Tra i tanti obiettivi della nuova riforma fiscale c’è la riduzione delle aliquote e degli scaglioni Irpef. L’Irpef aveva già subito una revisione in vigore dallo scorso anno e con la nuova rimodulazione del sistema di tassazione la domanda che viene subito posta è: chi ci guadagna?
La riforma fiscale, ovviamente, non è già un percorso compiuto e per portare a termine la delega occorrerà diverso tempo.
L’iter non è affatto semplice e la nuova tassazione non esordirà subito: l’idea è quella di far partire dal prossimo anno una nuova tassazione Irpef, con un taglio delle aliquote dalle quattro attuali a tre. L’obiettivo è quello di arrivare, entro la fine della legislatura, alla flat tax.
Nel testo, andremo ad analizzare la nuova riforma fiscale, ovviamente, concentrandoci sulle nuove aliquote Irpef e sulla riduzione delle deduzioni e detrazioni fiscali.
Riforma fiscale, revisione aliquote Irpef. Come cambieranno?
L’obiettivo finale della nuova riforma fiscale è il riordino del sistema tributario. Tra i vari provvedimenti in cantiere della riforma fiscale, c’è anche la riduzione delle fasce di reddito e le aliquote Irpef.
Si parla, infatti, di una nuova revisione del sistema di tassazione e sulle modalità di calcolo dell’Irpef sul reddito delle persone fisiche.
Facciamo solo una breve premessa: l’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) è un’imposta progressiva, personale e indiretta che grava sul reddito dei lavoratori e pensionati . Il sistema di tassazione è progressivo proprio perché è regolato da aliquote, ovvero percentuali di tassazione, e scaglioni reddituali.
Dopo l’ultima revisione, a partire dal 2022, le aliquote e gli scaglioni dell’Irpef sono i seguenti:
- •
Fino a 15.000 euro, aliquota al 23%;
- •
Da 15.000 euro e fino a 28.000 euro, aliquota al 25%;
- •
Da 28.000 euro e fino a 50.000 euro, aliquota al 35%;
- •
Oltre 50.000 euro, aliquota al 43%.
Cosa cambierà con la nuova riforma fiscale? In cantiere c’è, appunto, la riduzione da quattro a tre aliquote Irpef, accorpando i primi due scaglioni. Qual è, quindi, una delle ipotesi? Si pensa alla seguente revisione:
- •
Fino a 28.000 euro, aliquota al 23%;
- •
Da 28.000 euro a 50.000 euro, aliquota al 35%;
- •
Oltre 50.000 euro, aliquota al 43%.
Si ipotizza anche un’altra rimodulazione: l’aliquota al 23% per lo scaglione di reddito fino a 15.000 euro.
Vi è anche un’altra ipotesi che prevede la riduzione della seconda aliquota da 35% a 27%. E, in alternativa, anche di introdurre una seconda aliquota al 33%.
Riforma fiscale, riduzione aliquote Irpef. Chi ci guadagna?
Quello della revisione dell’Irpef è uno degli obiettivi principali della riforma fiscale. Con la riduzione degli scaglioni e delle aliquote e di tutto il meccanismo di tassazione del reddito si punta a raggiungere l’equità orizzontale impositiva.
Come abbiamo già detto, l’obiettivo finale è quello di arrivare gradualmente alla flat tax e per raggiungere questa meta si deve rimodulare l’Irpef ed equiparare la no tax area di lavoratori e pensionati.
La classe media, con la riduzione delle aliquote a tre (23%, 35% e 43%) otterrebbe un alleggerimento del carico fiscale. Ovviamente, ci sono ancora solo ipotesi e molti dubbi, in quando bisogna anche vedere se, di conseguenza alla rimodulazione delle aliquote, verranno rimodulati anche gli scaglioni di reddito.
Il vantaggio più immediato andrebbe ai redditi compresi tra 15.000 euro e 28.000 euro, che con l’attuale sistema, occupano il secondo scaglione reddituale, perdendo 2 punti e confluendo nel primo scaglione. Come al solito, però, i redditi più bassi non perdono e non ottengono nulla.
Tuttavia, potrebbe esserci una novità, seppur marginale, ovvero di allineare a 8500 euro la no tax area di lavoratori e pensionati: quella che è stata definita equità orizzontale. Nello specifico, la promessa è di alzare di 500 euro la fascia esente dalla tassazione per i pensionati.
Revisione dell’Irpef e taglio delle detrazioni, perché sono legate?
Vi è anche un altro aspetto da considerare. La riorganizzazione di aliquote e scaglioni è legata alla revisione delle agevolazioni fiscali. Come sappiamo, le agevolazioni fiscali permettono ai contribuenti di beneficiare di deduzioni e detrazioni fiscali. Compensando i due aspetti, il taglio delle detrazioni permetterebbe di ridurre le aliquote Irpef.
Non bisogna aspettarsi un taglio netto e radicale delle agevolazioni fiscali, quanto più di un generoso sfoltimento che dovrebbe salvaguardare comunque le detrazioni per le spese sanitarie, per l’istruzione, il mutuo e il bonus casa.
Tuttavia, si pensa di introdurre un tetto alla possibilità di fruire delle detrazioni fiscali, andando, nel contempo, ad assicurarne di più a tutti quei contribuenti che hanno redditi bassi e, di conseguenza, meno ai contribuenti con redditi maggiori.
Qual è l’obiettivo? Si punta ad arrivare ad una forfetizzazione degli sconti fiscali, tenendo conto, come abbiamo appena spiegato, dei redditi familiari.
Un’altra novità nel programma dell’esecutivo è anche l’estensione della cedolare secca a tutti gli affitti e, quindi, anche agli immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo.