Spotify punta sugli NFT: ecco tutto ciò che devi sapere!

All'interno di Spotify sarà presto disponibile un'opzione che permetterà agli utenti e ai musicisti d'interagire con la blockchain e il mercato degli NFT.

Come si fa a sancire la fine di un trend?

Attualmente stiamo assistendo a un forte ribasso del mercato che sta diventando sempre più deludente, se guardiamo a criptovalute e NFT.

Dopo la caduta di TerraUSD e LUNA, insieme ai ribassi clamorosi di Bitcoin e compagni, osserviamo una caduta anche del settore dei Non-Fungible-Token.

Sappiamo che il 2021 è stato l’anno del boom riguardo il settore token non fungibili, con vendite che sono arrivate a superare a circa 225.000 al giorno!

Tuttavia le cose sono cambiate, come evidenziato da Il Post:

“Da allora le cose sono cambiate, come ha rilevato un articolo del Wall Street Journal molto citato e commentato in questi giorni nel settore: nell’ultima settimana di aprile il numero di scambi quotidiani è sceso a circa 19 mila, un calo del 92%.”

Passare da centinaia di migliaia di vendite al giorno a poche migliaia potrebbe facilmente scoraggiare gli investitori, su questo non c’è dubbio.

Ma stiamo parlando di beni digitali che stanno cercando approvazione e quanto più saranno scelti da aziende famose o celebrità tanto più risulteranno avere un’impennata di vendite!

Un esempio? Di recente Elon Musk ha cambiato la propria immagine del profilo Twitter utilizzando un avatar di The Bored Ape Yacht Club NFT. Il risultato è che il token nativo, ApeCoin, ha visto crescere il suo valore del 19% nell’ora successiva!

Tutto ciò è stato sottolineato da CNBC, dimostrando quanto un singolo personaggio possa fare la differenza per la crescita del settore NFT:

“ApeCoin, il token lanciato dai creatori di Bored Ape Yuga Labs, è aumentato del 19% in un’ora intorno alle 8:00 ET fino a un massimo giornaliero di $ 17,64 in seguito al cambiamento dell’immagine del profilo di Musk, secondo i dati di Coinbase.”

Non dimentichiamoci mai che gli NFT sono relativamente recenti, ma la forza con cui stanno penetrando nella nostra società è innegabile.

Per questo, l’ultima delle più succulenti notizie del mercato non può essere ignorata e riguarda il colosso musicale Spotify: gli NFT saranno parte della piattaforma streaming!

Leggiamo su Ansa la notizia di pochissimi giorni fa:

“Volendo unire il mondo dell’arte con quello della musica, la piattaforma di streaming Spotify ha confermato l’avvio della fase di test del progetto che permetterà agli artisti di mostrare i loro Nft in accompagnamento a brani e album.”

Resta da capire quale sarà la mossa della società internazionale più celebre in ambito musicale e a quale scopo introdurrà le opere digitali.

Per questo di seguito cercheremo di elencare i dettagli del progetto e identificare i vantaggi con cui Spotify cerca di arricchire piattaforma e utenti.

Spotify: il colosso mondiale sceglie di puntare sugli NFT!

Le idee in ambito tecnologico non smettono mai di venire alla luce.

Nonostante gli NFT stiano attraversando un periodo di calma piatta, in merito al numero di compravendite in ribasso, le aziende più importanti non vogliono lasciare il settore senza prima aver provato a trarne vantaggio.

Spotify è una di quelle realtà che ormai si è letteralmente insediata nella nostra quotidianità e fa scalpore quando decide di entrare in un mercato che al momento non sembra essere più così in crescita.

Su Music Ally, un portavoce di Spotify ha parlato della loro intenzione di condurre un test con gli NFT e dell’attitudine della società a sperimentare:

““Conduciamo regolarmente una serie di test nel tentativo di migliorare le esperienze di artisti e fan. Alcuni di questi test finiscono per aprire la strada a un’esperienza più ampia e altri servono solo come un apprendimento importante”.”

Ovviamente l’obiettivo principale che traspare dalle intenzioni di Spotify è quello di migliorare l’esperienza di utenti e artisti, cercando d’introdurre novità utili a entrambi.

Per questo è importante sottolineare cosa intende nello specifico fare la società con gli NFT.

Ecco cos’ha in mente Spotify riguardo gli NFT

Prima di tutto ricordiamo che il servizio musicale svedese sta sperimentando e ancora nulla è definitivo.

L’intenzione è quella di realizzare dei test con alcuni artisti e NFT, disponibile per alcuni utenti Android negli Stati Uniti con la possibilità di osservare e acquistare alcuni token non fungibili collegandosi direttamente su Opensea.

Ma chiariamo una cosa: Spotify non venderà NFT, ma rimanderà solo al marketplace dell’artista qualora qualcuno fosse interessato!

La procedura è abbastanza semplice al momento e il test di prova disponibile per alcuni selezionati viene spiegato meglio su EuroNews:

“Nella versione di prova di Spotify, gli artisti possono visualizzare gli NFT sulla pagina del loro profilo. Cliccandoci sopra rivelerà una raccolta di NFT che gli utenti possono sfogliare ed esplorare, sebbene la piattaforma non supporti NFT che sono GIF o video, come riportato da The Verge.”

La raccolta degli Nft, relativi all’artista selezionato, si trova vicino il nome e la descrizione dell’artista, appena sotto l’elenco dei brani. Cliccando, viene visualizzata una raccolta di token non fungibili da scorrere.

Dopodiché, se ne sceglie una e se ne vedrà una versione più grande, con una descrizione in merito. Se si decide di saperne di più, si approderà cliccando ulteriormente sulla relativa pagina di OpenSea.

Semplice no?

Il futuro della musica è blockchain: ecco il vantaggio degli NFT per gli utenti Spotify

Come già accennato, l’intenzione della piattaforma svedese non è vendere NFT.

Lo scopo principale è garantire agli artisti uno strumento in più per promuovere le proprie opere digitali, sottolineando in modo più marcato la propria figura e presenza, sia all’interno della community Spotify sia al di fuori.

Ovviamente questo garantisce anche agli altri utenti di avere tutte le collezioni del proprio artista preferito su un’applicazione d’uso quotidiano, senza bisogno di andare a cercare altrove i suoi Non-Fungible-Token, qualora si fosse interessati.

L’esperienza in primis, certo, ma anche altre aziende in collaborazione con il re dello streaming musicale, si fanno sentire come esposto su HDBlog:

“I test sugli NFT sono stati avviati da Spotify per due motivi: creare un rapporto più stretto tra fan e artisti, dall’altra per dare seguito alle richieste di alcuni partner industriali della società svedese fondata da Daniel Ek nel 2006.”

Sarebbe inutile negare le infinite opportunità che sono state aperte da questi speciali token digitali ed è normale che le aziende di tutto il mondo ne vogliano approfittare! Almeno per ora, però, Spotify non richiede costi aggiuntivi.

Credo fortemente che tutto dipenderà dal risultato di questi test.

NFT? Personaggi famosi che non possono mancare con Spotify!

Dulcis in fundo, la società si accompagna ai test con degli ospiti d’eccezione che ovviamente non potevano mancare.

Sto parlando dei due artisti di punta che stanno partecipando in modo attivo ai test del colosso musicale, Steve Aoki e The Wombats.

Entrambi sono pionieri nell’ambito delle collezioni NFT, fan del progresso tecnologico e testimonial del progetto come annunciato dal Cryptonomist:

“2Le due testimonianze di quello che sta accadendo in Spotify sono rilasciate da Steve Aoki e The Wombats, gli artisti che partecipano al test e i primi ad adottare gli NFT.”

Entrambi hanno fatto assai parlare di sé in ambito Non-Fungible-Token e metaverso.

The Wombats hanno dato vita alla loro “Concert Hall” all’interno del metaverso di The Sandbox, con 3.000 avatar disponibili per assistere all’esperienza musicale più unica che rara del gruppo!

Ma anche Steve Aoki non scherza: il DJ internazionale è salito alla ribalta nel mercato blockchain per aver venduto un opera digitale, il suo “hairy” su Nifty Gateway per la cifra strabiliante di $888,888,88!

Insomma entrambi sanno il fatto loro!

Anche Instagram è in fase di sperimentazione con gli NFT

Poi, non molti neofiti del settore blockchain sapranno che molte altre società imponenti stanno facendo sentire sempre di più la loro presenza nel mondo dei token.

L’esempio più eminente è Facebook, o meglio la rinominata Meta di Mark Zuckenberg!

Il miliardario aveva già annunciato dell’integrazione degli NFT con Instagram, ma ora il progetto è pronto!

Coindesk annunciava la notizia poche settimane fa:

“I token non fungibili di alcune delle reti blockchain più popolari per la cripto arte stanno arrivando su Instagram con l’annuncio di un pilota già lunedì.”

Ethereum, Polygon, Solana e Flow sembrano le blockchain che verranno utilizzate dal social media per l’introduzione delle opere digitali di artisti e utenti.

Inoltre saranno integrati wallet digitali come MetaMask per concedere agli utenti della piattaforma di mostrare i propri token non fungibili, con tanto di certificato di proprietà e tag agli autori di riferimento.

Il progetto è alle sue fasi iniziali, certo, ma è già realtà.

Segnali di crisi con gli NFT: Spotify rilancerà il trend?

Se già il social di Zuckenberg ha dato una scossa al mercato, non ci si può illudere che la piattaforma di streaming musicale non faccia lo stesso!

Gli NFT staranno pure attraversando un periodo difficile, ma se anche una società come Spotify ha deciso d’intraprendere questa strada sarebbe da stolti pensare che sia un vicolo cieco.

Probabilmente, anche non volendo, finiremo per utilizzarli in modo quasi istintivo condotti per mano dal team che li integrerà in modo eccellente, inducendoci quasi in modo naturale a farne uso.

Gli esperti si stanno già lanciando alle prime speculazioni in merito al progetto ed è ovvio come molti di loro pensino che la musica sia la scelta giusta per rilanciare gli NFT, per ragioni condivise anche su Investire.biz:

“Potrebbero essere utilizzati per la vendita di brani, album, merchandising, oltre all’ottenimento di esclusivi vantaggi ai concerti dal vivo.”

Instagram e Spotify sono due colossi mondiali che non passano inosservati, capaci di alterare trend e di deciderne perfino molti, non sembra difficile credere che lo faranno di nuovo.

La musica poi, si sa, riesce ad ammaliare come poco altro e credo proprio che il colosso svedese lo sappia fin troppo bene!

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