Risparmio gestito sugli scudi, buona notizia per il Ftse Mib

Il risparmio gestito è molto sensibile alle oscillazioni dell'indice, la buona performance di oggi potrebbe essere quindi una buona notizia per la borsa.

Il comparto del risparmio gestito è forse quello che più degli altri evidenzia un elevato grado di correlazione con l’indice generale e ne condivide quindi in pieno gioie e dolori. Non sorprende quindi assistere ad un deciso rimbalzo dei principali quattro componenti del settore all’interno del Ftse Mib, Azimut, Banca Generali, Banca Mediolanum e FinecoBank, oggi che l’indice guadagna il 2% circa. 

Correlazione elevata tra risparmio gestito e Ftse Mib

Secondo il programma www.megatrader.it la correlazione tra Azimut e l’indice generale di borsa è di 0,74, quella di Banca Generali è 0,65, quella di Banca Mediolanum di 0,87 e quella di FinecoBank di 0,62. Per fare confronto quella di Intesa Sanpaolo è di 0,21, quella di Unicredit di 0,06. L’indice di correlazione può variare tra +1 e -1 dove +1 corrisponde alla perfetta correlazione lineare positiva, 0 corrisponde a un’assenza di correlazione lineare e -1 corrisponde alla perfetta correlazione lineare negativa. 

L’analisi dei titoli citati non è interessante quindi solo di per sé, ma anche in funzione di eventuali indizi che si possono ricavare per fare considerazioni anche nei confronti dell’indice Ftse Mib: il rialzo messo in mostra dai titoli del risparmio gestito oggi è da leggere solo come una reazione temporanea o ci sono elementi che permettano di sperare in qualche cosa di più duraturo?

Risparmio gestito, i segnali di forza sono vicini

Anticipando la risposta a questa domanda siamo costretti a dire che no, per adesso la reazione delle ultime ore non ha scardinato ancora resistenze tali da poter pensare di essere in presenza di un tentativo di ripresa dell’uptrend, ma in almeno due casi siamo arrivati molto vicini a questa situazione, e vale pertanto la pena di esplorare in dettaglio il quadro grafico di questi titoli per evidenziare le soglie oltre le quali la bilancia inizierebbe a pendere il favore del rialzo, non solo per i titoli stessi ma anche, data la correlazione elevata, anche per il Ftse Mib.

Azimut, l’uptrend è ancora in vita

Azimut, al momento in crescita del 2,35% circa a 23,50 euro, ha testato con i minimi di lunedì a 22,29 euro la base del canale ribassista disegnato dal top di metà novembre. Un canale è formato da una coppia di linee parallele che contiene le oscillazioni dei prezzi per un certo periodo. Molto spesso un canale dalla inclinazione moderata (relativamente al movimento che lo precede) si dimostra un elemento correttivo, ovvero solo una pausa della tendenza precedente, e viene denominato “flag”.

Fino a che il supporto di area 22,25/30 rimarrà intatto le attese saranno quindi in favore della ripresa del rialzo visto dai minimi di ottobre 2020. Oltre 24,50 probabile il test del lato alto del canale, in area 26,30 euro. Al superamento anche di questo ostacolo target a 30,50 euro. Sotto area 22,25/30 (se la violazione verrà confermata in chiusura di seduta, rischio invece di discese in area 20 euro almeno. 

Banca Generali, primo target a 38,50 euro

Banca Generali sfiora il 3% di guadagno a 36,30 euro circa. I prezzi sono in vista del top del 10 febbraio a 37,36 euro (massimo odierno a 36,46). In corrispondenza di quello si colloca il 38,2% di ritracciamento del ribasso dal picco di novembre. Il superamento di questo riferimento ricavato dalla successione di Fibonacci permetterebbe di guardare con favore ad una ipotesi di estensione del rimbalzo nato dal minimo del 27 gennaio a 33,50 euro.

Ulteriori indizi positivi verrebbero al di sopra di 38,50, in quel caso sarebbe lecito attendersi un tentativo di ricopertura del gap del 22 novembre lasciato tra 39,77 e 40,61 euro. Solo sotto area 34 euro si rischierebbe una nuova, ampia, fase ribassista, diretta verso i 28 euro.

Banca Mediolanum, sopra 8,43 rialzo in vista

Banca Mediolanum è in guadagno di più del 2%, a 8,45 euro circa (massimo di seduta a 8,50). I prezzi hanno toccato con il minimo di lunedì a 8,03 euro quello del 20 dicembre reagendo poi con forza. Una chiusura di seduta oltre 8,43, lato alto del gap ribassista lasciato lunedì in avvio, permetterebbe il test a 8,85 del lato alto del canale ribassista che contiene i prezzi dal top del 13 gennaio. Al superamento di area 8,85 atteso il ritorno sul massimo di ottobre a 9,89 euro. Sotto area 8 euro probabili invece cali almeno fino a 7,68, minimo della candela “hammer” (elemento che di norma sa essere un forte supporto) del 20 luglio scorso.

FinecoBank si scontra con Fibonacci

FinecoBank sale del 2,9% circa a 15,95 euro (massimo intraday a 16,01 euro). Il titolo dovrà superare la forte resistenza a 16,30 circa, già testata a dicembre, gennaio e febbraio e coincidente con il 61,8% di ritracciamento (Fibonacci) del ribasso dal top di novembre per poter estendere il rimbalzo intrapreso il 27 gennaio dal minimo di quota 14,28 euro. Oltre area 16,30 target fino in area 17,50 euro.

Sotto i 15 euro invece rischio di cali verso 14,30, trend line che unisce i minimi del 10 settembre e del 20 dicembre, supporto critico alla cui violazione si rischierebbero discese verso area 12,50 circa.

(Alessandro Magagnoli)

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