
Alimenti e cibi che contengono il sucralosio
Proprio per il fatto che è privo di calorie viene utilizzato in moltissimi prodotti light ma non solo.
Quindi lo troviamo tendenzialmente in tutti i sostituti dello zucchero, in alcune bibite gassate, ma anche nei cereali per la prima colazione e in alcuni sughi per condire. Infine può trovarsi anche nei chewing-gum.
Sarebbe buona norma leggere gli ingredienti di ciascun prodotto e limitare il consumo di questo dolcificante il più possibile.