Bonus verde 2022: tutto quello che devi sapere!

Cos'è il bonus verde e come è stato prorogato per il 2022. Come fare a richiederlo e quali sono gli interventi ammissibili nella dichiarazione dei redditi.

All’alba del 2022, è nuovamente corsa ai bonus. Quello che però è noto è che molti dei bonus che erano in vigore per il 2021 sfortunatamente non lo saranno anche per il 2022, oppure lo saranno ma con sostanziali modifiche (come il bonus auto di cui abbiamo parlato nell’ultimo articolo). Il bonus verde invece è uno degli irriducibili ed è stato già prorogato anche per il 2022, fino a tutto il 2024.

Tra i bonus relativi alle abitazioni, ve ne sono in effetti vari che non sono stati ancora toccati dal passaggio dell’anno:

  • Il SuperBonus 110%, spesso criticato, resterà in vigore fino al 31 Dicembre 2022;
  • L’Ecobonus per la riqualificazione energetica resterà fino al 2024;
  • Anche il Sisma Bonus è previsto rimanere fino al 2024;
  • Il Bonus Mobili ed Elettrodomestici che, sempre in scadenza nel 2024, ha anche alcune novità per l’anno in corso;
  • Il Bonus Idrico (fino al 2023) ed il Bonus Acqua Potabile (fino alla fine del 2022);
  • Il Bonus Facciate prorogato per tutto il 2022;
  • Il Bonus Ristrutturazione esteso al 2024.

In quest’articolo, approfondiremo tutti gli aspetti del Bonus Verde, verificando in cosa consista, cosa sia necessario fare per ottenerlo e chi siano le persone che possono richiederlo.

Bonus verde 2022: come funziona

La Legge di Bilancio ha prorogato il Bonus Verde per tutto il 2024.

Sostanzialmente si tratta di un’agevolazione fiscale che va a restituire negli anni il 36% delle spese sostenute negli anni 2020, 2021 e 2022 (in altre parole ancora, è una detrazione sull’Irpef).

Esso permette di fare interventi straordinari che mirino a riqualificare giardini, terrazze ed aree verdi scoperte con la messa a dimora di alberi e piante.

Sarà interessante sapere che saranno interessati dal bonus anche i condomini.

In estrema sintesi, il bonus verde è una detrazione che può essere ottenuta in sede di dichiarazione dei redditi. Non si tratta dunque nè di uno sconto sulle fatture nè di una cessione del credito, come funziona per altri bonus.

La detrazione che si riesce ad ottenere grazie al bonus verde va poi suddivisa in 10 quote annuali di ugual misura. Il valore massimo richiedibile per singola unità immobiliare (a uso abitativo) è di 5 mila euro. La detrazione massima ottenibile, pertanto, è di 1.800 euro (36% di 5.000) per immobile.

Insomma si tratta di un’iniziativa volta a rendere l’Italia un luogo sicuramente più verde, anche in vista degli obiettivi di sostenibilità promossi dall’Agenda Europea 2030.

A chi spetta il bonus verde 2022?

Il bonus verde può essere richiesto da chiunque, senza limiti di reddito ed ISEE. Scrive così il sito dell’Agenzia delle Entrate:

Hanno diritto all’agevolazione i contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi e che hanno sostenuto le relative spese.

In altre parole, l’agevolazione non spetterà soltanto ai proprietari di un’abitazione, ma anche ai locatari (ovvero gli affittuari) ed ai comodatari.

Non solo: il bonus verde potrà essere richiesto anche dai detentori di nuda proprietà oppure dai titolari di un diritto reale (stiamo parlando di contratti di usufrutto, uso, abitazione oppure superficie).

Come anticipato in apertura, il bonus può essere richiesto anche per gli interventi da apportare alle aree esterne di un condominio fino ad un importo massimo raggiungibile di 5 mila euro per unità abitativa inclusa all’interno dello stabile.

Sono oggetto del bonus verde anche gli interventi a edifici che non sono utilizzati solo a scopo abitativo, purché almeno la metà sia destinata a tale uso. Si sappia, comunque che anche in quest’ultimo caso, il bonus andrà calcolato sempre in base alle unità abitative esistenti, e non a quelle immobiliari. La detrazione invece verrà distribuita in base ai millesimi, abitativi o meno.

Si sappia infine che in questo caso, ovvero di immobili utilizzati promiscuamente, la detrazione richiedibile sarà al massimo del 18% sulle spese sostenute (sempre con un tetto massimo di 5 mila euro).

Una volta appurati i possibili beneficiari, veniamo al dunque e scopriamo quali interventi siano ammessi alla detrazione.

Quali sono i lavori oggetto del bonus verde?

Come riporta il sito dell’Agenzia delle Entrate, la detrazione Irpef del 36% sarà concessa per i lavori che concernono:

  • non soltanto la sistemazione a verde di aree scoperte private che comprendono anche i lavori di restauro di giardini storici, i lavori di creazione degli impianti di irrigazione, la riqualificazione di aree erbose, e la realizzazione di pozzi;
  • ma anche per la realizzazione delle cosiddette “coperture a verde” (l’utilizzo di piante e terreno per coprire superfici inclinate) ed i tanto gettonati giardini pensili.

Non soltanto la realizzazione di questi interventi darà luogo alla detrazione, ma anche la manutenzione di quanto precedentemente esistente, purché connesso all’elenco succitato.

Via libera dunque alla riqualificazione di aree verdi e tappeti erbosi purché non siano usati con scopi di lucro, come nel caso dei campi ad uso sportivo. Via libera anche alla messa a dimora di piante ed arbusti d’ogni genere.

Infine, tra i lavori che possono essere considerati oggetto del bonus, anche quelli per la realizzazione di impianti finalizzati all’irrigazione e tutti i lavori satelliti.

Anche la collocazione di piante, arbusti e altri vegetali sarà possibile ed ammessa ai fini dell’ottenimento del bonus purché sia compresa all’interno di un intervento di riqualificazione più ampio.

Cosa invece non è portabile in detrazione?

Sempre dal sito dell’Agenzia delle Entrate, è evidente che due sono i casi che non sono ammissibili:

  • la manutenzione ordinaria periodica nel caso di giardini già esistenti e che non sia però connessa ad alcun intervento più esteso che sia innovativo o modificativo;
  • i lavori in economia (in altre parole, i lavori in totale autonomia, in prima persona o ricorrenti a lavoratori autonomi, ma non ad imprese);
  • l’acquisto di attrezzature per la manutenzione della propria area verde.

Insomma, deve trattarsi di interventi di natura squisitamente straordinaria.

In altre parole, il bonus ha effetto sugli interventi su di un giardino (o parte di esso) che siano ex novo oppure volti ad una miglioria. Non avranno effetto invece sugli interventi periodici.

Si segnala inoltre che non si potrà usufruire del bonus verde nemmeno nell’ambito dell’appalto: ovvero, non si potrà richiedere per la creazione di un nuovo giardino che sia inserito all’interno del progetto di un nuovo immobile previsto da una gara di appalto.

Ed ora veniamo alla questione pratica del bonus, ovvero come fare a richiederlo ed ottenerlo.

Come ottenere il bonus verde?

Innanzitutto, è necessario sottostare alle regole sopra descritte.

Come seconda cosa, però, è obbligatorio che tutte le fatture e ricevute relative al pagamento degli interventi sul proprio giardino o area verde siano effettuati in maniera tracciabile.

I mezzi di pagamento che sono accettati per la richiesta del bonus verde sono:

  • assegni bancari, postali o circolari non trasferibili;
  • carte di credito, bancomat oppure bonifici.

Naturalmente non sarà accettate qualsivoglia forma di pagamento che non sia tracciabile (come i contanti).

Il tutto andrà poi presentato in sede di dichiarazione dei redditi.

Si ricorda che l’importo massimo richiedibile per immobile è di 1.800 euro (ovvero il 36% di 5 mila euro). Tale importo verrà poi suddiviso nell’arco di 10 anni in 10 quote uguali (quindi del valore massimo di 180 euro ciascuna).

Oltre alla presentazione delle fatture e ricevute sarà necessario compilare un’autodichiarazione dove si specifica l’importo di tutti gli interventi eseguiti e si dichiara che essi sono tutti reali e a norma di legge (nonché ammissibili ai fini del bonus).

Le spese andranno poi dichiarante nel quadro E del modello 730 con il codice 12. A quel punto sarà l’Agenzia delle Entrate ad effettuare un controllo della correttezza della richiesta.

Come già detto, a differenza di altri bonus, il bonus verde non è per nulla convertibile in sconto in fattura oppure con cessione del credito.

Ovviamente tutto ciò è fattibile autonomamente, tramite commercialista oppure tramite Caaf o patronato autorizzato: sarà sufficiente presentare la succitata autodichiarazione, l’insieme delle fatture e ricevute nonché la comprova di tutti i pagamenti effettuati.

Se però si tratta di un condominio, sarà l’amministratore dello stesso a presentare una dichiarazione in cui si attesta di aver adempiuto a tutti gli obblighi di legge. Sarà sempre l’amministratore a verificare che le quote spettanti al condominio siano state versate dai condomini stessi. Se il condominio non dovesse avere il proprio amministratore, sarà allora compito dei condomini adempiere a queste pratiche.

Al termine di quest’articolo, vediamo i casi particolari.

Bonus verde e passaggio di proprietà

In quest’ultimo paragrafo vediamo le casistiche particolari che si possono presentare in tema di bonus verde.

Ad esempio, cosa succede al bonus in caso di passaggio di proprietà dell’immobile?

Nel caso di vendita, la detrazione, salvo diversi accordi, spetterà al nuovo acquirente che entra in possesso dell’area verde rinnovata dal precedente inquilino. Come detto, ci si può accordare senza problemi affinché ciò non avvenga e la detrazione segua il fautore dei lavori.

Si segnala infatti che il bonus verde non segue il proprietario ma segue l’immobile.

Ogni persona fisica può sommare le detrazioni per le spese sostenute su ciascun immobile di sua proprietà, scrive infatti FiscoMania.

In caso di decesso del fruitore del bonus, la detrazione spetterà di diritto ai suoi eredi o agli eredi che conservano materialmente la detenzione dell’immobile.

Nel caso in cui, come spesso accade, l’eredità non viene accettata dagli eredi stessi la detrazione verrà completamente persa. Viene parimenti persa laddove, pur essendo l’eredità accettata, l’immobile non sia materialmente di proprietà di nessuno (un indizio molto facile per verificare la proprietà è sicuramente la voltura delle utenze).

Infine si segnala che la proprietà dell’immobile non deve esserci solamente nell’anno di richiesta del bonus, ma anche per tutti gli anni in cui si percepisce la detrazione (dunque per tutti i 10 anni dal momento della richiesta).

Se invece si tratta di contratto di locazione oppure di comodato, nel caso in cui le spese siano state sostenute dall’affittuario (o comodatario), anche in caso di fine del contratto, la detrazione non verrà meno e continuerà ad essere percepita per tutta la durata prevista (quindi, di nuovo, per tutti i 10 anni).

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