Dalla flat tax al welfare: come cambiano tasse e detrazioni per dipendenti nel 2023

Dalla flat tax al welfare: ecco come cambiano tasse e detrazioni per dipendenti nel 2023, con la nuova Legge di Bilancio.

Il tempo a disposizione per formare e approvare la Legge di Bilancio 2023 è sempre meno. Per ora, sappiamo solo che la fetta maggiore dei fondi disponibili per la Manovra riguarderà misure per contrastare il Caro Energia, ma il Governo Meloni sta iniziando a delineare le proposte residuali. Scopriamo subito cosa potrebbe cambiare per i dipendenti il prossimo anno, tra tasse e detrazioni.

L’esecutivo tentenna sulla Flat Tax incrementale

Il governo Meloni conferma la sua volontà di aumentare, per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, il limite reddituale entro cui potrà essere applicata la tassa unica al 15%. Ad oggi il limite è fissato a 65 mila euro, ma per l’anno prossimo si prevede un incremento a 85 mila euro.

Dall’altro lato, però, troviamo la Flat Tax incrementale ai dipendenti, dunque, la tassazione agevolata al 15% sugli aumenti reddituali calcolati sul picco dei tre anni precedenti pare non possa trovare posto in Legge di Bilancio 2023. Durante un confronto su Rete 4 nel programma Quarta Repubblica, infatti, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, ha dichiarato che si tratta di un procedimento complesso, che richiede numeri parecchio elevati.

Una speranza, però, arriva dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, che ha dichiarato che l’esecutivo sta lavorando anche per questo, poiché “le cose buone hanno bisogno del tempo giusto”.

Infine, sembra molto più attuabile la soluzione del fisco alleggerito sui premi di produttività. Questi, ad oggi, entro i 3 mila euro sono soggetti a tassazione agevolata al 10%, ma il Governo guidato dal Presidente Giorgia Meloni ha due ipotesi sul tavolo:

  • ridurre la tassazione al 5%

  • confermare la tassazione al 10% con un’applicazione del 15% per i premi che superano i 3 mila euro.

Welfare, i fringe benefit per i dipendenti

Un caso ancora differente è quello dei fringe benefit, dunque, il welfare aziendale su cui non vengono calcolate le tasse.

Con l’ultimo decreto-legge Aiuti Quater, la soglia dei bonus corrisposti su volontà dei datori di lavoro ai propri lavoratori dipendenti per il pagamento delle bollette è aumentata da 600 a 3 mila euro. Fino a 3.000 euro, infatti, i fringe benefit non concorrono a formare il reddito imponibile del lavoratore.

Tale misura, però, ha una scadenza, fissata per il termine dell’anno corrente.

Leggi anche: Manovra 2023, le prime anticipazioni: tetto al contante, scudo fiscale, bollette, flat tax

Taglio del cuneo fiscale

L’Ocse ha calcolato di recente come, ad oggi, in Italia il cuneo fiscale abbia raggiunto livelli mai visti prima e, ovviamente, si posiziona tra i peggiori a livello internazionale. Abbiamo un 46.5% che sale al 50% se si calcolano anche gli oneri e i contributi sociali.

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ha richiesto a gran voce un forte taglio del cuneo per consentire ai lavoratori dipendenti di avere all’anno 1.200 euro in più netti.

Su questo punto in particolare, però, l’esecutivo Meloni non vuole prendere azioni decise, ma preferisce procedere passo, dopo passo. In che senso?

Si prevede un rifinanziamento del taglio del cuneo fiscale di 2 punti percentuali, introdotto dal precedente Governo Draghi, per cui il termine è stato fissato al prossimo 31 dicembre 2022. Nello specifico, la misura dovrebbe costare circa 3.5/4 miliardi di euro e sarebbe destinata solo ai lavoratori dipendenti con redditi lordi annui non superiori ai 35 mila euro.

In ogni caso, proprio il Presidente Giorgia Meloni aveva annunciato, nel suo discorso di insediamento alle Camere, un intervento sul cuneo fiscale graduale, per portare vantaggi ad imprese e agli stessi lavoratori dipendenti, che possa arrivare fino ad un taglio del 5%. L’obiettivo è duplice:

  • alleggerire il carico fiscale delle imprese

  •  aumentare la busta paga dei lavoratori

Lo stesso ministro delle Imprese e del Made in Italy, Alfonso Urso, ha dichiarato che questa riduzione di 5 punti percentuali è un vero e proprio obiettivo di legislatura che deve essere fatto con gradualità, soprattutto perché dovrà essere compatibile con le risorse a disposizione del Governo.

In poche parole, il taglio del cuneo fiscale aumenterà passo dopo passo, finanze permettendo, e non di 5 o 6 punti insieme.

Leggi anche: Pagamenti INPS, in arrivo: Reddito Cittadinanza, Bonus 150 euro e 200 euro e Assegno Unico

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
781FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate