Le grandi potenze che puntano sulle criptovalute

Nonostante ci siano più di 10 mila criptovalute in circolazione la maggior parte si muove in una cerchia ristretta di persone, per lo più gamers.

Nonostante ci siano più di 10 mila criptovalute in circolazione la maggior parte di queste si muove in una cerchia ristretta di persone, per lo più gamers, e anche le più commerciali coprivano ancora una nicchia molto piccola della popolazione mondiale.

Dopo il boom degli ultimi anni i governi non possono però più permettersi di considerare le monete digitali come un mercato isolato e per questo stanno assumendo una posizione per regolamentare questo nuovo mercato prima che sia fuori controllo.

Perché ci sono posizioni contrastanti nei confronti delle monete digitali? Che cosa spaventa coloro che adottano una posizione di difesa e che cosa spinge quelli che ne incentivano la crescita?

I vantaggi dell’accoglienza delle criptovalute

Le criptovalute hanno un grande potenziale sia per la popolazione che per la crescita di un Paese e inoltre in alcuni casi possono diventare anche uno strumento di propaganda politica.

Negli Stati Uniti per esempio il mining è visto come l’opportunità di creare nuovi posti di lavoro, ben pagati, in zone poco abitate e diretto alle persone non istruite.

Laddove la prospettiva di crescita del governo non è incentrata sul libero mercato ma su un controllo ristretto dei beni e dei servizi allora le cose cambiano. In Cina accogliere il mercato cripto era diventato insostenibile perché la fuga dei capitali dei grandi ricchi cinesi era sfuggita dal controllo dello Stato.

In generale le nazioni che si esprimono a favore dello sviluppo delle criptovalute hanno degli interessi concreti per l loro sviluppo: rendere al 100% digitali gli scambi, favorire il mercato internazionale, aumentare il PIL e purtroppo anche essere un “Paese test” per testare, appunto, l’entrata delle monete digitali a livello quotidiano.

Gli svantaggi dell’accoglienza delle criptovalute

Quello che preoccupa i Paesi che assumono una posizione di difesa nei confronti dello sviluppo delle criptovalute sono principalmente l’impatto ambientale generato dal mining, le gravi truffe e la mancanza di regolamentazione adeguata.

La Svezia fin da subito si è dichiarata contraria al mining delle criptovalute sostenendo che l’Europa sarebbe dovuta intervenire per vietare completamente quest’attività perché la quantità di energia elettrica usata è insostenibile; così anche la Danimarca e la Norvegia.

Le truffe degli hacker sono ancora un grande problema perché la quantità di denaro in circolazione poco protetta attira i truffatori e si nasconde dietro l’anonimato la maggior parte delle volte senza subire nessun tipo di condanna perché irrintracciabile o non identificabile come reato specifico.

La posizione dell’Europa: i Paesi più accoglienti

I Paesi più industrializzati sono forse i più complessi e necessitano un’attenzione molto profonda per capire il significato della loro presa di posizione. In Europa per esempio ci sono una serie di fattori che bisogna considerare tra cui il livello di digitalizzazione di una nazione e la regolamentazione ambientale.

Il Portogallo e la Germania sono fra tutti quelli più crypto-friendly e già da anni portano avanti politiche interne di sviluppo tecnologico per accompagnare i cittadini verso la digitalizzazione partendo dalla forma di pagamento (virtuale) all’internet banking e così via.

In Portogallo inoltre non ci sono tassazioni per la compra-vendita di monete digitali e ciò incentiva il trading e i minatori a investire in questo Paese. Alcuni sostengono che la situazione apparentemente rosea del Portogallo sia dovuta ad una mancanza di regolamentazione che presto verrà portata avanti. 

Il continente americano e le criptovalute

L’America del nord segue un processo di crescita molto diverso dal sud del continente e questo viene riflesso anche nel mondo cripto. Negli Stati Uniti e in Canada per esempio le criptovalute sono riconosciute, in alcuni case anche dalle stesse banche per pressione degli investitori, e ci sono mezzi di informazione digitale liberi e accessibili per formare i cittadini.

In Texas nello specifico il mercato cripto è cresciuto tantissimo negli ultimi due anni perché gli investitori hanno visto queste terre aride e disabitate come un’opportunità di investimento per offrire nuovi posti di lavoro e per creare centrali di estrazione di criptovalute usando in parte energia proveniente da fonti rinnovabili.

Il Canada sta portando avanti una nuova regolamentazione che permetterà una crescita del mercato cripto nel rispetto dell’ambiente e delle comunità locali. Un percorso che sembra non essere affine alle decisioni politiche dei Paesi latini.

I meno industrializzati come El Salvador e la Colombia sono entrati tra i test e quindi incentiveranno l’uso delle monete digitali per analizzare quali dinamiche si creeranno probabilmente danneggiando giovani investitori con il sogno di ottenere guadagni stabili e veloci.

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