PNRR: arrivano 21 miliardi all’Italia! Ecco dove andranno

Con l'arrivo di ulteriori 21 miliardi di euro dall'UE, il PNRR può continuare a riformare il nostro paese. Nei piani, un tagli all'evasione e lavoro nero.

Dopo tanti anni di pandemia e di recessione economica come non se ne vedeva da decenni, iniziamo lentamente a vedere la luce in fondo al tunnel

L’Italia, una delle prime nazioni europee ad essere colpita dal virus nonché una con il tasso di morti tra i più alti, è anche lo stato membro dell’UE che riceverà più fondi per la ripresa

Sto parlando del Recovery Fund, l’enorme piano di ripresa economica realizzato dall’Unione Europea (UE) per ripartire dopo la terribile pandemia

E’ conosciuto anche con il nome Next Generation EU (letteralmente “La prossima generazione dell’UE), ed il suo obiettivo va molto al di là di quello di far ripartire l’economia europea. 

Come dice il sito stesso della UE, infatti: 

NextGenerationEU non è soltanto un piano per la ripresa. Si tratta di un’occasione unica per uscire più forti dalla pandemia, trasformare le nostre economie, creare opportunità e posti di lavoro per l’Europa in cui vogliamo vivere. Abbiamo tutto ciò che serve per riuscirci.

Il piano, quindi, ha intenzione di riformare completamente le economie dell’UE, rendendole più sostenibili ed eque

Ovviamente, potrebbero suonare solamente come delle belle parole ma inutili perché di fatto non cambierà mai nulla. Non possiamo assicurarvi che il Recovery Fund dell’UE funzionerà, ma di certo i primi risultati si stanno vedendo anche ora

Inoltre, sia la pandemia che la guerra in Ucraina sono due occasioni per l’UE di diventare completamente indipendente energeticamente e, magari, avere delle economie talmente competenti da poter avere una propria politica estera, cosa che al momento è praticamente subordinata a quella degli Stati Uniti. 

In ogni caso, noi italiani dovremmo gioire dei piani dell’Unione Europea in quanto saremo coloro che riceveranno la fetta più grande del Recovery Fund. 

All’Italia, infatti, spettano ben 191 miliardi di euro, che verranno tutti incanalati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, o PNRR

A riassumere cosa sia il PNRR è stata la collega Sharon Zaffino in questo articolo

Le missioni nel PNRR riguarderanno oltre quaranta interventi, suddivisi fra 31 investimenti e 12 riforme. Inoltre, ai 29.2 miliardi dovranno essere sommati altri 14.8 miliardi di euro per la nuova programmazione comunitaria degli anni 2021-2027. 

Possiamo affermare con certezza che la programmazione è cresciuta di ben 12.14 miliardi rispetto a quella effettuata in precedenza tra gli anni 2014 e 2020.

Il punto, però, è che tutti questi soldi non verranno dati all’Italia in un’unica transazione. Piuttosto, sarà uno sviluppo a “fasi”, e l’UE valuterà di fase in fase se continuare ad erogare i fondi al nostro paese, a seconda se abbiamo soddisfatto dei requisiti o meno. 

E’ notizia di oggi che l’UE ha erogato la seconda “tranche” di fondi da 21 miliardi di euro perché abbiamo superato tutti i 51 obiettivi previsti. 

Vediamo dunque insieme in cosa consistono esattamente gli obiettivi del PNRR e perché siamo stati “graziati” di 21 miliardi dall’UE. 

L’arrivo dei 21 miliardi di euro

Proprio oggi, o perlomeno il giorno in cui scrivo l’articolo, sono arrivati in Italia i 21 miliardi di euro previsti per la seconda fase. 

La prima fase consisteva in un assegno da 24 miliardi, il quale era “allegato” ad una serie di obiettivi che l’Italia doveva raggiungere per “meritarsi” la seconda tranche. 

Il primo assegno di 24 miliardi era arrivato l’anno scorso e, come vedremo, l’Italia sembra averlo usato molto coscientemente, raggiungendo tutti e 51 gli obiettivi impostati dall’UE. 

Per questo motivo, l’Europa ci ha inviato i 21 miliardi promessi, composti 10 miliardi di sovvenzioni ed 11 di prestiti. 

Insieme ai 21 miliardi sono arrivati anche i nuovi obiettivi che l’UE ci ha richiesto per ricevere una nuova tranche ancora da 24 miliardi il prossimo giugno. 

In ogni caso, la presidentessa della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha fatto personalmente i complimenti all’Italia per il raggiungimento di tutti gli obiettivi previsti. 

Come dice questo articolo del Sole 24 Ore, infatti: 

“Finora – ha spiegato in un videomessaggio Von der Leyen – l’Italia ha compiuto progressi sufficienti con le riforme necessarie per rendere l’economia e la società del Paese pronte per il futuro, con una pubblica amministrazione più digitale e un sistema giudiziario più efficiente, ad esempio, e con un sistema di istruzione e un mercato del lavoro più inclusivi”  

“Quindi congratulazione all’Italia, continua così!”, ha aggiunto Von der Leyen, assicurando che Bruxelles è al fianco del Paese “sulla via verso la ripresa” e ricordando come l’Italia sia “la principale beneficiaria del Next Generation Eu”. Roma riceverà complessivamente 191 miliardi di euro.

Questa volta, invece di 51 obiettivi, l’UE ce ne ha dati 45 da soddisfare prima di giugno, quando appunto dovrebbe essere erogata la terza tranche da 24 miliardi

Ma vediamo, dunque, quali sono questi 51 obiettivi che abbiamo soddisfatto e perché l’Europa ci ha fatto complimenti così calorosi. 

I 51 obiettivi raggiunti dal PNRR

Il primo pacchetto di riforme che ha permesso all’Italia di ottenere i successivi 21 miliardi di euro riguardano innanzitutto gli ambiti di digitalizzazione, competitività, cultura, turismo e transizione ecologica

Rafforzati ecobonus e sismabonus per incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili direttamente nelle nostre case. 

Non solo, ma sono aumentati i fondi per gli autobus elettrici e servizi idrici integrati. Chi vive in grandi città come Roma avrà già notato il primo cambiamento, con la nuova flotta di mezzi elettrici ATAC. 

Inoltre, si è anche intervenuto su materie di gestione dei rifiuti e dissesto idrogeologico, quest’ultimo fenomeno che caratterizza ogni anno regioni colpite da frane come la Liguria. 

Gli altri obiettivi sono stati raggiunti nei temi di uguaglianza civile, come il fondo per la parità del lavoro nell’imprenditoria femminile e, infine, in una riforma del sistema sanitario. 

Questo, in breve, il contenuto del PNRR 1, il quale come abbiamo detto ha molto soddisfatto le istituzioni europee. 

I nuovi obiettivi del PNRR: stop al lavoro nero e all’evasione

Fra i 45 obiettivi richiesti dall’Europa per utilizzare la seconda tranche da 21 miliardi di euro vi è una riforma seria sul lavoro nero, piaga tipicamente italiana. 

Il PNRR 2, ovvero il secondo pacchetto di riforme approvato, include alcune norme in merito. 

Nasce così il Portale Nazionale del Sommerso (PNS), riferendosi ai lavoratori “sommersi” ed “invisibili” poiché, appunto, assunti in nero. Tale portale dovrebbe favorire l’attività ispettiva delle autorità competenti. 

Come spiega questo articolo di Open, infatti: 

Tale misura mira a ottimizzare e realizzare una «efficace programmazione dell’attività ispettiva» e il «monitoraggio del fenomeno del lavoro sommerso su tutto il territorio nazionale, le risultanze dell’attività di vigilanza» al fine di farle confluire in un «portale unico nazionale gestito dall’Ispettorato nazionale del lavoro denominato Portale Nazionale del Sommerso (PNS)», che andrà a integrarsi alle banche dati già esistenti.

Non è tutto: il secondo pacchetto del PNRR avrà anche delle riforme riguardanti l’evasione fiscale. In particolare, la nuova riforma del PNRR prevede che vi sia una sanzione di 30 euro più il 4% della transazione per tutti gli esercenti che non accettano il pagamento con carta

Tale riforma, in effetti, era già presente nel PNRR 1, solo che era prevista per il 2023. Con il PNRR 2, invece, queste sanzioni verranno anticipate a giugno 2022. 

In pratica, secondo la nuova riforma del PNRR tutti gli esercenti dovranno fornire la possibilità di pagare con carta di credito, scoraggiando così l’utilizzo dei contanti. 

L’Europa ha sempre tenuto a questo tipo di riforme, visto che l’Italia è alquanto indietro con i pagamenti elettronici rispetto ad altri membri dell’Unione Europea. 

L’utilizzo continuo di contanti, inoltre, favorisce l’evasione fiscale in quanto molti pagamenti non vengono contabilizzati dal fisco. 

Le riforme del PNRR: la pubblica amministrazione

Ma il PNRR 2 non si ferma qui

L’altra grande novità nel nuovo pacchetto di riforme riguarda le assunzioni della pubblica amministrazione. 

Secondo il nuovo PNRR, da ora in poi i nuovi candidati per posti nella pubblica amministrazione dovranno parlare una seconda lingua, da verificare in sede di colloquio. 

Non solo, ma il PNRR prevede anche che i dipendenti della pubblica amministrazione abbiano una serie di capacità informatiche e digitali, necessarie anche per gli obiettivi di digitalizzazione previsti dai piani a lungo termine del PNRR. 

Rimangono aperti i cosiddetti “Concorsi Sud”, ovvero i grandi concorsi pubblici previsti per assumere oltre 1300 dipendenti pubblici per implementare le nuove norme del PNRR. 

I requisiti sono sempre gli stessi. 

I piani a lungo termine del PNRR: come verranno ripartiti i fondi?

I PNRR 1 e 2 sono serviti da piccoli passi verso obiettivi ben più grandi che verranno, si spera, raggiunti una volta che tutti i 191 miliardi di euro europei raggiungeranno le nostre casse. 

In particolare, il PNRR ha già in programma di destinare quasi 60 miliardi di euro in progetti ambientali, per favorire la transizione ecologica e renderci energicamente indipendenti. 

Come accennavamo all’inizio, questo punto è diventato particolarmente cruciale con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. 

Come certamente saprete, infatti, la nuova guerra ha reso complicato l’esport di gas russo nelle nostre case, principalmente perché siamo considerati paese ostile da Putin. 

Renderci indipendenti dal gas russo, però, non è certamente impresa facile, ma il PNRR ha almeno intenzione di provarci. 

Ulteriori 40 miliardi saranno spesi per la digitalizzazione, il che si spera possa rendere l’Italia un paese molto più moderno e all’avanguardia

In particolare, puntare sulla digitalizzazione del nostro patrimonio culturale potrebbe essere un grande passo avanti per il nostro paese, rendendoci competitivi in un campo estremamente richiesto al giorno d’oggi e, al contempo, sfruttando la nostra enorme eredità culturale. 

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