Il link arriva su WhatsApp, il sito appare in tutto e per tutto uguale a quello ufficiale di Trenitalia e l’offerta è più che vantaggiosa: un anno di viaggi gratis previa compilazione di un semplice form. È l’ultima trovata dei cybertruffatori per rubare dati sensibili a utenti ignari. Trenitalia, la celebre azienda di trasporti, ha già lanciato l’allarme, ma la truffa si sta ormai diffondendo a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale: ecco cosa fare e come difendersi.
Come funziona la truffa di Trenitalia
Migliaia di utenti WhatsApp da ogni angolo dello stivale stanno ricevendo da amici e familiari un messaggio apparentemente innocuo, che promette loro un anno di viaggi gratis con Trenitalia, tramite una fantomatica Carta Regalo. Un’offerta allettante, che spinge in molti a cliccare sul link allegato.
E anche qui, sembrano non esserci problemi. Da font e struttura della pagina ai colori, fino ai dettagli più minuziosi: il sito appare identico a quello ufficiale di Trenitalia.
Così, l’ignaro malcapitato viene convinto a inserire nome, cognome, indirizzo mail e i dati della propria carta di credito, nella speranza di riscattare la succosa offerta.
Purtroppo, al contrario, si tratta di una truffa phishing a opera di alcuni capaci cybertruffatori. Trenitalia ha già confermato che non esiste nessuna iniziativa di questo tipo, ma è impossibile stimare in quanti siano già stati vittime dello schema.
Un copione ben rodato, che sfrutta il passaparola per diffondersi sui social e sulle app di messaggistica più celebri. Sono conoscenti, amici e familiari ingenui a condividerlo alle altre potenziali vittime, creando un circolo vizioso che capitalizza sulla fiducia dei consumatori.
Il link funziona soltanto da smartphone: i PC, infatti, segnalerebbero la truffa e la pagina risulterebbe irraggiungibile.
Truffa Trenitalia: cosa fare?
Se abbiamo già ricevuto il messaggio truffaldino da un conoscente, amico o familiare, la prima cosa da fare è avvertire il nostro interlocutore e le persone a noi vicine della truffa.
Non dovremo in nessun caso aprire il link contenuto nel messaggio, e se dovesse capitare per errore, dobbiamo tenerci ben lontani dal form che il sito web ci chiede di compilare. Se dovessimo malauguratamente inserire i nostri dati, questi cadrebbero in mano dei truffatori dietro allo schema.
Facciamo uno screenshot del messaggio e inviamolo alla Polizia Postale, che avrà cura di raccogliere tutte le segnalazioni dei consumatori per effettuare le dovute indagini.
Se abbiamo già inserito i nostri dati nel form e li abbiamo inviati, la situazione si complica, ma mai disperare. Dobbiamo procedere subito con il blocco delle nostre carte ed effettuare una denuncia alla Polizia Postale o ai Carabinieri.
Controlliamo immediatamente il nostro estratto conto per verificare che i truffatori non abbiano già sottratto delle somme dal nostro conto in banca. Se così dovesse essere, ci troviamo nello scenario peggiore.
Si possono riavere indietro i soldi?
Le truffe informatiche rappresentano il reato più difficile da tracciare e punire proprio perché è quasi impossibile dare un volto a chi si cela dietro a questi schemi. Se le banche offrono un supporto alle vittime, i contenziosi possono durare mesi e i truffati potrebbero non riavere mai indietro le somme perse.
Per questo motivo, è sempre meglio prevenire che curare. Per evitare di cadere vittime di questo tipo di truffe, esistono alcune regole d’oro da tenere a mente:
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se è troppo bello per essere vero, lo è. Offerte sensazionali, mai viste prima e riscattabili in poche semplici mosse spesso celano truffe
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mai condividere i nostri dati sensibili se non possiamo fidarci al 100%
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anche se un sito web appare in tutto e per tutto identico a quello di una banca o di un ente conosciuto, è bene tenere comunque gli occhi aperti. Se non siamo al 100% sicuri di un’offerta o di una richiesta di informazioni, verifichiamo per telefono o via mail con l’interlocutore ufficiale
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tenere sempre aggiornate le password e le credenziali di accesso per ogni servizio online che utilizziamo
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segnalare qualsiasi attività sospetta alla Polizia Postale.
Furti di identità e cybertruffe sono in crescita nel nostro Paese: solo con il contributo di tutti e una corretta educazione digitale, potremo riuscire a debellarle.