Criptovaluta Algorand scelta da Banca d’Italia, via all’esperimento titoli su blockchain

Banca d'Italia s'interessa per la prima volta sul serio alle criptovalute, con particolare attenzione alla blockchain di Algorand, un progetto ambizioso.

Nonostante il diffuso ribasso nel mercato delle criptovalute, oggi le istituzioni non possono ignorare il sempre più coinvolto interesse di clienti e cittadini.

L’Italia è un Paese che spesso resta indietro, ma non per questo si può dire che non voglia cogliere le opportunità presentate da un asset così nuovo come la criptovaluta.

Si tratta senz’altro di un argomento bersagliato da notizie negative, tra crolli di stablecoin e cadute di network come Celsius, e non è sempre facile decidere d’investire una parte dei propri risparmi in asset digitali così volatili.

Alcune istituzioni bancarie, però, si sono dimostrate positive all’apertura verso questo mercato, nonostante il governo italiano sia molto lento sulla loro regolamentazione.

Pensiamo che Mediolanum e Banca Generali hanno intenzione di offrire un servizio crypto.

Ma, tenetevi forte, non sono i soli: anche Banca d’Italia ha deciso di abbracciare le crypto! Sì, in particolare una: Algorand.

Essa sembra avere le caratteristiche ideali per quello che sembra un progetto audace dell’istituto italiano, pronto a destreggiarsi all’interno dell’universo blockchain.

Banca d’Italia: amica delle criptovalute?

Nonostante la diffidenza diffusa in Italia, uno degli istituti bancari più importanti del Paese ha deciso di scendere in campo ufficialmente.

La preoccupazione di Banca d’Italia in merito alla Defi e agli asset digitali, gruppo di cui la criptovaluta $ALGO ovviamente fa parte, si è fatta presente con un appello verso gli enti regolatori italiani.

Già, perché la pressioni di clienti e imprese riguardo la necessità di una regolamentazione, o almeno chiara definizione di criptovalute, NFT e DApp, rende la questione di primaria importanza.

Fosse solo per la tassazione e per la salvaguardia fiscale dei cittadini italiani sempre più interessate come la Banca d’Italia alle nuove opportunità!

Algorand, la blockchain di origine italiana

Tra gli interessi della Banca d’Italia troviamo Algorand. Questa è una blockchain nata dal professore italiano di matematica del MIT, Silvio Micali, che ha creato una struttura altamente scalabile, amica delle istituzioni, dai bassi consumi e ultimo partner ufficiale della FIFA.

Il network è basato su Proof of Stake e sulla criptovaluta nativa $ALGO.

Al momento sembra che la rete abbia suscitato l’interesse della Banca d’Italia, pronta a sperimentare alcuni nuovi prodotti sfruttando proprio l’esperienza del team dietro la crescita della criptovaluta.

L’esperimento di Banca d’Italia: titoli “tokenizzati”

In un annuncio pubblicato giorni fa, l’istituto ammette di avere cominciato una collaborazione con Algorand.

La Banca Centrale italiana sembra essere interessata alla “tokenizzazione” di titoli contro la classica valuta fiat emessa dalle banche.

L’esperimento è complesso ed è racchiuso in un documento di 60 pagine della Banca d’Italia, ma in parole povere si tratta di cedere titoli da un lato e dare contanti dall’altro, sfruttando i sistemi blockchain che regolano anche la rete Algorand.

Questo esperimento, definito tecnicamente come DvP (Delivery versus Payment), è un ovvio passo avanti che permetterà alla blockchain di $ALGO di mettersi sempre più al centro del panorama internazionale, avendo l’appoggio di realtà istituzionali di un certo spessore.

Perché è stata scelta Algorand? Criptovaluta N.31

La collaborazione è nata per una serie di ragioni. Prima di tutto, gli esperti e il team alle spalle di Algorand hanno collaborato con la banca per lo studio e il progetto in atto, approfittando dell’esperienza consolidata da molto più tempo nel settore.

Ma, senza dubbio, una delle ragioni principali è stata la possibilità di creare e sfruttare sulla rete di $ALGO i cosiddetti ASA.

Questi “Algorand Standard Assets” fornisce un meccanismo layer 1 per rappresentare qualsiasi tipo di risorsa sulla blockchain di Algorand. Che cosa vuol dire?

In pratica sulla blockhain si possono aggiungere asset di qualunque tipo: fungibili, non fungibili, fungibili limitati e non fungibili limitati. Nell’economia odierna, rimangono molti problemi quando si tratta di digitalizzazione degli asset e gli ASA aiutano a ridurli.

Poi parliamo di una criptovaluta con una capitalizzazione superiore a 2 miliardi di dollari, che la pone alla posizione n.31 tra le valute digitali, risultato incoraggiante per le istituzioni!

Per approfondire:”5 grafici sul passato, presente e futuro delle criptovalute

Analisi della crypto nativa, $ALGO. Quali benefici dalle istituzioni?

La cosa più intrigante è l’effetto che una collaborazione tra la rete su cui poggia la criptovaluta e una delle istituzioni più importanti produrrà per il settore degli asset digitali, specialmente in Italia.

Algorand avrà da guadagnare da questo Proof of Concept (cioè una pratica che ha lo scopo di verificare la fattibilità di un’idea) e un passo importante verso le desiderate collaborazioni istituzionali.

Sì, perché la criptovaluta $ALGO è da sempre una di quelle che si muove di più con i piedi di piombo, al contrario di molte altre.

L’obiettivo? Essere prima di tutto quanto più sicura possibile.

Di certo, se l’esperimento con la principale banca italiana darà i suoi frutti, possiamo aspettarci la tanto attesa risalita della crypto $ALGO!

Leggi anche:”Bitcoin & Co.: 3 criptovalute che possono salire del 1.000%

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