Milano e caro prezzi: ecco di quanto è aumentato l’affitto per i fuorisede

Sempre più complicato per i fuorisede studiare a Milano: quanto è aumentato l'affitto in un anno e quali sono gli scenari per affrontare il problema.

Il prezzo di affitto di una stanza singola a Milano è aumentato del 20% in un anno, raggiungendo livelli che rendono molto difficile per gli studenti con redditi medio-bassi la possibilità di riuscire a trovare una sistemazione dignitosa per la frequentazione dei corsi universitari.

Ecco gli scenari possibili per affrontare un problema di difficile soluzione nel breve termine, con la stretta sugli affitti brevi, le proposte del sindaco Sala e lo “studentato diffuso” dell’assessorato alla Casa di Palazzo Marino.

Milano, quanto è aumentato l’affitto di una stanza

Riprende vita la” protesta delle tende” a Milano, con gli studenti accampati per chiedere una soluzione al problema del caro affitti nella città lombarda che ha raggiunto vette record, tali da rendere proibitivo l’affitto di una stanza per un gran numero dei fuori sede. Secondo i dati diffusi da Immobiliare.it, l’affitto di una stanza singola costa 620 euro di media, mentre per un posto letto in doppia ne servono circa la metà.

In base a quanto riporta l’indagine sulla qualità della vita dei giovani svolta per conto dell’Osservatorio del Sole 24 Ore, nel 2022 il prezzo di una stanza singola per studenti a Milano è cresciuto del 20% rispetto al 2021. Un dato che va poi correlato al raddoppio del numero dei fuori sede accolti nelle università milanesi e che ha contribuito a far scendere al 95esimo posto in Italia la città per qualità della vita dei giovani.

Il rischio desertificazione nel lungo periodo

Quest’ultimo argomento sarà infatti uno dei temi che saranno affrontati all’Urbanpromo di Firenze dal 7 al 10 novembre. La rassegna -organizzata da Inu e Urbit sui grandi temi dell’urbanistica contemporanea- si occuperà del caro affitti e del rischio di desertificazione delle città. Un rischio che, secondo Alessandra Oppio e Marta Bottero – rispettivamente in Urbanpromo come presidente Siev e direttrice della rivista “Valori e valutazioni” – richiede un intervento congiunto da parte del governo, delle università, degli operatori immobiliari :

Ci troviamo di fronte ad una forte esigenza abitativa che resta inevasa, ancor più grave se si pensa che il diritto all’abitare è una componente essenziale del diritto allo studio. Nel lungo periodo, la rinuncia a spostarsi dettata da impossibilità economiche e la crisi demografica globale possono produrre una desertificazione dei nostri centri. Una strada per arginare il problema, nel breve periodo, può essere quella del recupero funzionale di edifici sfitti o dismessi, da proporre a prezzo calmierato.

Di questa forte esigenza abitativa da parte degli studenti a Milano e delle prospettive di investimento per i privati in tal senso si è anche occupato il report “City to Be” a cura di Scenari Immobiliari, secondo il quale Milano, caratterizzata da una forte pressione demografica dovuta alla popolazione universitaria, potrebbe privilegiare gli investimenti nello sviluppo di residenze appositamente progettate per gli studenti, colmando una lacuna presente nel mercato.

Riprendono le proteste

Le proteste sono riprese perché evidentemente, nonostante qualche mossa delle istituzioni, il problema non è di facile soluzione nel breve termine, considerando che gli immobili a disposizione del settore pubblico sono insufficienti rispetto alla domanda di alloggi e in quello privato non si può intervenire più di tanto in un regime di libero mercato.

“Quando abbiamo piantato le tende in piazza Leonardo il problema del caro-affitti è salito alla ribalta, ma nulla è cambiato” ha detto Giovanni Montefoschi, nell’apertura dell’assemblea pubblica organizzata sul prato della Statale per la giornata di mobilitazione nazionale per il diritto all’abitare.

La proposta del Sindaco Sala

Alle proteste si è aggiunta anche la dichiarazione del sindaco Giuseppe Sala “Prendo atto che la ministra Santanché si è dimostrata all’inizio disponibile, ma di fatto non è successo niente” ha infatti affermato il primo cittadino in riferimento è alle nuove regole per mettere un freno agli affitti brevi. Che, a braccetto con l’inflazione, contribuisce a far salire i prezzi delle case, in quanto e diminuisce l’offerta di immobili sul mercato. Da fine giugno ad oggi, le case in affitto a Milano su Airbnb sono addirittura aumentate, passando da 20mila a 23mila.

Per il sindaco “limitare gli affitti brevi è un elemento, però bisogna fare altre cose. Le grandi città dovrebbero concedere volumetrie anche in eccesso rispetto a quelle che ci sono nei nostri piani, se chi costruisce lascia al Comune una parte di appartamenti da dedicare agli affitti calmierati per studenti. È il momento di fare queste cose. È una questione di difficile soluzione, ma capisco bene le ragioni degli studenti.

Il progetto dello “Studentato diffuso”

Nel frattempo, il Comune, per mezzo dell’assessorato alla casa, sta lavorando a una sorta di “studentato diffuso”. Così ha chiamato l’iniziativa l’assessore alla Casa e al Piano quartiere Pierfrancesco Maran, volta a mettere a bando le case popolari sfitte per riservarle – ovviamente dopo una riqualificazione – proprio agli studenti, garantendo prezzi più accessibili e calcolati in base al reddito.

Vera Monti
Vera Monti
Giornalista pubblicista e precedentemente vice- presidente di un circolo culturale, scrivo di arte e politica - le mie grandi passioni - su varie testate online cercando sempre di trattare ogni argomento in tutte le sue sfaccettature. Ho intervistato vari personaggi della scena artistica nazionale e per Trend online mi occupo principalmente di politica ed economia
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
796FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate