Ecco le tasse più assurde presenti in Italia. Ma si pagano regolarmente

Una marea di micro pagamenti, tra le tasse più assurde che abbiamo in Italia e che siamo costretti a pagare ogni giorno. Ecco una panoramica incredibile.

A parlare di tasse non c’è mai da stare allegri ma, almeno in teoria, si sa che servono a finanziare servizi di cui beneficia l’intera comunità. Esistono però in Italia delle tasse talmente assurde che è impossibile non indignarsi o, ancora peggio, rassegnarsi al fatto di essere impotenti e doverne subire l’imposizione.

Ebbene sì, alcune sono davvero strane, tante ingiuste e molte, non c’è ombra di dubbio, addirittura sconosciute alla maggior parte delle persone.

Il punto però è che la legge non ammette ignoranza. Quindi, in alcuni casi, non essendo al corrente delle conseguenze, dal punto di vista legale, in cui si incorre, ci si espone inconsapevolmente a rischi che si traducono in salate multe da pagare.

Ecco una panoramica che senza dubbio lascerà stupita la maggior parte dei lettori.

Balzelli d’Italia: queste sono le tasse più assurde che paghiamo ogni giorno

Non c’è che l’imbarazzo della scelta tra tasse assurde, inutili e ingiuste. Purtroppo, si tratta di un’amara constatazione, nel caso qualcuno pensasse che, in fin dei conti, si tratta giusto di un paio di stranezze.

Ebbene no, l’elenco è lungo e variegato.

Basti pensare che, come riporta lo scadenziario fiscale dell’Agenzia delle Entrate, nel 2017 le tasse da pagare per un lavoratore autonomo con partita Iva sono state 890 in un anno, mentre per un lavoratore dipendente, come uno statale ad esempio, 471, sempre nell’arco dei dodici mesi.

Tante tasse, tanto denaro per lo Stato? In realtà no. L’85% del gettito proviene dal 20% delle tasse esistenti. Quindi semplificare è d’obbligo.

Partiamo dall’assurdità. In Italia, abbiamo tassato anche l’ombra. Infatti, se un locale su strada ha un tendone per riparare l’ingresso dal sole e l’ombra (ovviamente) si propaga sul marciapiede (che è pubblico), allora deve corrispondere una tassa per occupazione di suolo pubblico.

Esiste, e questo in tantissimi non lo sanno, una tassa sull’esposizione della bandiera italiana. Pertanto, se un hotel o un bar vuole esporre il tricolore, è bene che si accerti se nel proprio comune è in vigore la disposizione. Si rischia fino a 280€ da versare: è bene ricordarlo, alla prossima competizione sportiva.

A proposito di sport e hobby, in Italia si paga anche il fatto di riuscire a trovare, ogni tanto, un po’ di tempo libero per sé.

Si pagano tasse per andare in cerca di funghi, per andare a pescare, per andare a fare shopping in centro a Milano, se l’auto che si guida è datata.

Si paga la tassa di soggiorno, per visitare una località, se si è forestieri.

Tasse più assurde d’Italia ma non solo: queste le odiano tutti

Conquista il primato di tassa più odiata dagli italiani, il famigerato canone Rai

Vero e proprio dazio annuale, tra l’altro imposto nella bolletta elettrica, che in molti credono vada nelle tasche dell’azienda romana e invece si corrisponde per il fatto di servirsi della tv di Stato.

Una curiosità. La tassa è prevista sul “possesso” dell’oggetto (che può anche essere stipato in soffitta) e non sulla effettiva fruizione del servizio. Si tratta di una disposizione che risale 

al Regio Decreto n. 246 del 21 febbraio 1938. Sì, esattamente: sono passati più di 84 anni da quando esiste l’abbonamento tv e ancora nessuno lo ha abolito o riformato. 

Le altre tasse odiose e odiate dagli italiani sono quelle imposte per il semplice fatto che si viene al mondo o si passa a miglior vita. Esistono tasse di ogni genere, dal matrimonio alla tumulazione, perfino per la decorazione della lapide (già pagata a proprie spese ovviamente).

Ci sono poi le tasse comunali. Tutti, in questo momento, stanno pensando alle tradizionali Imu o Tari, ignorando che si paga anche la Tosap, vale a dire la tassa “per uscire di casa”. Si paga se il passo carraio sbocca su una strada di proprietà demaniale dello Stato, se ci sono gradini che occupano suolo pubblico e addirittura, ad Agrigento, chi ha un ballatoio affacciato su strada pubblica.

I più ignorano anche che, in alcuni comuni, si versa la tassa sulla proprietà di un cane in famiglia, per importi che oscillano tra i 20€ e i 50€ all’anno, per ciascun animale domestico.

Tasse più assurde e odiate d’Italia, ma queste sono proprio inutili e obsolete

Concludiamo con una carrellata delle tasse più inutili che ancora gravano sulle spalle dei contribuenti. Se è vero che molte sono assurde o ingiuste, quelle votate all’assoluta inutilità sono probabilmente le più difficili da digerire.

Forse qualcuno ricorderà la tassa sui frigoriferi negli alberghi, poi eliminata. 

Oggi, il campo però è tutt’altro che sgombro. Solo per fare qualche esempio, esistono:

  • la sovraimposta di confine sui fiammiferi
  • le tasse di pubblico insegnamento
  • il diritto di verifica dei cronotachigrafi Cee.

Tuttora vigente anche l’obbligo di versare un contributo per la bonifica delle paludi, una tassa istituita nel 1904 (un incentivo alla conquista di terre coltivabili).

Paghiamo ancora le accise sui carburanti per finanziare la guerra in Abissinia del 1935. Guerra finita ma tassa mai abolita. E poi per la guerra di Etiopia, la crisi di Suez del ‘56, il Vajont del ‘63, l’alluvione a Firenze del ‘66. 

In bolletta elettrica paghiamo anche la tassa sulle centrali fantasma, ovvero le nucleari, che invece sappiamo che in Italia sono in stato di spegnimento.

E che dire della voce EF-EN sempre in bolletta? Paghiamo una tassa affinchè l’uso dell’energia sia efficiente ma il preciso funzionamento di tale efficienza resta misterioso.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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