Mutui, il rialzo dei tassi durerà fino al 2025? Le prossime mosse della BCE

I tassi di interesse aumentano ancora, secondo gli ultimi dati UE: si stima un ulteriore rialzo fino al 2025: soluzioni per correre ai ripari.

I tassi di interesse hanno subito, negli ultimi anni, l’andamento dell’inflazione, e della crisi economica susseguita dalla pandemia. Per portare equilibrio all’economia europea, la Banca Centrale Europea ha deciso di intervenire con diversi rialzi dei tassi di interesse.

L’ultimo intervento recente va ad aumentare ancora, di 25 punti, i tassi di interesse, e gli effetti di questa decisione si vedranno a partire dal 21 giugno 2023. Come già accaduto negli scorsi mesi, anche in questi mesi a rischiare maggiormente le conseguenze del rialzo sono coloro che hanno stipulato un mutuo.

Si prospetta un aumento dei tassi dei mutui considerevole, per cui chi ha stipulato con una banca un mutuo variabile presto assisterà ad un aumento. Vediamo in cosa consiste e come correre ai ripari.

Rialzo tassi di interesse in UE: le cause

La politica monetaria dell’Unione Europea continua a proporre delle strette, con l’obiettivo principale di contenere l’inflazione che si è diffusa nel continente, provocando degli effetti a catena non indifferenti sull’economia generale.

Il rialzo dei tassi di interesse è una strategia economica volta a contrastare le problematiche economiche degli ultimi mesi, e portare equilibrio al sistema, tuttavia gli effetti negativi di tali rialzi sono da individuare principalmente in un aumento del costo dei mutui e dei finanziamenti.

L’obiettivo dell’Europa è quello di contrastare l’inflazione, ancora alta nel 2023, portandola almeno al 2% per il 2025. Tuttavia questa decisione significherà anche un rialzo dei tassi che sarà presente fino a questa data.

A proposito dell’inflazione, l’Europa ha delineato alcune soglie di riferimento per i prossimi anni, analizzando l’economia attuale e in particolare il caro vita:

  • 5,4% nel 2023;

  • 3,0% nel 2024;

  • 2,2% nel 2025.

Il caro vita, nonostante la discesa prospettata, continuerà ad essere un problema per gli stati europei, Italia inclusa, e si arriverà ad una percentuale più bassa, che darà respiro all’economia, solamente nel 2025. Si prospettano quindi ulteriori interventi della BCE da qui a questa data.

Rialzo dei tassi: le conseguenze sui mutui

Se da un lato il rialzo dei tassi di interesse è un modo per riequilibrare l’economia generale, dall’altro lato a patirne le conseguenze sono tutti coloro che hanno stipulato un mutuo o un finanziamento, in particolare a tassi variabili.

Rispetto a gennaio 2022, si potrebbe verificare un aumento dei prezzi fino al +60%, per ciò che riguarda gli interessi sui mutui. Il picco di questa crescita è previsto per settembre 2023, quando una singola rata potrebbe aumentare di 285 euro.

Chi ha stipulato in passato un mutuo a tasso variabile, un tempo conveniente, si troverà nella spiacevole situazione di dovere pagare cifre decisamente più alte per le rate mensili da versare alla banca.

Se le decisioni della BCE sul lungo termine possono avvantaggiare l’economia, garantendo una diminuzione dell’inflazione in pochi anni, le conseguenze per i cittadini non sono indifferenti.

Va preso anche in considerazione il fatto che il 2023 è un anno cruciale sotto diversi aspetti: i prezzi sono ancora molto alti, anche per l’acquisto di prodotti alimentari e di prima necessità, i mutui aumentano e inoltre scompare l’agevolazione prevista per i giovani che acquistano una casa.

Il bonus giovani under 36 sta per terminare, ovvero è possibile accedervi ancora solamente fino al 31 dicembre 2023. Questo fattore, unito al rialzo dei tassi, potrebbe disincentivare i giovani italiani dall’acquistare un’abitazione tramite un mutuo bancario.

Aumento dei mutui, le soluzioni

Per chi ha un mutuo aperto e sta assistendo a questi rialzi, è comunque possibile trovare delle soluzioni, più o meno semplici, per correre ai ripari. La prima cosa da fare in questi casi è chiedere una rinegoziazione con la propria banca, ovvero quella dove è stato aperto il mutuo.

Si può quindi optare per un allungamento del mutuo, in modo da variare la somma mensile da corrispondere alla banca, in diminuzione.

Un’altra soluzione è quella della surroga, ovvero di uno spostamento del mutuo ad un’altra banca, che presenta condizioni più vantaggiose. Il vantaggio di questo passaggio è che la banca originaria non può opporsi al cambiamento.

Lo svantaggio principale sta nel trovare una banca che offra condizioni più convenienti e che accetti il trasferimento. Chi ha aperto un mutuo a tasso misto può anche pensare di intervenire direttamente sui tassi di interesse, passando da quelli variabili a quelli fissi, se è più conveniente.

Per chi ha un ISEE basso questo passaggio può essere facilitato, grazie ad una specifica norma introdotta quest’anno. Infine è possibile sospendere temporaneamente il pagamento delle rate secondo il Fondo Gasparrini.

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