Educazione Finanziaria: l’Italia non supera l’esame. Ecco perché

Si è appena conclusa la quinta edizione del Mese dell’Educazione Finanziaria: una buona occasione per fare il punto della situazione in Italia.

Il seguente articolo è stato realizzato in collaborazione con FWU, compagnia assicurativa fondata a Monaco di Baviera nel 1983 e attiva anche in Italia.

Si è concluso alla fine di ottobre un evento che è giunto ormai alla sua quinta edizione.

Mese dell’Educazione Finanziaria: focus sulla quinta edizione

Stiamo parlando del “Mese dell’Educazione Finanziaria”, promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria.

Il Comitato Edufin porterà in tutta Italia una serie di iniziative destinate a promuovere lo sviluppo della cultura finanziaria, assicurativa e previdenziale.

Il tema di quest’anno è: “Costruisci oggi quello che conta per il tuo futuro”, in continuità con l’edizione 2021 “Prenditi cura del tuo futuro”, “per sottolineare l’importanza di costruire, giorno dopo giorno, una cultura finanziaria di base su cui poter contare per gestire al meglio i propri risparmi e scegliere in modo consapevole come investire, assicurarsi e accantonare a fini previdenziali”, come spiegato sul sito del MIUR.

AIEF tra i protagonisti dell’evento. FWU sostiene le sue iniziative

Il Mese dell’Educazione Finanziaria è scandito da tantissimi progetti, realizzati da numerosi soggetti e tra gli altri spicca AIEF.

Come già accaduto nelle edizioni precedenti, anche quest’anno l’Associazione Italiana Educatori Finanziari ha presentato un nutrito calendario di eventi programmati in diverse città, che coprono un po’ tutta Italia.

Le tante iniziative di AIEF sono sostenute anche da FWU, compagnia assicurativa nata a Monaco di Baviera quasi 30 anni fa e sempre più diffusa anche in Italia, con un numero crescente di clienti.

Già da alcuni anni FWU, fermamente convinta del valore dell’educazione finanziaria, supporta i progetti realizzati da AIEF, con una particolare attenzione rivolta ai più giovani.

Educazione Finanziaria: la fotografia della Banca d’Italia

È proprio dalle nuove generazioni che bisogna partire per far crescere l’alfabetizzazione finanziaria di cui si ha tanto bisogno, soprattutto in Italia.

Il nostro Paese, purtroppo, si distingue ancora in negativo per un livello molto basso di educazione finanziaria, anche se iniziano a emergere dei segnali che fanno ben sperare.

La strada da percorrere è ancora lunga, come dimostrato da varie analisi, a partire da un’indagine della Banca d’Italia, realizzata tra gennaio e febbraio 2020.

Da un campione di circa 2.000 adulti di età compresa tra i 18 e i 79 anni, è emerso un livello medio di alfabetizzazione finanziaria pari a 11,2, un valore che si colloca appena sopra la metà della scala di riferimento racchiusa tra 1 e 21.

Il dato è in linea con la rilevazione già effettuata nel 2017, rispetto alla quale invece si registra un miglioramento relativamente alla conoscenza delle questioni finanziarie.

Con riferimento a un livello giudicato sufficiente dall’OCSE, la fetta di intervistati che risponde a questo criterio è salita dal 32,6% al 44,3%.

Rispetto all’indagine del 2017, è da evidenziare che l’alfabetizzazione finanziaria in Italia non mostra alcun miglioramento nel 2020 per le persone con meno di 35 anni.

Si registra, al contrario, un progresso per la fascia di età 35-44 anni, un po’ meno per quelle di 45-54 e 55-64 anni, con un peggioramento per quanti hanno più di 65 anni di età.

Rapporto Edufin 2021: donne e giovani restano più indietro

A certificare il basso livello di educazione finanziaria in Italia è anche il Rapporto Edufin 2021, realizzato dal Comitato per la Programmazione e il Coordinamento delle Attività di Educazione Finanziaria insieme a Doxa Spa.

La seconda edizione del suddetto rapporto, risalente a giugno 2021, ha evidenziato che circa la metà del campione intervistato ha riferito di sapere di cosa si sta parlando in relazione ad alcuni concetti finanziari, quali “tasso di interesse semplice”, “tasso di interesse composto” e “relazione rischio-rendimento”.

Solo un terzo degli interpellati però fa sapere di conoscere tutti e tre i concetti, con una distinzione anche tra uomini e donne: il gentil sesso è meno informato.

Le lacune diventano ancora più marcate quando si parla di giovani, visto che, tra quelli di età compresa tra i 18 e i 34 anni, solo il 19% afferma di conoscere i tre concetti proposti nell’indagine, peraltro a un livello piuttosto basso.

Dal rapporto Edufin 2021 emerge un altro dato interessante, ma per certi versi anche in qualche modo allarmante: gli italiani hanno piena consapevolezza della loro bassa alfabetizzazione finanziaria, tanto da avere scarsa fiducia nelle proprie capacità e competenze in materia.

Osservatorio Flowe 2022: la metà degli italiani non supera l’esame

Una conferma di ciò giunge anche dalla seconda edizione dell’Osservatorio Flowe 2022 sull’educazione finanziaria in Italia.

In maniera simile al percorso seguito nel Rapporto Edufin 2021, l’indagine si è basata sull’interrogazione di un campione di italiani in merito ad alcuni concetti, quali tassi di interesse, inflazione, potere di acquisto, diversificazione del rischio e rapporto rischio-rendimento.

I risultati hanno restituito un quadro ancora a tinte fosche: quasi un terzo dei partecipanti ha dichiarato di sapere poco o nulla, circa la metà si è piazzata nella media e solo poco più del 22% ha potuto sfoggiare una conoscenza approfondita.

Ben più allarmante il dato relativo alle abilità nella gestione delle finanze, visto che l’86% del campione ha riferito di non essere in grado di farlo.

Educazione Finanziaria: Italia penultima a livello internazionale

Dall’analisi di queste indagini realizzate dal 2020 al 2022, viene fuori una fotografia molto chiara: l’Italia deve rafforzare e non poco le sue conoscenze in ambito economico e finanziario, in modo da acquisire una consapevolezza che, a oggi, appare ancora decisamente claudicante.

E questo è solo un eufemismo se si paragona la situazione del Belpaese a quella di altre realtà a livello internazionale, visto che, in tal caso, il confronto è davvero mortificante.

Nell’ambito di una classifica stilata dall’OCSE nel 2020, in tema di alfabetizzazione finanziaria l’Italia si è piazzata nella posizione numero 25 su un totale di 26.

Il nostro Paese è risultato migliore solo di Malta, cui però è stato somministrato un questionario leggermente differente.

Nel confronto internazionale non c’è stato, in ogni caso, alcun miglioramento per l’Italia, visto che il penultimo posto occupato nel 2020 è lo stesso di quello del 2017, quando il Belpaese era davanti solo all’Arabia Saudita, su un totale di 18 Paesi considerati.

Educazione finanziaria: qual è la situazione in Europa?

Dall’analisi del confronto internazionale è facile intuire che l’Italia è fanalino di coda anche in Europa, dove il livello di educazione finanziaria presenta differenze anche sostanziali tra i vari Paesi.

Dai report OCSE si apprende che dal 2017 al 2020 la situazione è migliorata solo per la Germania, il cui punteggio non solo è salito, ma si è confermato anche al di sopra della meda dei 10 paesi dell’OCSE partecipanti all’indagine.

A registrare un calo è stata, invece, la Francia, che nel 2017 occupava la prima posizione tra i grandi paesi europei, ma nel 2020 ha dovuto cedere lo scettro alla Germania.

Per l’Italia si evidenzia un lieve miglioramento tra la prima e la seconda rilevazione, con un posizionamento, però, al di sotto della media in entrambi i casi.

In generale, anche in Europa la situazione complessiva, per quanto migliore dell’Italia, non è così entusiasmante.

A livello internazionale, infatti, nel report OCSE 2020, su 26 nazioni coinvolte nell’indagine sull’educazione finanziaria, tra le prime cinque in classifica troviamo tre paesi europei, Slovenia, Austria e Germania, mentre nelle ultime posizioni ne troviamo ben cinque, tra cui purtroppo l’Italia.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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