Quanto ci guadagnano le banche con l’aumento dei tassi di interesse su depositi e mutui?

Con l'aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, conti corrente e mutui sono diventati più costosi. Ma quanto ci guadagnano le banche?

Con l’aumento dei tassi di interesse della BCE dovuti alle misure anti inflazione, sono aumentati complessivamente sia i costi di depositi che di mutui e prestiti e con questi aumenti sono cresciuti in modo significativo anche i guadagni bancari.

Tassi di interesse e scosto del denaro

L’aumento del tasso di interesse generale, così come il tasso di interesse sui depositi e il tasso di interesse sui prestiti, da parte della Banca Centrale Europea, fanno parte di una serie di manovre anti inflazione, attivate nel corso dell’ultimo anno dalla stessa BCE per contrastare l’aumento dell’inflazione aumentando il costo del denaro.

Per comprendere in che modo questo incremento generale dei tassi di interesse incide sull’inflazione è opportuno aprire una parentesi sul rapporto che c’è tra la BCE, le banche private e la creazione di denaro.

Il denaro, in questo caso specifico l’Euro, viene creato dalla BCE, è la banca centrale a stabilire quanti euro possono essere stampati e circolare sul mercato, questo denaro viene messo in circolazione attraverso le banche private che acquistano euro dalla BCE e lo rivendono al pubblico. In questo schema, il denaro è un qualsiasi prodotto lavorato nel sistema industriale moderno che esce dallo stabilimento di produzione, in questo caso la BCE ad un prezzo fissato dal venditore, e viene successivamente rivenduto, al netto di un rialzo, dal venditore.

Con l’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE il prezzo di vendita del denaro dalla BCE alle banche private è aumentato, e di riflesso è aumentato il prezzo di vendita e di distribuzione dello stesso denaro da parte delle banche private che hanno quindi dovuto aumentare il prezzo del denaro a cui è applicato un rincaro che costituisce il loro “guadagno”, rincaro che consente la creazione di valore e di conseguenza di nuovo denaro.

Detto più semplicemente, le misure della BCE per contrastare l’inflazione in realtà seguono la stessa inflazione, spostando però l’aumento dei costi a “prima” della commercializzazione del denaro. In questo modo aumenta il costo del denaro e questo aumento a monte, permette di mantenere virtualmente basso il prezzo di beni e servizi.

Le banche aumentano i loro guadagni

Con l’aumento dei tassi di interesse da parte della BCE ed il corrispettivo aumento del costo di depositi e prestiti, le banche hanno registrato un netto aumento delle entrate rispetto all’anno precedente. Questo aumento è fisiologico, poiché deriva dall’aumento diretto del costo del denaro che provoca inevitabilmente un aumento del costo di mutui e depositi.

Secondo alcune stime l’aumento dei tassi di interesse ha provocato un aumento generale dei guadagni bancari di oltre il 30%.

L’aumento dei tassi di interesse della BCE, più precisamente del tasso generale, del tasso sui depositi e del tasso sui prestiti, tuttavia è nettamente inferiore al 30% dell’aumento finale. Per essere più precisi, la BCE ha portato il tasso generale da 0 al 3,5% e il tasso sui depositi è passato dallo 0,5 al 3%.

Questi aumenti da un lato incentivano le banche a mantenere fermi il loro denaro e dall’altro disincentivano i clienti finali a chiedere soldi in prestito, limitando in questo modo la circolazione di denaro che, unito all’aumento dello stesso costo del denaro, acquisisce nuovo valore per via della differenza tra domanda ed offerta.

Costo dei prestiti in aumento

Stando a quanto riportato dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI) il costo medio dei prestiti in Italia è più che raddoppiato rispetto al 2021, passando da un valore pari all’1,66% al 4% per i prestiti alle famiglie e dall’1,23% al 3,9% per i prestiti alle imprese.

Per quanto riguarda i depositi invece, gli interessi, secondo ABI sono passati dallo 0,02% allo 0,26%.

A pagare l’effettivo aumento dei tassi di interesse imposti dalla BCE non sono le banche private che si collocano nel mezzo tra BCE e utenti finali, ma sono gli stessi utenti finali, poiché, al fronte di un aumento dei tassi, le banche hanno aumentato il costo di mutui e depositi.

Questi aumenti tuttavia non sono proporzionali all’aumento registrato a monte, ma, in alcuni casi, sono diverse volte superiore, causando così un aumento esponenziale che porta il 3,5% di aumento della BCE a diventare un aumento effettivo del 30% per il cliente finale.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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