3 BTP decennali e altri titoli da non sottovalutare in questi mesi

BTP Futura, BTP Valore e BTP Decennali, ecco tre esempi di titoli di Stato da non sottovalutare.

Il 2024 sarà un anno importante per i titoli di Stato italiani, il MEF ha infatti in programma l’emissione di BTP per circa 350 miliardi di euro, al fronte di 265 miliardi di titoli in scadenza.

Ecco allora i migliori BTP da non sottovalutare nel 2024.

I 3 migliori BTP decennali sul mercato

I BTP decennali, sono, tra tutte le obbligazioni emesse dall’Italia, quelle con un rendimento netto più alto, questo significa che il rendimento ottenuto, tenendo conto anche di commissioni bancarie e tassazione, che per i BTP è agevolata al 12,5%. Ecco allora i migliori BTP decennali, più o meno, presenti sul mercato, ovvero BTP con una durata di circa 10 anni. I migliori da tenere d’occhio sono 3:

  1. 1.

    BTP marzo 2051: presente sul mercato con ISIN IT0005410913, questo titolo offre un rendimento netto medio stimato al 3,9%, calcolato in base al tasso tasso d’interesse lordo del 4,2%

  2. 2.

    BTP settembre 2029: presente sul mercato con ISIN IT0005399670, questo titolo offre un rendimento netto medio stimato al 3,2%, calcolato in base al tasso tasso d’interesse lordo del 3,75%2

  3. 3.

    BTP marzo 2034: presente sul mercato con ISIN IT0005399688, questo titolo offre un rendimento netto medio stimato al 3,8%, calcolato in base al tasso tasso d’interesse lordo del4,1%

Altri BTP da non sottovalutare

Tra i migliori BTP presenti sul mercato, che intrecciano perfettamente convenienza, sicurezza e rendimento, vanno sicuramente menzionati BTP Valore e BTP Futura.

Il BTP Futura è un particolare famiglia di BTP con scadenza generalmente tra 8 e 16 anni, con meccanismo step-up e cedole semestrali. Il meccanismo step-up prevede la divisione dei rendimenti in due fasi, con una prima fase di rendimenti a tasso fisso e una seconda fase con rendimenti variabili e crescenti e premio fedeltà finale.

Altra famiglia di BTP da non sottovalutare sono i BTP Valore, titoli di Stato destinati ad investitori retail, con meccanismo step-up, e scadenza a medio termine, con cedole trimestrali e premio fedeltà.

Oltre ai BTP non sono da sottovalutare i CCTeu, ovvero i certificati del tesoro, con scadenza a breve termine, indicizzati al tasso Euribor 6 mesi.

I BTP da non sottovalutare

Come abbiamo visto, ci sono numerosi BTP da non sottovalutare, ecco alcuni dei BTP più convenienti ,sicuri e redditizi sul mercato.

Il primo è il BTP maggio 2051 con scadenza a maggio 2051, per questo titolo, sul mercato con ISIN IT0005410913, è previsto un rendimento medio del 3,9%.

Il BTP settembre 2029 con scadenza a settembre 2029 e ISIN IT0005399670, offre un rendimento 3,2%.

Il BTP marzo 2034 con ISIN IT0005399688 offre un al 3,8%.

Per quanto riguarda il BTP Futura, quello che non va sottovalutato è il BTP Futura settembre 2041 con ISIN IT0005410921, questo bond offre un rendimento variabile, diviso in tre fasi, dal primo al quarto anno il rendimento è dello 0,75%, dal quinto all’ottavo anno il rendimento è all’1,35% e dal nono al dodicesimo anno il rendimento è dell’1,70%. Il BTP prevede inoltre un premio fedeltà legato alla crescita economica italiana il cui valore è compreso tra l’1% ed il 3%.

Per quanto riguarda il BTP Valore, quello da non sottovalutare è il BTP Valore febbraio 2030, in emissione tra 26 febbraio e 1 marzo 2024. Per questo titolo con ISIN IT0005410939 è previsto un rendimento variabile, mediamente al 3,65% più premio fedeltà allo 0,7% che porta il rendimento medio al 3,75%.

Per quanto riguarda il CCTeu aprile 2025, questo titolo è presente sul mercato con ISIN IT0005410947 e il suo rendimento è indicizzato al tasso Euribor 6 mesi, che, vista l’attesa di una contrazione dei tassi di interesse della BCE entro la fine del 2024, potrebbe vedere un incremento dei propri rendimenti.

Cosa sono i BTP

I BTP sono obbligazioni statali, emesse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze del governo italiano, garantiti da Cassa depositi e prestiti. Si tratta di titoli con scadenza poliennale, da qui il nome “buoni poliennali del tesoro“, questo significa che la scadenza dei BTP può ricadere, a seconda del titolo, tra un minimo di 3 anni ed un massimo oltre 50 anni.

Esistono varie famiglie di BTP con diverse durate e caratteristiche. Ma tutti presentano alcuni elementi comuni, tra cui la tassazione agevolata al 12,5%, e l’esenzione dal conteggio ISEE fino ad un massimo di 50.000€.

Trattandosi di obbligazioni, il loro funzionamento è lo stesso di qualsiasi altra obbligazione, i BTP de facto costituiscono dei prestiti fatti allo Stato, il quale, procede a pagare periodicamente un tasso d’interesse annuo, che può essere versato annualmente, semestralmente o trimestralmente, il cui ammontare è ricalcolato periodicamente, a seconda dell’indice di riferimento e sulla base di un tasso minimo garantito prestabilito.

Generalmente i BTP sono liquidati alla pari, ciò significa che al momento della liquidazione si riceverà un importo pari al valore nominale del titolo, possono inoltre essere emessi in sconto rispetto al valore nominale, ciò significa che, in alcuni casi, un BTP può essere emesso ad un valore inferiore al valore nominale.

La differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di liquidazione, unita al tasso d’interesse annuo, costituiscono i due principali fattori di rendimento del BTP tuttavia, alcuni BTP, come il BTP Valore, prevedono la presenza di un bonus speciale per gli investitori che mantengono il titolo dalla sottoscrizione alla liquidazione, tale bonus è detto premio fedeltà.

Cos’è lo Spread

Il termine Spread, diventato popolare durante la crisi economica del 2011, è un indicatore di comparazione tra due diversi titoli, nel caso dei titoli di Stato, tra due diversi titoli di Stato emessi da diversi paesi, ed è usato come misura principale per definire il rischio di un investimento su di un titolo rispetto ad un altro.

Più semplicemente, misura la differenza dei rendimenti tra due titoli.

Per quanto riguarda i titoli di Stato italiani, e più in generale, i titoli europei, lo Spread è basato sui rendimenti dei bond europei tedeschi, generalmente considerati i più solidi e sicuri dell’intera eurozona.

Lo spread tra BTP decennali italiani e Bund decennali tedeschi, indica quanti interessi dovrà pagare in più l’Italia rispetto alla Germania.

In generale, maggiore è lo spread maggiore sarà il rischio di insolvenza di un paese, ovvero il rischio che quel dato paese possa non riuscire a ripagare le proprie obbligazioni.

Lo spread non è un valore fisso, ma è un valore variabile, influenzato da diversi fattori tra cui, i più significativi sono la situazione economica, la situazione politica e sociale, le aspettative degli investitori, le valutazioni delle agenzie di rating e banche centrali, che si basano e riflettono gli stessi parametri di valutazione dello spread.

Trattandosi di uno strumento che, in un certo senso, riflette la fiducia dei mercati e degli investitori, lo Spread è tenuto in grande considerazione sui mercati finanziari e dai media, causando spesso l’errata percezione che lo spread influisca direttamente sui rendimenti dei titoli di Stato.

Più precisamente, le variazioni dello spread coincidono a variazioni sui rendimenti di un titolo, più è alto lo spread, più alto sarà il rendimento di un titolo, viceversa, più è basso lo spread, più basso sarà il rendimento di un titolo, ma allo stesso tempo, più sicuro sarà quel titolo.

Rendimento dei BTP decennali

Il rendimento dei BTP decennali è il valore medio, calcolato con media ponderata, dei rendimenti dei BTP con scadenza a 10 anni. Tale valore varia di continuo, per effetto di innumerevoli variabili.

Per quanto riguarda il 2023, il rendimento medio dei BTP decennali è stato, su base annua, al 3,76%, in aumento di oltre 2 punti percentuale rispetto al 2022, anno in cui il rendimento medio dei BTP decennali è stato dell’1,71%.

Questo significa che, il debito italiano nel 2023 è stato più costoso rispetto al 2022, ma allo stesso tempo, i titoli di Stato italiani nel 2023 hanno reso di più rispetto al 2022.

Per quanto riguarda il 2024 invece, si stima un calo dei rendimenti in calo rispetto al 2023, più precisamente il rendimento medio di febbraio è stimato al 3,59%, in calo rispetto al 3,8% di gennaio. Questo calo è influenzato soprattutto dall’inflazione in calo.

Antonio Coppola
Antonio Coppola
Copywriter, classe 1989. Sono nato a Napoli. Laureato in Storia Contemporanea e specializzato in geopolitica e relazioni internazionali presso l'Università di Pisa, nella vita mi occupo di divulgazione, marketing e comunicazione. Scrivo sul web da oltre 10 anni. Appassionato di scrittura e tecnologia, ho collaborato con diversi portali e riviste di settore nel mio campo e nel 2012 ho avviato un mio progetto di divulgazione storico culturale ed un podcast, grazie ai quali ho avuto modo di stringere collaborazioni con aziende, enti e riviste di settore ed ho avuto modo di esplorare e approfondire il mondo della SEO e del Web Marketing.
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