Nuovo condono 2023: multe e sanzioni ridotte in tutti questi casi

Arriva un nuovo condono, che comporterà multe ridotte, e riguarderà da vicino fatture e scontrini. Ecco come funzionerà.

Fatture e scontrini saranno al centro del nuovo condono programmato dall’attuale governo, rivolto principalmente a imprese e Partite Iva.

Si preannuncia una vera e propria sanatoria, simile a quella introdotta per le cartelle esattoriali, ma che riguarderà le violazioni sulla certificazione dei corrispettivi.

Il governo infatti intende portare avanti un nuovo condono a chi effettuerà i pagamenti per mettersi in regola entro la fine dell’anno in corso. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Condono su fatture e scontrini: a chi è rivolto

Il nuovo condono si rivolgerà principalmente ai commercianti e a chi ha una Partita Iva, e a chi ha commesso errori o omissioni nella presentazione di corrispettivi come fatture e scontrini.

Questo condono ha l’obiettivo di favorire la regolarizzazione di tali situazioni in modo agevolato, ovvero applicando multe ridotte a chi ha commesso l’infrazione. Questa misura è contenuta nella bozza del testo per il Decreto Energia, che conterrà anche altri interventi, mirati a contrastare il caro prezzi attuale ad esempio sulle bollette.

Si tratta di un intervento mirato soprattutto alle imprese e a chi ha una Partita Iva, e comporterà una sanzione ridotta a un diciottesimo rispetto al minimo stabilito, per tutti coloro che decidono di regolarizzare la propria posizione entro l’anno.

Emettere fatture o scontrini errati, non emetterli, oppure omettere parte degli incassi è una violazione di tipo fiscale, sanzionabile per legge, e in forma estesa può comportare un vero e proprio atto di evasione fiscale.

Tuttavia il governo intende favorire l’emersione di questo tipo di situazioni, introducendo questo nuovo condono. Ricordiamo che operazioni similari sono già state fatte in precedenza per ciò che riguardava le cartelle esattoriali, ovvero i debiti dei cittadini verso il fisco.

Questa volta il condono con multe ridotte coinvolgerà le situazioni irregolari del 2022 e del 2023, ovvero è rivolto a tutte le imprese che dal 1 gennaio 2022 al 30 giugno 2023 hanno compiuto irregolarità nel certificare i propri corrispettivi.

Possono aderire al condono tutte le situazioni accertate fino al 30 settembre 2023. Tuttavia per poter aderirvi sarà necessario sanare la situazione entro la data del 15 dicembre 2023.

Come funziona il nuovo condono

Il nuovo condono prevede multe ridotte a un diciottesimo, tuttavia le altre somme andranno corrisposte correttamente al fisco. La sanatoria infatti non si applica su altri tipi di spese e oneri collegati all’irregolarità.

Imposte e interessi quindi non sono inclusi nella sanatoria, per cui chi procede alla regolarizzazione potrà essere agevolato solamente nel pagamento delle sanzioni dovute.

La sanatoria non esclude neanche la possibilità di conseguenze penali, per chi evade il fisco o compie atti di riciclaggio. Questa sanatoria, una delle tante introdotte dal governo Meloni, ha da un lato lo scopo di far emergere le irregolarità, e dall’altro quello di recuperare risorse per la prossima Legge di Bilancio imminente.

Chi aderirà al nuovo condono, come dovrà procedere? L’esercente dovrà rivolgersi all’Agenzia delle Entrate, e provvedere al pagamento in un unico versamento di un diciottesimo delle sanzioni dovute, più le altre somme.

Ad oggi questa sanatoria ancora non è arrivata, per cui si aspetta che il testo definitivo del Decreto Energia sia reso pubblico. Tuttavia sono arrivate non poche critiche a questa nuova ipotesi, principalmente perché la misura sarebbe destinata in primis a finanziare la prossima manovra fiscale.

L’evasione fiscale in Italia rimane una questione critica, nonostante il lieve calo registrato negli ultimi anni. Valutando i dati europei, l’Italia si trova sempre in testa per evasione fiscale, soprattutto per ciò che riguarda l’Iva.

Questa tassa infatti è stata evasa, prendendo in riferimento i dati AGI del 2020, per una somma di 26 miliardi di euro. A seguito di dati così critici, l’Europa ha deciso di introdurre un sistema comune per l’Imposta sul Valore Aggiunto.

L’Iva viene evasa in Italia soprattutto a causa dell’importazione di prodotti dall’estero che vengono poi rivenduti in Italia senza questa tassa, quindi una delle origini di questa mancanza deriva dalla rivendita.

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