A Monteprato di Nimis, in Friuli, ogni 2 agosto come da tradizione si celebra quella che è conosciuta come la “Festa degli uomini”. Ed è proprio per questa occasione che è scoppiata un’accesa polemica tra chi giudica l’evento (e un gioco particolare previsto all’interno di questo) come sessista e con una petizione ne richiede addirittura la cancellazione. Ma andiamo più nel dettaglio.
Festa degli uomini: cosa si celebra e i giochi che la compongono
Ogni anno dal 1977 in Friuli si celebra la Festa degli uomini. Si tratta di festeggiamenti propiziatori che girano tutti intorno all’uomo, o per meglio dire, al maschio. Balli, “riti” e soprattutto giochi organizzati per eleggere il “David” dell’anno. Non mancano poi riferimenti fallici e sessuali rivolti alle donne.
Tra i giochi organizzati, uno in particolare ha attirato l’attenzione di chi, indignato (uomo o donna che sia) ne richiede la rimozione.
Si tratta della gara delle mangiatrici di banane, che se in un primo momento può sembrare goliardico in realtà stride e non poco con un femminismo sempre più attento alle tematiche sociali più delicate tra cui anche il problema dell’oggettificazione della donna e del suo corpo.
La gara delle mangiatrici di banane
In cosa consiste questa gara è presto detto. Le donne dopo essere state bendate vengono fatte inginocchiare davanti a dei pannelli.
Dietro di questi sono posizionati gli uomini e attraverso una fessura all’altezza dei loro bacini spuntano appunto delle banane, che le donne devono mangiare il più velocemente possibile a suon di frasi come “facci godere!”.
Alla fine si elegge la donna che più di tutte (e ci scuserete la volgarità) ha “fatto godere” gli uomini, ovvero quella che è riuscita a mangiare il maggior numero di banane.
“È sessista”, la petizione avviata sul web
Dopo il caso scoppiato tra Repubblica e Giorgia Meloni si torna quindi a parlare di sessismo. Come è facile immaginare, proprio questo gioco che nel giro di poco tempo ha fatto il giro del web grazie a video girati nelle precedenti edizioni, è stato giudicato profondamente sessista.
Il popolo dei social network ne ha chiesto infatti l’annullamento attraverso una petizione su cui come si può ben leggere è riportata una riflessione che va al di là della semplice “trovata goliardica” e ne sottolinea il vero problema.
La domanda che si pone chi ha creato la petizione e chiunque l’abbia firmata è la seguente: “perché ciò che è festa per l’uomo si traduce in una forma di oppressione, denigrazione, oggettificazione e sessualizzazione per e della donna?”.
A firmare e poi a diffondere la petizione attraverso il proprio profilo su Twitter è stato anche Patrick Zaki, l’attivista per i diritti umani e ricercatore egiziano dell’Università di Bologna salito alle cronache per essere stato arrestato proprio dalle autorità del Cairo nel 2020 nello sgomento generale anche del popolo italiano e scarcerato poi nel 2021.
Su Facebook la replica degli organizzatori della Festa degli uomini
L’ago della bilancia, come sempre e soprattutto in queste situazioni, è posto nel mezzo e tira un po’ da una parte e un po’ dall’altra.
Difficile stabilire un equilibrio, perché se è vero che si oggettifica il corpo della donna, è anche vero che le donne chiamate in causa, almeno in questo caso, si prestano di loro spontanea volontà al gioco e c’è quindi da prendere in considerazione la tematica della libertà personale.
Infatti, se da un fronte è partita una petizione per richiedere la rimozione del gioco delle mangiatrici di banane, dall’altro, su Facebook, gli organizzatori dell’evento lo difendono.
Sorridono, dicono, nel leggere i messaggi giudicati più divertenti degli utenti che invece difendono questa particolare usanza rimproverando gli oppositori e consigliando loro di “farsi una risata”.