Fai jogging a petto nudo? Rischi una multa salata!

Quando si rischia una multa se si fa jogging a petto nudo e cosa sono le offese alla pubblica decenza e gli atti osceni.

Che cosa succede se, complice il caldo estivo, decidiamo di toglierci la maglietta e fare jogging a petto nudo, o di passeggiare per una via cittadina o in montagna in libertà? In effetti non succede un granché e, nella maggior parte dei casi, nessuno ci potrà imporre di indossare una camicia o farci la multa. A patto però che il soggetto in quesitone sia un uomo; per le donne invece questa libertà non esiste ed anzi siamo dovuti arrivare a ben oltre la metà del secolo scorso per avere il diritto al topless almeno sulle spiagge. 

Problemi seri, invece ci saranno nell’ipotesi in cui si decida di togliere anche i pantaloni, con gradi diversi a seconda che si decida di passeggiare in costume adamitico, o con un costume da bagno. Anche in questo caso molta della differenza la fa il luogo scelto, e la presenza di specifici divieti emessi dalle amministrazioni locali per alcune strade o nella vicinanza di luoghi adibiti al culto, a scuole o aree dove si richiede di tenere un certo decoro.

Quando fare jogging a petto nudo è consentito

Come già premesso la questione è diversa a seconda che si parli di un uomo o di una donna. Vedremo di seguito in quei occasioni una signora si può togliere in pubblico la parte superiore del suo outfit. Per quanto riguarda gli uomini in genere esiste un divieto di fare ginnastica a petto nudo nelle palestre. Si tratta in questo caso di ragioni legate all’igiene, che rientrano nei regolamenti di ogni centro sportivo e a cui ci si deve attenere se si vuole continuare a frequentarlo, ma non prevede multe.

All’aperto, invece in linea di massima non ci sono limitazioni alla possibilità di fare jogging togliendosi maglietta e canottiera. Si tratta di una questione pacifica che da anni anche la giurisprudenza ha accettato. Con la sentenza numero 28990 del 2000 la Corte di Cassazione dice che:

“Costituisce un atto contrario alla pubblica decenza camminare in pubblico completamente nudi, salvo il caso in cui ci si trovi su una spiaggia riservata ai nudisti.” La corte in sostanza stabilendo che la pubblica decenza possa essere offesa solo da chi sia completamente privo di abiti, sdogana la corsetta solo con i pantaloncini.

Via libera quindi per gli uomini alle passeggiate, piuttosto che allo sport al parco, in spiaggia, in montagna semisvestiti, senza che nessuno possa fermarli chiedendo loro di indossare una camicia e senza che gli possa essere contestato né un reato né un illecito amministrativo. Questo in via generale, perché nulla toglie che regole locali stabiliscano un dress code anche quando ci si trovi nelle vie cittadine. 

Jogging a petto nudo quando è un illecito

Prima di liberarsi della parte superiore del nostro vestiario, soprattutto se ci troviamo in una località che non frequentiamo tutti i giorni, sarebbe opportuno fare un controllo dei regolamenti comunali o delle ordinanze emesse dal sindaco. Facoltà degli amministratori locali è quella di emettere degli atti a protezione del decoro e della decenza pubblica. 

Si tratta in ogni caso non di reati, ma sanzioni amministrative: multe che devono essere versate alle casse del comune. In genere vicino ad aree di particolare valore dal punto di vista religioso e spirituale, alle scuole, o in zone di particolare pregio storico artistico vengono imposte regole relative all’abbigliamento. Può trattarsi del divieto di girare in costume, appunto senza maglietta, e che in genere sono fatti valere, ma ricorrendo inizialmente all’invito di rivestirsi, salvo appioppare la multa a chi non voglia adeguarsi.

Quando il jogging può offendere la pubblica decenza

Anche se siamo uomini e se non esistono divieti specifici il nostro fare jogging a petto nudo potrebbe, se associato ad altri comportamenti, essere visto come un atto contrario alla pubblica decenza. L’articolo numero 726 del Codice Penale stabilisce che:

“Chiunque in luogo pubblico o esposto al pubblico compie atti contrari alla pubblica decenza è assoggettato a una sanzione pecuniaria amministrativa.”

La norma ci parla di luogo pubblico, o esposto, quindi è riferibile non solo a chi ipoteticamente corra, o passeggi in strada, ma anche a chi si trovi sul balcone del proprio condominio col tapis roulant. Parla di pubblica decenza: un concetto non ha un contenuto granitico nel tempo ma che varia col modificarsi dei tempi e della sensibilità. Vi rientrano tutti i comportamenti disapprovati anche se non necessariamente osceni.

Fatti di questo tipo fino al 2016 erano un reato. Da quell’anno sono stati depenalizzati, ma il legislatore aveva ritenuto di punirli in modo piuttosto pesante con multe che potevano arrivare fino a 10.000 euro. Dallo scorso aprile le cose sono cambiate perché la Corte Costituzionale con la sentenza numero 95 ha stabilito che una sanzione così pesante fosse contraria alla Costituzione e ha stabilito che la norma fosse modificata riducendo la sanzione a una cifra compresa tra i 51 e i 309 euro.

Stare a petto nudo è atto osceno?

Ancora diversa è l’ipotesi degli atti osceni in luogo pubblico, che sono qualcosa che va un po’ al di là dell’offesa alla decenza. Anche in questo caso non parliamo più di reato, ma solo di un illecito amministrativo. L’articolo numero 527 del Codice Penale dice che:

“Chi in luogo pubblico, aperto o esposto al pubblico compie atti osceni è soggetto alla sanzione amministrativa da 5.000 a 30.000 auro. È previsto il carcere fino a quattro anni e sei mesi se commesso all’interno o vicino a luoghi frequentati da minori.”

Questo illecito è qualcosa che offende il pudore inteso come riservatezza dell’ambito della sfera sessuale. Viene punito anche nel caso non ci sia dolo, cioè se qualcuno non si sia messo volontariamente nella posizione di commettere atti osceni. Deve però esserci un comportamento ammiccante, piuttosto che offensivo. La Corte di Cassazione ha più volte sottolineato che anche camminare per strada completamente nudi non integra da solo questo tipo di illecito.

In sostanza non sono i centimetri di pelle mostrata il solo criterio che andrà valutato per decidere se siamo in regola o se stiamo commettendo una infrazione. Incide anche il luogo in cui ci troviamo e il tipo di atteggiamento che teniamo. Non è quello che facciamo vedere che offende, ma il modo in cui ci esponiamo.

Una donna può fare jogging in topless?

Per le donne quanto detto sopra deve essere completamente rivisto. Nonostante uomini e donne di fronte alla legge siano considerati allo stesso modo, non è proprio così nell’ipotesi in cui una donna volesse fare jogging a petto nudo. Qui viene tirato in ballo il fatto che mentre i pettorali di un uomo possono essere visti solo come una innocua esposizione di pelle nel caso della donna si esponga il seno, che è per quasi tutti una zona erogena.

Quello che dovrà essere valutato da un giudice davanti a cui venisse presentato un ricorso contro una multa comminata in una strada dove non vigano dei divieti specifici è il comune senso del pudore. Si tratta di qualcosa che negli anni ha fatto dei grossi passi avanti, sdoganando vestiti che un tempo non sarebbero mai stati consentiti, ma probabilmente non siamo ancora arrivati al punto di accettare anche il girare senza maglietta o almeno reggiseno.

Con la sentenza numero 42680 del 2015 la Corte di Cassazione, occupandosi del caso e di una prostituta che passeggiava con una minigonna che lasciava intravedere la biancheria intima aveva detto che per integrare un atto che ai fini della legge offenda la pubblica decenza non basta indossare abiti succinti o stravaganti, ma è necessario accompagnare l’abbigliamento con atteggiamenti o con atti concreti che rendano tutto l’insieme offensivo. In concreto si può dire che tale atto provochi nell’uomo medio contemporaneo, disgusto, senso di disagio o riprovazione.

Considerando che in alcuni casi anche prendere il sole sul proprio balcone potrebbe essere un fatto sanzionabile, se ricorrono le condizioni per ledere il decoro, sembra difficile al momento che una donna possa correre in libertà senza ricevere quantomeno qualche richiamo indispettito da parte dei passanti, che sono in effetti l’uomo medio, il cui modo di pensare è preso come riferimento dalla giurisprudenza.

Quando una donna può fare jogging a seno scoperto

Anche per le donne, però il topless è stato sdoganato da parecchi anni, ma solo in un posto. Naturalmente la libertà è sempre piena sulle spiagge per nudisti, dove pur nel rispetto delle regole legate alla pubblica decenza e al divieto di commettere atti osceni è possibile passeggiare o prendere il sole completamente nudi.

Dal 1978, poi la Corte di Cassazione ha sdoganato questo abbigliamento decidendo a favore di una donna in monokini, sottolineando che non è un atto contrario alla pubblica decenza il comportamento di una donna che vicino al bagnasciuga e in una spiaggia pubblica si intrattenga con alcuni uomini in atteggiamenti di assoluta normalità.

Da quel momento il topless è stato, poco alla volta accettato su tutte le spiagge pubbliche e private, salvo il caso che ci siano dei divieti specifici, dei quali i frequentatori sono avvisati in anticipo. Possibile quindi prendere il sole, nuotare passeggiare o correre, pur cercando di mantenere un contegno che nel suo complesso non sia offensivo dei vicini di ombrellone. Il riferimento è sempre a quel pudore, così difficile da definire, sia perché in continua evoluzione sia perché spesso diverso da soggetto a soggetto. 

In questo ci viene in aiuto la Corte di Cassazione che, con la sentenza numero 3557 del 2000, parlando di nudismo ha detto che per determinare la linea di demarcazione tra ciò che è lecito, osceno o indecente il giudice deve tenere conto dell’effettivo sentimento della collettività in un dato momento e luogo.

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