Eurovita sempre più sull'orlo del fallimento, la società assicurativa, sempre più in difficoltà ventila il possibile intervento dei competitor, ma l'interesse sembra poco.
Il caso Eurovita
La compagnia assicurativa Eurovita, negli ultimi anni ha espresso non poche difficoltà, a seguito di un debito fantasma che ha impantanato la compagnia in una catena di debiti crescenti.
La prima istanza di soluzione alla crisi ha visto l'intervento del partner e holding di controllo Cinven che, negli scorsi mesi, ha iniettato capitali per oltre 100 milioni di euro nella compagnia, per aiutarla a rimanere a galla, nella speranza che, l'iniezione di capitale, spingesse altri competitor, fondi e banche ad investire in Eurovita e scongiurarne il fallimento.
Il capitale iniettato da Cinven si colloca in un programma di ricapitalizzazione da 400 milioni di euro, finalizzato a raggiungere un livello di Solvency corretto, tuttavia, nonostante Cinven abbia partecipando coprendo un quarto del capitale necessario, sembra che l'operazione non abbia sortito troppo successo.
Salvare Eurovita si può, ecco come
Nell'ottica del salvataggio di Eurovita, sono state vagliate diverse ipotesi, tra cui, una riorganizzazione della società, e l'ingresso nel capitale societario di nuovi partner e azionisti.
Quest'ultima opzione vorrebbe un intervento diretto dei competitor che, una volta acquisita parte del capitale sociale di Eurovita, potrebbero prendere parte attivamente ai processi decisionali, organizzativi e di ristrutturazione.
Una proposta sulla carta molto allettante, ma che, all'atto pratico, non trova troppo riscontro, poiché il principale investitore in Eurovita, in questo momento, ovvero Cinven, che ha iniettato 100 milioni per il salvataggio della compagnia, ha precisato di non avere interesse nel gestire una compagnia assicurativa.
Questo modo di agire è comune alla maggior parte dei fondi di investimento, i cui interessi sono economici più che gestionali, pertanto, preferiscono non impegnarsi nell'organizzazione della società.
Dall'altro lato, il discorso cambia se si prendono in analisi i competitor di Eurovita, ovvero altre compagnie assicurative, che, intervenendo in Eurovita, potrebbero gestire il problema dei riscatti, e ridare fiducia alla compagnia. Procedendo su questa linea, molti suggerivano di versare parte del capitale non come capitale di aiuto ma come credito fiscale, da utilizzare per compensare le possibili perdite assicurative.
Una soluzione appetibile ma ad alto rischio, visto che in caso di mancato salvataggio di Eurovita, i costi del fallimento si rifletterebbero proprio sui competitor intervenuti nel salvataggio.
Sul tavolo delle proposte, vi è infine una proposta che guarda agli oltre 353 mila clienti assicurati da eurovita.
Possibile cessione delle Polizze
Questa soluzione, ricalca i passi delle operazioni avviate proprio in questi giorni dalla FED negli USA sul caso Silicon Valley Bank.
L'idea avanzata da alcuni analisti è quella di un intervento di aiuto, volto a tutelare i clienti assicurati, e permettere ai competitor di rilevare una quota delle polizze emesse da Eurovita.
La cessione di alcune delle polizze porterebbe ad Eurovita il capitale necessari per un corretto livello di Solvency, permettendole di sopravvivere, anche se ridimensionata, e allo stesso tempo garantirebbe tutela ai clienti assicurati.