Il mercato non riserva una buona accoglienza alla prima conference call di Iveco dopo la scissione da CNH Industrial. I dati dell’esercizio 2021 evidenziano una crescita rispetto al precedente ma il Free Cash Flow resta negativo.
Minimo storico per Iveco dopo i risultati 2021
Prima uscita per il management di Iveco dopo la separazione da CNH Industrial (effettiva dal 1° gennaio) e l’avvio delle contrattazioni in borsa (il 3 di gennaio, prima seduta di borsa dell’anno). Purtroppo il mercato penalizza il titolo con vendite copiose e un nuovo minimo della sua pur breve storia a 8,26 euro. I risultati 2021 sono positivi, e difficilmente avrebbe potuto essere altrimenti dato che il confronto è con il 2020 dell’emergenza Covid.
Iveco: bene ricavi e profitti, FCF negativo
I ricavi netti delle attività industriali si attestano a 12,52 milioni di euro, +21% a/a. L’EBIT adjusted delle attività industriali balza a 302 milioni di euro dopo i -89 milioni del 2020). L’utile netto adjusted si attesta a 140 milioni da una perdita di 167 milioni. L’elemento negativo è rappresentato dal Free cash flow delle attività industriali, in rosso per 125 milioni a causa del “capitale di funzionamento influenzato da scorte più elevate dovute all’interruzione della catena di approvvigionamento”.
Scenario 2022 poco entusiasmante per il settore
Indicazioni poco confortanti emergono anche dallo scenario riguardante i volumi di vendita 2022 del settore. Il segmento LCV (veicoli commerciali leggeri) è previsto in crescita tra 0 e 5% contro il +9% messo a segno nel 2021. Anche per i veicoli medi e pesanti (segmento M&H) la previsione è di una crescita tra 0 e 5%, ben poca cosa dopo il +26% dell’anno scorso. Un miglioramento a livello globale è invece atteso per quanto riguarda gli autobus: dal +1% dell’anno scorso a +10% circa nel 2022.
(Simone Ferradini)