I mutuatari e coloro che cercano un mutuo devono affrontare un nuovo ostacolo mentre la Banca Centrale Europea (BCE) decide di aumentare ancora i tassi di interesse. Quest’ultima mossa, per la nona volta in meno di un anno, porta il tasso di interesse al 4,25%, aumentando così la pressione sui mutui a tasso variabile e su quelli nuovi a tasso fisso.
La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha sottolineato che le tensioni sull’inflazione richiedono una politica monetaria restrittiva, e di conseguenza, le famiglie e gli individui che hanno un mutuo in corso o ne stanno cercando uno si trovano ad affrontare rata crescenti e condizioni più sfavorevoli. In questa situazione, tuttavia, ci sono ancora opzioni per risparmiare, come la surroga o la rinegoziazione. Vediamo più da vicino cosa sta succedendo e come affrontare al meglio queste sfide finanziarie.
La BCE aumenta i tassi e i mutui ne risentono, cosa ha detto Lagarde
Come annunciato dalla presidente della BCE, Christine Lagarde, la politica monetaria restrittiva sta continuando a causa delle persistenti tensioni sull’inflazione.
Questa è la nona volta, in meno di un anno, che la BCE decide di aumentare i tassi di interesse, portandoli ora al 4,25%. Questa mossa ha un impatto diretto sui mutui, in particolare quelli a tasso variabile e quelli nuovi a tasso fisso.
Nel corso del 2022 e del 2023, i tassi di interesse decisi dalla BCE sono saliti a un ritmo costante, influenzando sia l’IRS (Interest Rate Swap) per i mutui fissi che l’Euribor per quelli indicizzati.
Secondo Christine Lagarde
l’attività economica a breve termine si è deteriorata a causa di una domanda più debole che sta influenzando il settore manifatturiero e gli investimenti, mentre i servizi mantengono ancora una buona performance ma mostrano segni di perdita di slancio. L’economia rimane debole nel breve periodo.
Riguardo ai tassi di interesse, poi, Lagarde ha affermato che a settembre potrebbe esserci un rialzo o una pausa, ma sicuramente non un taglio. La decisione dipenderà dai dati economici, e una pausa potrebbe non essere di lunga durata.
La BCE conta sull’assoluto sostegno del Consiglio direttivo in questo contesto.
Mutui a tasso fisso vs. mutui a tasso variabile: rischio e soluzioni
La crescita dell’IRS ha un impatto significativo sui mutui a tasso fisso, poiché il tasso rimane stabile una volta fissato al momento della stipula del mutuo. Ciò garantisce una rata costante nel tempo, proteggendo i mutuatari durante periodi di tassi in crescita. Tuttavia, chi deve stipulare un nuovo mutuo a tasso fisso si troverà di fronte a rate più alte rispetto al passato.
Le banche, infatti, sono riluttanti a erogare mutui con rate superiori al 33% delle entrate mensili dei richiedenti. In questo contesto, si potrebbe optare per l’allungamento della durata del mutuo o per un mutuo a tasso variabile con un paracadute per limitare l’incremento della rata.
Mutui a tasso variabile: gestire le rate in aumento
Per coloro che hanno già un mutuo a tasso variabile, la situazione si fa più complessa poiché la rata viene ridefinita periodicamente, generalmente ogni mese, in base all’Euribor e allo Spread.
Con l’aumento del tasso di riferimento della BCE, l’Euribor è anch’esso in crescita, portando ad un aumento della rata mensile già vista a luglio. Altresì, l’entità dell’aumento dipende anche dal punto in cui ci si trova nel piano di ammortamento.
I mutuatari che hanno già iniziato il mutuo da qualche tempo avranno un effetto meno significativo sull’importo della rata. Ciò nonostante, le rate stanno aumentando e i mutuatari devono affrontare il rischio di spese in aumento.
Come limitare i danni e risparmiare: la surroga e la rinegoziazione
In questa fase, è importante agire rapidamente per limitare ulteriori spese. Chi possiede un mutuo a tasso variabile può ancora valutare la surroga per passare a un tasso fisso o misto, bloccando così il valore della rata nei prossimi mesi. La surroga consente di trasferire il debito a un’altra banca, consentendo di variare il tipo di mutuo e il tasso.
Altrimenti, è possibile rinegoziare il mutuo con l’attuale banca, passando a un tasso fisso o misto. È importante sottolineare che, grazie alla Finanziaria 2023, è stato ripristinato il diritto di rinegoziare il tasso variabile per renderlo fisso, senza l’approvazione della banca e secondo determinate condizioni. Entrambe queste opzioni possono essere intraprese senza spese aggiuntive, con le spese del notaio necessarie per la surroga a carico della nuova banca.
In conclusione, mentre la BCE continua a innalzare i tassi di interesse, i mutuatari devono fare i conti con mutui più costosi. Tuttavia, esistono ancora opzioni per risparmiare e mitigare gli aumenti delle rate, come la surroga e la rinegoziazione con mutui a tasso variabile più lunghi, per esempio. Con l’aiuto di una valutazione attenta e delle giuste scelte finanziarie, i mutuatari possono cercare di affrontare al meglio le sfide imposte dalla politica monetaria restrittiva della BCE.