Addio Superbonus, che succede ora? Come si sta muovendo il governo

Da tempo il governo ha dichiarato l'addio al superbonus: che succede ora? Misure allo studio anche per i condomini che non hanno terminato i lavori

Il governo ha già da tempo messo in chiaro che non intende proseguire con la cancellazione dello sconto in fattura e la cessione del credito previsti dal Superbonus. La misura introdotta dal governo Conte II, infatti, ha prodotto un impatto notevole sui costi per le finanze pubbliche.

In attesa della nuova Legge di Bilancio, ma le decisioni in merito potrebbero maturare anche in un periodo successivo, sembra che il governo intenda riportare gli sconti fiscali dell’edilizia seguendo i criteri tradizionali adottati in passato. Oltre alla possibilità di detrazione in dieci anni, come si sta muovendo il governo per risolvere il problema dei lavori non terminati nei condomini? Ecco gli scenari possibili.

I motivi dell’addio Superbonus: che succede ora?

Non serve aspettare l’approvazione della nuova Legge di Bilancio per conoscere le sorti del Superbonus 110%. Il governo da tempo ha evidenziato la scelta di non proseguire sulla via tracciata dal governo Conte II che, secondo quanto ha affermato il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, ha interessato solo il 3% degli immobili “compresi 6 castelli” e, soprattutto, a fronte di un “esito incerto sulla stima dell’impatto economico” ha avuto costi certi per le finanze pubbliche, tanto che “se ne dovrà tenere conto anche nella prossima nota di aggiornamento al Def”.

La stessa Banca d’Italia – che di recente ha posto ulteriori paletti sul trattamento contabile dei crediti di imposta – ha chiarito che l’effetto espansivo “non è stato tale da rendere lo strumento ad impatto nullo” per i conti pubblici.

Il problema dei lavori nei condomini da completare

Sembra dunque chiudersi la speranza che molti avevano riposto in un rinvio della scadenza attualmente fissata al 31 dicembre, data entro la quale devono essere chiusi i lavori effettuati sui condomìni. In base a quanto risulta dai dati disponibili, fino alla fine di settembre i cantieri nei condomini avevano raggiunto un avanzamento del 74,7%, ma rimangono ancora da completare lavori del valore di 12 miliardi di euro in 20.000 condomini.

Forza Italia ha presentato un emendamento al decreto Asset per una mini proroga al giugno 2024 che coinvolgerebbe i lavori condominiali completati almeno al 30%. La situazione è dunque in divenire.

Nella Nadef non ci sono indicazioni in tal senso, quindi non è chiaro se la misura potrà essere considerata nella prossima Legge di Bilancio. C’è la possibilità che il provvedimento venga incluso in una delle leggi di conversione disponibili entro il 31 dicembre 2023.

“Ritorno alla tradizione”

Tornando alla questione generale, il ministro Giorgetti ha di recente affermato che il governo non intende porre seguito alle misure relative al Superbonus “nelle forme fino ad ora conosciute”. Lasciando quindi intendere che sono allo studio misure alternative, in grado di supportare un settore comunque strategico per il Pil ma con costi ben quantificabili.

Come ha anticipato il Sole 24 Ore, la direzione verso la quale intende muoversi il governo è quello di un “ritorno alla tradizione“, quindi di riportare gli sconti fiscali dell’edilizia “nei binari tradizionali seguiti per molti anni dai vecchi sconti del 50 e del 65%, senza mai offrire sorprese alla dinamica dei conti”.

In quest’ottica, scrive Marco Nobili, “la conferma strutturale della possibilità di utilizzare le detrazioni in 10 anni, altra misura in arrivo con la manovra, serve a contenere il tratto regressivo dell’agevolazione, permettendone l’utilizzo anche a chi non dichiarando redditi alti spesso non ha capienza fiscale per assorbire lo sconto in quattro anni”.

Misure che comunque si renderanno necessarie per l’esigenza dell’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare. In tal senso, il governo pensa anche a un “Ecobonus sociale” che indirizza il sostegno alle categorie di persone a basso reddito. Una misura introdotta nella proposta di Repower Eu. La misura, inoltre, ha il costo di 4 miliardi – divisi a metà tra 2024 e 2025 – ed è all’esame dell’esecutivo UE.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
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