Mutui a tasso variabile, scattano le protezioni contro i rincari: le novità dalle banche

Le banche hanno deciso di seguire il consiglio del Governo per contrastare i nuovi rincari ai mutui a tasso variabile. Ecco tutte le novità in merito.

Per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile ci sono delle interessanti novità da parte delle banche, soprattutto sul piano della lotta contro i rincari.

Si tratta dell’introduzione di nuovi piani di ammortamento per consentire ai contraenti di poter pagare una rata più contenuta, anche se questo significa dover dilazionare nel tempo il proprio debito nei confronti della banca.

Una soluzione fortemente consigliata dal Governo, e forse l’unica al momento realizzabile per compensare i nuovi aumenti dei tassi d’interesse della BCE.

Finché l’inflazione europea non tornerà sotto il 2%, la Banca Centrale non smetterà mai di alzare i tassi, almeno fin quando l’economia continentale non comincerà a cedere. E così tutti coloro che la sostengono, mutuatari compresi.

Mutui a tasso variabile, scattano le protezioni contro i rincari: le novità dalle banche

Il Governo è alla ricerca di una soluzione permanente sulla questione dei mutui, ormai cresciuti fino all’inverosimile negli ultimi mesi. Ma da quanto è emerso dall’incontro col presidente dell’ABI, Antonio Patuelli, e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, la soluzione più fattibile è quella di allungare i tempi.

Non ovviamente di trattative o di valutazioni, ma dei mutui stessi, così da congelare virtualmente i rincari dei mutui variabili.

Da qui infatti la richiesta di adeguare i rialzi dei tassi attivi a quelli dei tassi su prestiti e mutui. In questo modo l’impatto dell’inflazione sarebbe più adeguato, e il contraente non dovrebbe ricorrere così facendo a misure abbastanza “antipatiche” per le banche, come la surroga o la rinegoziazione.

Sono strumenti che prevedono, nel primo caso, il passaggio del mutuo in essere ad un’altra banca concorrente, mentre nel secondo caso si tratterebbe di ricalcolare i tassi d’interesse sulla rata, o nell’applicazione di soluzioni “tampone”.

Tutte soluzioni che non sono una novità per le banche, ma vengono sempre meno acconsentite per il ridotto ritorno economico che li frutterebbe.

Invece sull’aumento della rateizzazione le banche sembrano più concordi. Con le nuove disposizioni, si potrà garantire ai mutuatari una rata più confortevole, e alla banca molti più interessi di quelli previsti dal precedente piano di ammortamento.

Per quanto sembri una situazione a totale vantaggio delle banche, va detto che sempre il ministro Giorgetti ha sollecitato le banche a prendersi la responsabilità della sostenibilità sociale degli shock recenti sul piano dei mutui e dei prestiti, almeno puntando a compensare questi debiti con un aumento dei tassi d’interesse sui conti correnti e deposito.

Mutui a tasso variabile ancora in aumento per tutto il 2023

Il problema del mutuo si limita solo a quelli che lo hanno scelto con tasso variabile. E così sarà anche nei prossimi mesi, visto che la BCE vuole procedere con la sua politica dei rialzi dei tassi.

Una politica monetarista ormai giudicata come un grosso errore da parte della BCE. Perfino l’ABI trova insufficiente il continuo aumento dei tassi come unica arma contro l’inflazione, essendoci anche altre forme di inflazione in gioco, come quella degli extraprofitti, denunciata perfino dalla stessa BCE.

Eppure Christine Lagarde non vuole retrocedere, e punta a nuovi rialzi per il prossimo semestre.

Così facendo sarà inevitabile un aumento del TAN addirittura al 5%, la soglia psicologica oltre il quale la quota degli interessi sarà pari al 60-70% del capitale erogato. E questo soprattutto nel caso dei mutui a lunga decorrenza, proprio quelli supportati dal Governo.

Sarà pertanto difficile una frenata dei tassi. La maggior parte delle proiezioni punta al picco dei rialzi verso il quarto trimestre, ma finché l’inflazione non comincerà a scendere per bene tale picco potrebbe venire spostato al prossimo anno, addirittura si parla di un rialzo continuo fino al 2025.

La difficile proposta della surroga per i mutui a tasso variabile

Altra soluzione supportata dal Governo Meloni è quella di garantire la surroga per chi vuole accedere a tassi agevolati, ma con altre banche.

Come già accennato, la surroga non è una novità per le banche, anche se è uno dei 3 modi su come ridurre il peso di un mutuo. In pratica trasferisci il tuo debito dalla prima banca ad un’altra, e solo per un tasso migliore.

Se con la rinegoziazione la banca può in qualche modo imporsi e addirittura negare la proposta, nel caso della surroga, se la seconda banca è d’accordo, la prima non potrà opporsi, a meno di non rischiare una penale.

Secondo la Legge Bersani, la banca di partenza dovrà acconsentire alla surroga entro 30 giorni lavorativi dall’invio della richiesta. Se va oltre i tempi previsti, scatterà una penale dell’1% più la cifra della rata per ciascun mese di ritardo causato.

Per questo molte banche dispongono a livello contrattuale delle condizionalità in caso di opzione surroga, chiedendo almeno il pagamento di tot rate prima di poter farne richiesta (in genere almeno le prime 12-24 rate).

Sono condizionalità che sono necessarie per avere la sicurezza che il mutuatario sia affidabile a livello creditizio. Non a caso il ministro Giorgetti parla di garantire l’opzione delle surroghe solo a chi è in regola per i pagamenti.

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