Superbonus, il “mancato” volano della ripresa: ecco il suo vero effetto nell’economia

Parlare del Superbonus come di un volano nella ripresa del paese è abbastanza inopportuno. Ecco qual è stato il suo vero effetto nell'economia

I dati sul Superbonus sembrano ottimistici, ma tutto potrebbe cambiare nei prossimi mesi. Per questo parlare di “volano della ripresa” potrebbe risultare alquanto eccessivo, soprattutto nei confronti di un bonus edilizi costato decine di miliardi di euro allo Stato.

Eppure non c’è una posizione univoca sul (forse) più importante contributo economico mai dato dallo Stato italiano.

Anche all’interno della maggioranza di Governo in molti sono scettici sui reali effetti del Superbonus, nonostante le stime promettenti.

Malgrado la grande ripartenza nel 2021 e l’incremento del PIL e del gettito fiscale stimato complessivamente su quasi 130 miliardi di euro, parliamo comunque di un bonus che potrebbe diventare una bomba per le casse dello Stato. Soprattutto per le sue dimensioni sempre meno gestibili.

Superbonus, il “mancato” volano della ripresa: ecco il suo vero effetto nell’economia

Iniziamo con alcuni dati dell’ultimo studio condotto dalla Fondazione Nazionale dei commercialisti (FNC). Il Superbonus 110% è costato allo Stato quasi 97 miliardi di euro, tra crediti e detrazioni fiscali accordati.

Ma davanti a questa spesa mostruosa, pari a circa 4-5 Finanziarie, si prevede nel corso dei prossimi 5 anni:

  • un incremento del PIL di quasi 91 miliardi di euro;

  • un gettito fiscale di circa 37 miliardi di euro.

Quindi 128 miliardi di euro di entrate miste. Sempre lo studio della FNC, nel lungo periodo il costo per lo Stato si manterrebbe a un livello contenuto di 60 miliardi di euro, decisamente inferiore rispetto all’incremento del PIL.

Quindi il Superbonus starebbe garantendo un effetto positivo nell’economia, oltre che nel settore delle costruzioni.

In realtà, confrontando con le stime della Nota di aggiornamento al DEF (Nadef), il Superbonus sta dando qualche problema con alcuni indicatori.

Se da una parte Eurostat ha stimato un impatto ridotto sul debito pubblico da parte dei bonus edilizi, nel 2022 il rapporto debito-PIL si è attestato all’8%. Il Nadef era stato ottimista all’epoca, stimandolo attorno al 5,6%.

E alle revisioni l’ottimismo è scomparso gradualmente. Le stime davano un rapporto col PIL al 9,5% per il 2020, e al 7,2% per il 2021. Con la revisione, i dati ufficiali sono 9,7% del PIL per il 2020, e 9% per il 2021.

Una situazione peggiorativa che ha comportato al conteggio del peso sull’anno in cui si generano. Si tratta di una soluzione “a toppa”, per evitare di spalmarne l’effetto su tutto il periodo di detrazione.

Ma questo è stato possibile solo grazie alla sospensione del Patto di Stabilità, avvenuto durante i primi mesi del Covid, e su cui pende la scadenza di gennaio 2024.

Dopo questa data, sarà richiesto all’Italia di rientrare entro i parametri in tempi celeri, altrimenti si troverà a trascinare per anni un debito ingestibile. Ed è qualcosa che attira pochissimi investitori.

Superbonus, stime a confronto sul vero effetto nell’economia

È comunque innegabile che il Superbonus stia garantendo un incremento del valore degli immobili. Oltre allo studio della FNC, c’è anche uno studio di Nomisma di inizio anno a favore del Superbonus. In quest’ultimo, la società di consulenza Nomisma ha stimato un incremento di 7 miliardi di euro, oltre a tutti gli effetti diretti e non sull’economia:

  • 87,7 miliardi a livello diretto (occupazione, nuove aziende, acquisti di materie prime…);

  • 39,6 miliardi a livello indiretto (intermediari, banche, general contractor…);

  • 67,8 miliardi di indotto.

Tutti dati che addirittura porterebbero ad una stima di 195,2 miliardi di euro, quasi 70 miliardi in più di quanto stimato dalla FNC. Infatti lo studio di Nomisma era di inizio anno, non di quasi 2 mesi fa come quello della FNC.

Si sta andando al ribasso. Non a caso, solo alcune banche stiano garantendo ancora la cessione del credito, dato l’andamento non molto ottimistico.

Il Superbonus difficilmente può essere il volano della nostra ripresa. Come volano ha permesso di arrivare in 2 anni ad un’evasione fiscale vicina a 10 miliardi di euro. E al rischio di mandare in fumo ben 30 miliardi di crediti bloccati, che potrebbero mandare in rovina non solo buona parte del settore, ma anche la stessa ripresa economica.

Quali sono i rischi del Superbonus 110

I rischi del Superbonus sono molteplici, dalla responsabilità penale nei confronti di azienda e proprietario, fino all’effettivo impatto sull’edilizia nazionale e sull’ambiente.

Se alla scadenza del progetto non vengono raggiunti i requisiti concordati, l’Agenzia delle Entrate è autorizzata a bloccare il credito e a richiedere il recupero fiscale.

Significherebbe mettere nei guai non solo le aziende edili, ma anche i proprietari in certi casi, che per auto-tutelarsi dovranno fare causa al general contractor. E questo solo se il general contractor è assicurato.

Sempre lo studio di Nomisma ha parlato di un potenziale impatto positivo a livello ambientale, con una riduzione delle emissioni di CO2 stimata in 1,42 milioni di tonnellate.

In pratica meno dello 0,5%, visto che l’economia italiana è responsabile di 240 milioni di tonnellate annue, secondo un’indagine del Sole24Ore.

Questo impatto così contenuto può essere dovuto al fatto che, con tutti questi miliardi di euro spesi, soltanto 51.247 condomini hanno beneficiato del Superbonus. In pratica meno del 5%, dato che in Italia ci sono oltre 1,2 milioni di condomini. D’altro canto, la numerosità delle abitazioni unifamiliari richiedenti è molto bassa, in rapporto al totale: a malapena l’1% delle abitazioni unifamiliari ha avuto accesso al bonus, anche con tutte le nuove detrazioni in arrivo per loro.

Ma ha senso. Il bonus nasce per garantire la transizione e l’efficientamento energetico al più vasto pubblico residenziale possibile. Ovvero ai condomini, essendo l’80% della popolazione residente nazionale.

Il problema è che il rapporto benefici-costi è andato più sul versante economico, e meno su quello residenziale. O almeno su quello del risparmio.

Si stima malgrado tutto un potenziale risparmio sulle bollette pari a 964 euro annui per i beneficiari del Superbonus. Stima che però dovrà essere ricalcolata se nel prossimo inverno avremo problemi con le scorte del gas, a causa della crisi russo-ucraina.

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