Facebook e Instagram diventano a pagamento: ecco cosa fare per non abbonarsi

Meta vuole davvero rendere Facebook e Instagram a pagamento? Ecco tutti i dettagli su come evitare di abbonarsi.

Qual è il prezzo della nostra privacy? Una domanda apparentemente retorica, presa però alla lettera dal colosso dei social network, Meta. In una mossa tanto controversa quanto lucrativa, Facebook e Instagram sono stati dotati di veri e propri piani di abbonamento.

Cambiamenti che sollevano oggi domande cruciali: cosa significa per gli utenti la possibilità di un Facebook e Instagram “a pagamento”? Come influenzerà questa novità il modo in cui interagiamo quotidianamente con queste piattaforme? Ma soprattutto, c’è un modo per evitare di pagare i servizi di Meta? Scopriamolo insieme.

Facebook e Instagram diventano a pagamento? Ecco cosa fare

Negli scorsi giorni, il popolo social di Facebook e Instagram si è visto recapitare una notifica alquanto singolare e – per certi versi – poco comprensibile. Se vi state chiedendo di cosa si tratta, la risposta è molto più semplice di quanto ci aspettiamo.

Meta ha intenzione di proporre un piano di abbonamento a 12,99€ per gli utenti che desiderano un’esperienza senza pubblicità. E, di conseguenza, senza profilazione.

Una scelta apparentemente in linea con le crescenti preoccupazioni sulla privacy online, che però cela – naturalmente – la volontà di massimizzare i profitti in stile X (ex Twitter) e Netflix.

Per coloro che scelgono di non aderire all’abbonamento, Facebook e Instagram continueranno a funzionare come al solito. Gli utenti continueranno a vedere la pubblicità nel loro feed e i loro dati saranno utilizzati per personalizzare le inserzioni.

Anche se molti utenti “standard” si aspettano un significativo incremento della mole di pubblicità sui propri feed gratuiti.

La scelta tra l’abbonamento a pagamento e l’uso tradizionale delle piattaforme dipende dalle priorità individuali. Per alcuni, la privacy e un’esperienza senza pubblicità possono giustificare il costo dell’abbonamento.

Per altri, l’abitudine al modello esistente e la mancanza di interesse nel pagare per servizi finora gratuiti potrebbero inclinare la bilancia a favore del mantenimento dello status quo.

Cosa succede se non ti abboni a Facebook e Instagram

La decisione di non aderire ai nuovi piani di abbonamento di Meta per Facebook e Instagram è una scelta legittima e rappresenta la continuità con l’esperienza tradizionale di questi social media.

Tuttavia, è importante comprendere le implicazioni di questa scelta per poter navigare in maniera consapevole nell’ecosistema digitale.

Per gli utenti che scelgono di non abbonarsi, Facebook e Instagram manterranno la loro struttura attuale. Questo significa che continueranno a essere esposti a pubblicità nel loro feed, che sono la principale fonte di entrate per Meta.

Queste pubblicità sono spesso personalizzate in base ai dati raccolti dall’utente, come i loro interessi, comportamenti online e interazioni sui social media.

Una delle principali caratteristiche del modello gratuito di Facebook e Instagram è il tracciamento e la profilazione dei dati degli utenti – che diventeranno obbligatori per chi non si abbona.

Fattori come il tempo trascorso su specifici post, i like, i commenti e altre interazioni, informazioni che vengono poi utilizzate per ottimizzare le pubblicità, rendendole più pertinenti e potenzialmente più efficaci.

Gli utenti devono quindi pesare il valore della privacy rispetto ai vantaggi di un servizio gratuito. La trasparenza e il consenso informato giocano un ruolo fondamentale in questa decisione.

Meta Verified: una copia di Twitter Blue?

Ma l’introduzione dei piani di abbonamento non è l’unica novità per Meta. In una mossa che ricorda molto quella presa qualche mese fa da X (ex Twitter), il colosso proprietario di Facebook e Instagram introduce anche Meta Verified.

Al costo di 16,99€ al mese, sarà possibile ottenere il simbolo di verifica su qualsiasi profilo. Entrambi i servizi offrono funzionalità aggiuntive e vantaggi per gli utenti, inficiando però la qualità delle informazioni che vengono condivise sui social.

La spuntina blu di verifica non è infatti un semplice vezzo, bensì un indicatore importante dell’attendibilità di una determinata figura pubblica o agenzia di stampa.

Su X, le conseguenze dell’introduzione di Twitter Blue sono state devastanti, con un incremento significativo del numero di fake news condivise sulla piattaforma e dei furti d’identità.

Insomma, la “caduta” di Twitter doveva servire d’esempio per le altre piattaforme, non come ispirazione per emularne il modello. C’è però da considerare il divario tra il team di moderazione di X e quelli delle altre piattaforme. Potremmo quindi aspettarci una migliore gestione di queste funzionalità da parte di Meta? Lo scopriremo solo vivendo.

Francesca Di Feo
Francesca Di Feo
Copywriter SEO e Social Media Manager per piccole e medie imprese, classe 1994. Ho studiato Scienze Politiche e Sociali presso l'Istituto Federico Albert. Grazie al mio ruolo di Project Manager e Writer nell’ambito del programma Erasmus + ho sviluppato un forte interesse sui temi della Transizione Ecologica e Digitale. Appassionata da sempre di scrittura e tecnologia, ho continuato a formarmi autonomamente su come farne un lavoro attraverso il Marketing Digitale. Attualmente sono redattrice per Trend Online e Social Media Manager per due piccole aziende, e sto lavorando per costruire Valade D’Lans, Travel Blog sulle Valli di Lanzo, gioiello montano piemontese.
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