Evasione fiscale: nuova stretta su Pos e bancomat

Parte una nuova stretta antievasione sul Pos ed i pagamenti effettuati tramite bancomat: non basterà più esserne in possesso.

Parte una nuova stretta antievasione sul Pos ed i pagamenti effettuati tramite bancomat: non basterà più esserne in possesso. Il legislatore ha esteso gli obblighi degli esercenti, che dovranno rendere conto di ogni singola operazione che effettuano. Questa volta i furbetti dello scontrino fiscale non avranno scampo, almeno per le operazioni effettuate con i sistemi tracciabili.

Sono molti i consumatori ed i contribuenti onesti, che hanno festeggiato per l’introduzione dell’obbligo per i commercianti di aver nel negozio il Pos, ma soprattutto per le sanzioni che cadranno sulle loro teste nel caso in cui non accettassero eventuali pagamenti con il bancomat o la carta di credito. Siamo nel 2022 ed ormai saldare il conto con gli strumenti di pagamento digitali è una prassi. La lotta all’evasione passa anche dalla tracciabilità dei pagamenti: quelli che incassano i commercianti. Sì perché la stretta alla lotta all’evasione passa proprio da qui: se un cliente paga un caffè, un gelato od una cena romantica al ristorante con il proprio bancomat, la sua transazione finirà direttamente negli archivi dell’Agenzia delle Entrate

Transazioni bancomat sul pos: i nuovi obblighi

Le sanzioni che saranno inflitte ai commercianti, che non sono in possesso del Pos, sono solo la punta dell’iceberg, di un’operazione di più vasta portata. È stato anche introdotto l’obbligo di trasmissione quotidiana al fisco di tutti i pagamenti effettuati con i bancomat e la carta di credito. Gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, successivamente, provvederanno ad incrociare i corrispettivi telematici.

In estrema sintesi ci sarà un controllo incrociato. A quanti è capitato di andare una sera al ristorante e ricevere una sorta di preconto, che indica la cifra che dobbiamo pagare. Provvediamo a fornire il nostro bancomat o la nostra carta di credito per saldare il tutto, ma dopo aver effettuato l’operazione con il Pos l’esercente non ci rilascia lo scontrino fiscale. Ma ci viene rilasciata unicamente la ricevuta dell’operazione di pagamento. Il Governo vuole evitare che questa prassi scorretta continui ed ha introdotto una vera e propria stretta antievasione per i pagamenti che passano attraverso il Pos. Attraverso il Decreto Legge Pnnr2, il cui compito è proprio quello di attuare la seconda fase del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è stato introdotto un nuovo obbligo con cadenza quotidiana: i dati dei pagamenti dovranno essere trasmessi immediatamente. A farlo dovranno essere gli intermediari che gestiscono queste operazioni.

Pagamenti con il bancomat: chi sono gli intermediari

Ma chi sono questi intermediari che dovrebbero fornire i dati delle transazioni effettuate con il bancomat e la carta di credito che passano attraverso il Pos? Sono i famosi circuiti sui quali si appoggiano i commercianti e che permettono di far strisciare la carta proprio attraverso il Pos (o appoggiare, se abbiamo in mano una moderna contactless). Il sistema riceve l’autorizzazione ad effettuare il pagamento e registra tutte le operazioni effettuate presso l’esercente di turno. Questo significa che gli intermediari sono in possesso di tutti i dati relativi ai pagamenti che sono stati eseguiti tramite una carta di credito o attraverso un bancomat. Fino ad oggi tenevano questi dati all’interno dei propri archivi, adesso dovranno comunicarli direttamente all’Agenzia delle Entrate.

In questo modo i dati delle transazioni giornaliere, che vengono effettuati tramite i Pos, saranno immediatamente nella disponibilità del fisco. Grazie a questo flusso dei dati l’Agenzia delle Entrate avrà la possibilità di incrociare immediatamente i dati dei pagamenti effettuati tramite il Pos con quelli dei corrispettivi telematici che sono comunicati dall’esercente. In questo modo ogni singola discrepanza tra i pagamenti ricevuti e le comunicazioni telematiche emergerà a vista d’occhio, automaticamente. Ma soprattutto dovrebbe finire la strana anomalia, tutta italiana, che vede il nostro paese al primo posto per numero di dispositivi Pos in circolazione (sono più di tre milioni), ma all’ultimo posto per numero di operazioni pro-capite.

Ad essere coinvolte da questa novità saranno tutte le operazioni imponibili. Stiamo parlando, quindi, di tutti i pagamenti, che saranno effettuati attraverso una carta di credito od un bancomat. Ma non solo, tutte le operazioni effettuate attraverso la moneta elettronica presso negozi, studi professionali e lavoratori autonomi saranno tracciati, costringendo i diretti interessati a rilasciare la fattura o lo scontrino fiscale, senza alcuna differenza tra gli acquisti fatti dai consumatori finali e quelli compiuti dai soggetti Iva.

Pos e privacy, tutto sotto controllo

Al momento non esistono nemmeno problemi di privacy. Nel flusso dei dati che passano attraverso il Pos non vengono trasmessi i dati di chi sta acquistando. In questo caso a finire nel mirino del fisco ci sono soltanto gli esercenti, che a questo punto non dovrebbero più avere scappatoie per riuscire a non dichiarare i corrispettivi incassati con bancomat, carta di credito e tutti gli altri dispositivi elettronici. Questa importante novità si andrà a collegare, ma soprattutto anticipa, le sanzioni previste per i commercianti che non dispongono ancora di un Pos e che quindi non sono ancora in grado di incassare i pagamenti virtuali. Nel caso in cui i diretti interessati non dovessero adeguarsi entro il 1° luglio 2022 potranno ricevere una sanzione pecuniaria di 30 euro più il 4% del valore della transazione.

A questo punto fuori dai controlli del Fisco rimangono unicamente i servizi ed i beni che vengono saldati con il denaro contante. Anche in questo caso il governo è corso ai ripari, introducendo l’obbligo della fattura elettronica anche per i contribuenti forfettari: per loro l’estensione dovrebbe scattare dal prossimo 1° luglio, ma saranno esclusi quelli che hanno percepito ricavi o compensi non superiori a 25.000 euro nell’anno precedente: in sostanza, le micro-partite Iva potranno ancora emettere la fattura cartacea.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
785FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate