Fisco: i contribuenti senza pace, pioggia d’avvisi in arrivo

Migliaia di contribuenti in questi giorni stanno ricevendo lettere e avvisi da parte del Fisco. Cosa riguardano? E come bisogna comportarsi? Scopriamolo!

Non c’è pace per i contribuenti italiani. Mentre il Governo ha intenzione di utilizzare il 2% del Pil per acquistare armi, i cittadini italiani, in forte difficoltà economica con l’aumento delle bollette, del carburante e un’inflazione che non si vedeva almeno da un decennio e che è destinata a durare a lungo termine, devono fare anche i conti con un Fisco inflessibile e che ha ricominciato a inviare lettere e avvisi a go go

Il Fisco ha lanciato una nuova campagna di segnalazioni per tutte le dichiarazioni del 2018 ritrovate con discordanze, discrepanze o anomalie. Per questo motivo in questi giorni stanno arrivando tantissime lettere di compliance, per permettere ai contribuenti di procedere con il ravvedimento operoso spontaneo, versando le imposte omesse, con gli interessi e sanzioni ridotte.

Ma, attenzione: il contribuente può anche decidere di controbattere, inviando documenti ed elementi che magari il Fisco non conosceva e che possano giustificare le anomalie, piuttosto che pagare immediatamente tramite ravvedimento operoso.

La posta “del cuore” da parte dell’Agenzia delle Entrate sta arrivando per posta, quindi via raccomandata, o per PEC (quindi se avete una Pec, mi raccomando di controllarla ogni due o tre giorni, potreste trovarci una sorpresina non proprio piacevole). 

Le lettere inviate dal Fisco stavolta non sono truffe, ma vere e proprie lettere di compliance

Molti si erano illusi che tutte queste lettere provenienti dal Fisco in questi giorni fossero truffe. Ebbene no, queste lettere non sono truffe. Come conferma anche il sito QuiFinanza, purtroppo per i contribuenti stavolta non si tratta di truffe, ma del Fisco che sta battendo cassa. Entriamo nei dettagli di questa spinosa questione.

Il Fisco, attraverso l’Agenzia delle Entrate, chiarisce quello che sta accadendo con una comunicazione ufficiale

L’Agenzia delle Entrate il 25 marzo ha inviato una comunicazione ai titolari di Partita Iva, oggetti di una discrepanza tra quanto dichiarato e l’importo delle operazioni comunicate dai loro clienti; ovvero il Fisco attraverso i controlli incrociati tra imprenditori e clienti si rende conto che qualcosa non va. Una volta assodato questo, il Fisco invita il soggetto parzialmente inadempiente, ad adempiere in maniera spontanea (le cosiddette lettere di compliance) e a mettere a posto la sua situazione fiscale al più presto. Queste lettere, come accennato prima, possono essere inviate tramite raccomandata o tramite Pec. 

Se il contribuente dovesse portare così a termine il ravvedimento operoso richiesto dal Fisco attraverso la lettera di compliance, la situazione sarebbe ristabilita.  

Cosa sono le lettere di compliance che a volte il Fisco, come in questo periodo, invia ai contribuenti?

Il Fisco, in particolare l’Agenzia delle Entrate, non parte mai con riscossioni coatte dei propri crediti fiscali. Diciamo che utilizza delle partenze più morbide per riscuotere. Queste partenze morbide si chiamano proprio lette di compliance, ovvero lettere nelle quali il Fisco descrive al contribuente le anomalie che sono state riscontrate (che possono essere omissioni, dati infedeli e così via) grazie ai controlli avvenuti e invita il contribuente a rimettere a posto la situazione “spontaneamente”.

Queste lettere sono bonarie, tanto è vero che non possono essere nemmeno impugnate da parte del contribuente, perché non si tratta di atti esecutivi o impositivi emessi dal Fisco. 

Qual è l’obbiettivo delle lettere di compliance inviate dal Fisco ai contribuenti?

Queste lettere di compliance servono, appunto, a non far partire alcun processo di accertamento fiscale ufficiale, a mettere in regola la situazione “bonariamente”, “spontaneamente”, senza ulteriori conseguenze, che possono andare dagli interessi, alle sanzioni e a cose ben più gravi come fermi amministrativi e pignoramenti.  

Attraverso il ravvedimento operoso, il contribuente in difetto, mette a posto la sua situazione senza alcuna conseguenza. 

Se però il cittadino dovesse ritenere gli elementi inseriti nella lettera di compliance, inesatti, lo farà presente all’Agenzia delle Entrate con una comunicazione ufficiale e allegando magari anche documenti a favore della sua tesi. 

Come fa il Fisco ad ottenere tutti i dati necessari per inviare lettere e avvisi?

Ovviamente il Fisco ottiene tutti i dati necessari grazie all’Agenzia delle Entrate che invia tutti i dati fiscali dei soggetti passivi IVA le informazioni derivanti dai controlli incrociati, le informazioni derivanti dalle fatture elettroniche e così via.

Le discrepanze di cui il contribuente viene a conoscenza attraverso le lettere di compliance, servono a quest’ultimo o a decidere di effettuare subito il ravvedimento operoso, o decidere di inviare documenti ed elementi dei quali il Fisco non era a conoscenza e che potrebbero cambiare la situazione e giustificare la discrepanza riscontrata. 

Quali informazioni potrebbero contenere le lettere di compliance inviate dal Fisco ai contribuenti?

Ovviamente contengono innanzitutto tutti i dati anagrafici del contribuente, poi i dati fiscali, il codice dell’atto, le operazioni imponibili riguardanti le fatture elettroniche, le modalità per controllare le anomalie e le discrepanze riscontrate. 

Una volta ricevute queste informazioni dall’Agenzia delle Entrate tramite raccomandata o tramite PEC, il contribuente provvederà al ravvedimento operoso o invierà al Fisco elementi o documenti che spieghino la discrepanza.  

Gli stessi dettagli della comunicazione, ogni contribuente può ritrovarli nel proprio personale “Cassetto fiscale” sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nella parte riguardante “Fatture e Corrispettivi”.

Le lettere di compliance non sono atti di accertamento, ma solo una possibilità per sistemare spontaneamente la propria situazione con il Fisco

Ogni contribuente che ha ricevuto la lettera di compliance, non dovrà farsi prendere dal panico. Non è un avviso di accertamento e non è una cartella esattoriale. È un invito a risolvere la discrepanza riscontrata, o con il ravvedimento operoso, o inviando elementi e documenti, fatti e circostanze, che l’Agenzia non conosce, e che possano spiegare l’anomalia riscontrata. 

Queste lettere servono a regolarizzare bonariamente gli errori o le omissioni, senza pagare elevate sanzioni.

Il ravvedimento operoso, infatti, può essere attuato versando l’imposta, gli interessi sui giorni di ritardo e la sanzione in misura ridotta. 

Le lettere di compliance inviate in questo periodo da parte del Fisco sono rivolte a migliaia di titolari di Partita Iva, con dichiarazioni fiscali dubbie.

Sono migliaia gli italiani titolari di Partita Iva che in questi giorni stanno ricevendo questo tipo di posta da parte del Fisco. Sono liberi professionisti e lavoratori autonomi, nelle cui dichiarazioni l’Agenzia delle Entrate ha rilevato delle discrepanze. Il ravvedimento operoso è il modo migliore per non far partire alcun accertamento fiscale ufficiale

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