Google Privacy Sandbox: super novità sulla pubblicità online!

Google annuncia che dal 2023 Chrome non supporterà più i cookie di terza parte e salva la privacy degli utenti.

L’annuncio fatto da Google che abbandonerà l’uso dei cookie di terza parte a partire dal 2023 conferma la tendenza già iniziata nel 2019 da altre società di una pubblicità online sempre più attenta alla privacy degli utenti e cookieless.

I primi ad aver iniziato sono stati sono stati Safari e Mozilla nel 2019. Ma lo scossone più forte è arrivato nel 2021 da Apple che con Ios 14.5 ha effettuato un cambiamento radicale nel tracciamento degli utenti rendendo necessario il consenso esplicito da parte dell ‘utente sull ‘utilizzo dei suoi dati.

Ma cosa sono i cookies? Nel suo articolo Digital4biz definisce i cookies come

Grazie ai cookies è possibile personalizzare gli annunci pubblicitari ma gli utenti hanno iniziato a dimostrare sempre più insofferenza e hanno iniziato a chiedere la possibilità di sapere in maniera chiara l’uso che veniva fatto dei propri dati.

Il modo per poter continuare a profilare l’utente resta in accordo con quanto stabilito dal GPDR avere il consenso dell’utente al trattamento dei propri dati. 

Nonostante la pubblicità online rappresenti per Google una delle maggiori fonti di guadagno la società ha deciso di venire incontro alla tutela della privacy degli utenti.

L’annuncio di Google ha scatenato la rivolta degli editori a partire da quelli tedeschi che ha accusato l’azienda di esercitare un abuso di potere fino agli editori britannici che hanno ottenuto grazie all ‘intervento della Competition and markets Authority come racconta Wired nel suo articolo che la eliminazione dei cookie di terza parte sia possibile solo con l’approvazione dell’autorità del Regno Unito.

Ma vediamo ora nel dettaglio quali saranno i cookies che eliminerà Google.

Il cambiamento che introdurrà Google riguarderà solo i cookie di terza parte mentre consentirà il tracciamento di quelli di prima parte che acquisteranno sempre più importanza.

Ma come possiamo distinguere i vari cookie? La differenza più importante è data da chi gestisce i cookie. Nel caso la gestione sia affidata al dominio del sito che un cliente visita sono definiti cookie di prima parte. Sono molti importanti perché rendono più piacevole l’esperienza che vive l ‘utente nel navigare il sito.

I cookie di terza parte sono invece creati da diversi domini. Ciò rende possibile tracciare tutti vari siti che un utente ha visitato e i suoi comportamenti sui vari portali.

Per esempio, se un utente ha fatto una ricerca per acquistare una maglietta della Nike possiamo vedere tutto il percorso che ha fatto, su quali siti ha fatto la ricerca e utilizzare questi dati per fare una pubblicità molto mirata per esempio per vendere la nostra maglietta per l’attività sportiva.

I cookie di terze parti sono gestiti da soggetti esterni generalmente sono agenzie che si occupano di pubblicità e dai bottoni social che consentono la condivisione e dai servizi di retargeting.

Una delle conseguenze più importanti sarà che non saranno più disponibili un grande numero di dati grazie all’ uso dei cookie di terze parti ma l’editore per poter migliore l’usabilità del sito e ottimizzarlo potrà fare affidamento solo a quelli di prima parte ciò potrebbe portare a una penalizzazione dei piccoli.

Al momento il GPDR ha introdotto in Europa l’obbligo di dare il consenso all ‘utilizzo dei cookie.

Il beneficio che possono avere gli utenti dal permetterne l’uso è la memorizzazione d’informazioni che sono importanti durante la navigazione come la lingua, il tipo di valuta che si vuole utilizzare e il non dover inserire ogni volta il proprio login per accedere ad alcuni servizi.

Google Privacy Sandbox cos’è?

Google ha già iniziato nel 2020 a testare nuovi schemi da utilizzare per la tutela della privacy degli utenti e aveva presentato la Google Privacy Sandbox.

La Google Privacy Sandbox consiste in un nuovo modello che sarà usato da Google per poter gestire la privacy e che avrà quindi una grande ripercussione nelle strategie di marketing delle aziende. La sfida più grande da vincere per il colosso americano sarà quella di tutelare anche il business.

La Sandbox dovrà rendere possibile il non riconoscimento 1 a 1 degli utenti che è uno dei principali strumenti usati dal retargeting nell’advertising online.

Come ci spiega Tom’s Hardware nel suo articolo gli obiettivi da raggiungere sono:

  • garantire la misurazione delle conversioni per gli inserzionisti senza tracciare i singoli utenti

  • evitare che si verifichino delle frodi negli annunci attraverso l’utilizzo di bot

  • estendere gli annunci a un ampio bacino di utenza, limitando la raccolta dei dati identificativi

Vediamo come funzionerà nel dettaglio. Il primo rivoluzionario cambiamento sarà la fine dell’utilizzo del tracciamento cross sito. Questo tipo di tracciamento consente di seguire il comportamento dell’utente sui vari siti in cui naviga grazie all’ utilizzo dei cookie di terza parte.

Questo consentiva agli advertiser di poter creare delle pubblicità molto mirate grazie a una conoscenza profonda delle abitudini e preferenze degli utenti online.

Il secondo cambiamento riguarderà un uso sempre maggiore dei cookie di prima parte. Questo dovrà portare a utilizzare una diversa strategia portando in quanto ogni sito potrà tracciare ciò che avviene al proprio interno. Bisognerà riuscire sempre più a far lasciare i dati a chi visita il portale, a introdurre dei sondaggi all’interno del proprio sito che consentano di conoscere sempre di più i visitatori e i clienti che si approcciano ai nostri prodotti.

La parola chiave sarà il message mining e capire quindi come gli utenti parlano del tuo prodotto, quali sono le loro resistenze, qual’ e la motivazione che guida l’acquisto, cos’ è importante per loro.

Diventerà sempre più centrale anche l’uso dell ‘e-mail marketing che consente di poter conoscere in maniera approfondita i propri clienti. Inoltre, l’uso delle mail è un potente strumento di lead-nurting inviando e-mail personalizzate costruite suoi bisogni e acquisti fatti dai clienti.

Il terzo sarà riuscire a evitare l’uso di sistemi alternativi che aggirano il consenso ai cookie e che molto preoccupano gli utenti in quanto non è possibile sapere in che modo vengano utilizzati i propri dati.

Google Chrome e Privacy Sandbox 

Google Chrome è il browser che viene più utilizzato a livello mondiale. Preoccupa quindi molto la decisione di Google di non permettere più la possibilità di usare i cookie di terza parte. Ma la linea della società americana è sempre più mettere al centro la tutela degli utenti. 

Sempre di più gli utenti percepiscono la digital economy come un’esperienza negativa in quanto la associano a un tracciamento invasivo dei loro comportamenti online.

Una delle grandi lotte di Google per poter far riacquistare fiducia nell’online è la lotta contro il fingerpint. Sicurezza.net ci spiega nel suo articolo in cosa consiste

Google segnala come con l’uso di questa tecnica sia tolto agli utenti il diritto di autorizzare o meno l’uso dei propri dati.

Vediamo ora cosa cambierà nel concreto appena la Google Privacy Sandbox inizierà a essere attiva.

Per gli utenti sarò finalmente possibile riuscire ad avere un controllo maggiore della propria privacy. Cambierà anche il tipo di pubblicità che potranno ricevere che non sarà più legata al loro comportamento online ma sarà al sito su cui si sta navigando.

 Gli editori dalle analisi di proiezione fatti da Google perderanno una grande fetta di guadagno che potrebbe arrivare anche al 64%. Gli editori dovranno cambiare la loro strategia e puntare su una pubblicità legata al contesto del sito.

Per le piattaforme di Adtech il cui business è incentrato su profilare gli utenti sarà una grande sfida. Dovranno riuscire a passare dal marketing legato al comportamento degli utenti a quello invece contestuale.

Il cambiamento più grande che bisognerà iniziare ad affrontare sarà la necessità di conoscere i propri utenti e approfondirne la relazione.

Il mercato del mobile Android interessa una grande fetta della popolazione mondiale ben l 85%.

Per questo motivo, come si può leggere nella documentazione resa disponibile da Google sull’ uso della Privacy Sandbox sui dispositivi Android, la società ha deciso di concedere agli sviluppatori due anni di tempo per potersi organizzare. 

Google ha anche aperto un canale che permette agli sviluppatori di poter man mano avere degli aggiornamenti in tempo reale. 

A fine 2022 dovrebbe essere rilasciata una versione beta che consentirà agli sviluppatori di poterla testare in anteprima.

Inoltre, l’azienda non potrà esimersi dal seguire tutte le norme che sono richieste dalle autorità che regolamento la materia.

Google Topics come funzionerà

Per poter dare un’alternativa che possa essere utile agli inserzionisti Google ha annunciato la nascita di Topics.

La principale caratteristica sarà il tracciamento degli argomenti d’interesse specifico che potranno poi essere usati per le inserzioni. Ma come farà Topics a fare questo tipo di profilazione?

Innanzitutto, gli URL dei siti che l ‘utente visiterà saranno legati a specifici interessi.

Verranno poi messi a disposizione delle Api (Application Programming Interface) che consentiranno di poter mostrare agli utenti degli annunci pubblicitari.

Si partirà poi da 350 categorie di argomenti ritenuti d’interesse. In questa libreria che sarà resa disponibile saranno tolti gli argomenti ritenuti sensibili. Sara’ inoltre possibile per gli utenti procedere alla disattivazione di Google Topics.

Si apre una nuova era per la pubblicità online a cui bisognerà prepararsi per tempo per non rischiare grandi perdite economiche.

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate