Bitcoin, c’è la data dell’halving! L’esplosione è imminente!

Prezzo Bitcoin presto alle stelle per effetto di un fenomeno chiamato “halving”! Vediamo quando è prevista l’esplosione del prezzo BTC.

La CNBC ha intervistato a proposito dell’andamento del Prezzo Bitcoin Du Jun, co-fondatore si Huobi, una nota piattaforma di scambio di criptovalute, il quale ha affermato che il prossimo trend rialzista ci sarà solo a fine 2024 o inizio 2025, questa la sua previsione basata sul ciclo dei prezzi.

La previsione si deve al fatto che uno degli elementi che maggiormente influenza il prezzo Bitcoin è un fenomeno che si verifica in media ogni quattro anni e che è conosciuto con il nome di halving. L’halving consiste nel dimezzamento dei profitti provenienti dal mining di Bitcoin, ovvero si dimezzano i guadagni di chi per mestiere estrae, cioè “crea” nuovi Bitcoin. Allo scopo di bilanciare le perdite in seguito a questo evento aumenta perciò il prezzo ad unità della criptovaluta.

Tale fenomeno che l’ultima volta è accaduto a maggio 2020 si verificherà secondo gli analisti non prima della fine della fine del 2024 o addirittura l’inizio del 2025. È questa data sarà anche quella che porterà una nuova esplosione di prezzo Bitcoin.

Prezzo Bitcoin vicino all’esplosione per effetto dell’halving!

L’ultimo halving si è verificato a maggio 2020 e ha portato il prezzo Bitcoin nel 2021 al massimo storico di 68.000 dollari ad unità, stessa cosa accaduta dopo l’halving del 2016.

Du Jun ai microfoni della CNBC pone però l’attenzione anche su come dopo questi picchi il prezzo ad unità della criptovaluta tenda poi drasticamente a crollare e oggi il prezzo è circa del 40% al di sotto del massimo storico toccato a novembre dello scorso anno.

Dunque, basandosi sul passato quella attuale dovrebbe essere l’inizio di una fase ribassista per il prezzo Bitcoin, anche se lo stesso Du Jun ha ammesso che non è facile fare previsioni sulle criptovalute perché l’andamento dei prezzi e influenzato da una molteplicità di fattori e alcuni di natura macroeconomica.

Si pensi ad esempio al momento attuale, quando le criptovalute sono da poco colate a picco come reazione alle dichiarazioni della banca centrale statunitense, la Fed, che ha annunciato la volontà nel 2022 di aumentare i tassi di interesse sulle obbligazioni.

Anche riguardo all’halving c’è da dire che molti analisti ritengono il collegamento tra questo fenomeno e l’esplosione di prezzo dei Bitcoin destinato a ridursi nel tempo, dove l’halving avrà sempre meno impatto sul valore della criptovaluta.

Che vuol dire che i Bitcoin sono oro digitale? Che proprietà hanno in comune Oro e BTC?

Prima di addentrarci e cercare in parte di spiegare cosa sta accadendo in questo periodo alle criptovalute in genere per colpa della banca centrale statunitense ed altri fattori, sempre tenendo conto che sono una molteplicità, spieghiamo brevemente e in modo semplice, in relazione ai Bitcoin, che cos’è l’halving.

Partiamo dal fatto che i Bitcoin, contrariamente a quanto si crede, non sono una criptovaluta destinata come asset di mercato a sostituire il dollaro, quanto si comportano per una serie di proprietà come una riserva di valore adatta agli investimenti a lungo termine e corposi, quale può essere l’oro o gli altri metalli preziosi.

Ma che cosa hanno in comune Oro e Bitcoin? In primis, sono entrambi beni finiti in natura, perché il creatore dei Bitcoin, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ma ancora avvolto nel mistero, ha previsto che se ne potessero coniare solo 21 milioni e questo è scritto nel codice sorgente.

In questo modo, analogamente all’oro aumenta la richiesta del bene, cioè la domanda, ma l’offerta è limitata, nel caso dei BTC a 21 milioni di token, cosa che fa lievitare il prezzo al grammo dei metalli preziosi e ad unità dei Bitcoin.

Un approfondimento sui cicli di prezzo Bitcoin e l’halving è contenuta nel video YouTube di AC Criptovalute:

  

Perché l’halving contribuisce a far salire il prezzo ad unità dei Bitcoin?

Anche il fenomeno detto halving contribuisce a bilanciare domanda e offerta della criptovaluta e a causare un aumento diretto di prezzo Bitcoin ad unità.

I nuovi Bitcoin vengono creati con un processo che si chiama “mining”, cioè estrazione dei token. Correndo il rischio di essere un po’ semplicistici diciamo che l’estrazione consiste in un processo ad alta intensità energetica, in cui una serie di hardware lavorano per risolvere complessi calcoli matematici.

Chi si occupa di estrarre nuovi Bitcoin viene chiamato “miner” e quando con i suoi hardware risolve uno di questi calcoli e aggiunge blocchi alla rete viene ricompensato con dei nuovi Bitcoin creati.

Ora, ogni 210.000 blocchi aggiunti, fenomeno che accade in media ogni quattro anni, la ricompensa dei miners, cioè il numero di nuovi Bitcoin che ricevono come paga, viene dimezzata, fenomeno che si chiama “halving”.

Per evitare che i miners subiscano perdite copiose dal dimezzamento delle ricompense, il prezzo dei Bitcoin ad unità sale, cioè ricevono meno BTC ma questi valgono molto di più.

Tuttavia va detto che, secondo molti analisti esperti del settore crypto, con il passare del tempo e anche con lo stabilizzarsi della criptovaluta, il rapporto che lega halving e aumento del prezzo Bitcoin è destinato a diminuire. Cioè, ai nuovi halving seguirà  un’esplosione di prezzo BTC in misura sempre minore alla precedente.

Cosa è accaduto nel 2022 al prezzo Bitcoin e al mercato delle altre criptovalute?

In ogni caso, ad influenzare il prezzo BTC l’halving gioca un ruolo parziale e molto è affidato a fattori di natura macroeconomica, come il recente crollo non solo dei Bitcoin, ma un po’ di tutte le criptovalute sui mercati, dovuto alla Federal Reserve, cioè la banca centrale USA, dopo l’annuncio che il 2022 vedrà un aumento dei tassi di interesse, che avrà come effetto quello di prosciugare i mercati.

Altra stoccata data nell’immediato alle criptovalute riguarda il recente ban a mining e transazioni attuato da paesi come Cina, Kazakistan e Kosovo, oltre alla recente tensione tra Russia e Ucraina che sta avendo effetti devastanti sui mercati globali.

Per quanto riguarda i ban al mining uno dei problemi perenni e delle principali critiche poste alle criptovalute e soprattutto ai Bitcoin, responsabili di tenere lontani gli investitori istituzionali, è l’alto consumo energetico che tutte le operazioni richiedono e che li rende poco sostenibili.

Non è solo il mining di Bitcoin ad essere sotto attacco, ma contrariamente a quanto si crede anche le transazioni consumano tantissima energia, di più di quelle Visa o Mastercard.

Il prezzo Bitcoin e il problema della sostenibilità ambientale delle criptovalute

Se è noto come una ricerca dell’Università di Cambridge abbia mostrato che il mining di Bitcoin consuma in un anno la stessa energia che serve ad un’intera nazione per funzionare, il CEO di Intel Patrick Gelsinger ai microfoni di Bloomberg ha criticato l’impatto dei Bitcoin sul clima, dove una sola transazione con essi consuma tanta energia quanta è sufficiente per alimentare un’abitazione per un giorno intero.

Motivo per cui alcuni paesi al fine di evitare o tamponare crisi energetiche e insieme proteggere la moneta locale, minacciata dalle criptovalute, hanno scelto per un divieto al Bitcoin mining e alle transazioni con criptovaluta nel loro territorio.

Secondo le ricerche dell’Università di Cambridge, l’intera infrastruttura Bitcoin consuma circa 125 terawattora di energia elettrica in un anno, molto di più di quanto in un anno consumano paesi come Norvegia e Svezia.

Eppure tutta questa attenzione sul problema climatico da parte del CEO di Intel, Gelsinger, ha anche il fine di promuovere il nuovo chip che l’Intel ha costruito proprio per il mining, allo scopo di indurre al minimo il consumo energetico.

Il vicepresidente di Intel, Raja M. Koduri, a proposito del chip aveva già affermato lo scorso mese che esso ha prestazioni rivoluzionarie per quanto riguarda il consumo di elettricità e funziona anche 1000 volte meglio degli hardware tradizionali basati su SHA-256.

Quindi quello del CEO di Intel più che un commento contro il mondo crittografico, nemico del clima, va interpretato come la volontà di promuovere il nuovo chip Intel e trovare soluzioni di natura tecnologica al problema del clima in relazione alle criptovalute.

Alda Moleti
Alda Moleti
Collaboratrice di Redazione, classe 1984. Ho una laurea Filologia Classica e ho conseguito un dottorato in Storia Antica, presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II, con una tesi sull'opera frammentaria di Asclepiade di Tragilo. Sono autrice di pubblicazioni scientifiche sul mondo classico e coeditrice di due volumi accademici internazionali. Dal 2015, mi sono trasferita in Inghilterra dove ho lavorato come copywriter freelance e come croupier al casinò.Il mio motto è? Naples is the flower of paradise. The last adventure of my life"."
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