Riforma catasto: braccio di ferro Draghi Salvini. I motivi

Mario Draghi è sempre più deciso del fatto che una riforma del catasto sia ormai assolutamente necessaria, braccio di ferro con Matteo Salvini che è contro.

La riforma del catasto è assolutamente necessaria e si farà, queste le parole del premier Mario Draghi.

L’archivio degli immobili italiani ha necessità di essere aggiornato, aggiornare le rendite catastali e mappare il parco immobiliare garantirà maggiore trasparenza facendo emergere gli abusi edilizi che anno avuto luogo dagli anni 80 ad oggi.

Draghi ha inoltre tenuto a precisare che la riforma del catasto non comporterà un aumento delle tasse.

Le parole del presidente del Consiglio però non sembrano funzionare con le forze politiche di maggioranza che continuano ad alzare i toni, è soprattutto il centrodestra che nelle ultime votazioni sul tema ha rischiato di far cadere tutto salvandosi per soli due voti.

Insomma come se già non ci fossero pochi problemi come il caro energia, la gestione della guerra in Ucraina, a questi dunque si vanno ad aggiungere due scogli da dover rimuovere, la riforma del catasto e la riforma fiscale, con Mario Draghi stanco di farsi tirare dalla giacchetta dai partiti.

Riforma catasto: braccio di ferro Draghi Salvini

L’ultimo incontro tra Draghi ed il centrodestra, avvenuto in data 13 aprile,  in cui si è parlato dei due temi caldi che agitano l’esecutivo, riforma del catasto e riforma fiscale, è stato definito positivo.

Draghi e le forze politiche infatti pare abbiano trovato una serie di punti di incontro in attesa di un nuovo faccia a faccia.

Tra i punti più importanti grazie al quale si è potuta stabilire una base su una discussione comune c’è sicuramente l’approvazione lo scorso ottobre dell’art.6  in cui viene stabilito che un adeguamento delle rendite catastali non contribuirà ad un aumento delle basi imponibili del tributi.

Nonostante tutto è la Lega a fare muro ed a chiedere maggiori rassicurazioni per il 2026, anno in cui la riforma entrerà in vigore.

Salvini è infatti convinto che con l’entrata in vigore sarà attuata una fiscalità che vedrà aumentare le tasse sulla casa.

Riforma catasto: c’è il nodo “mappatura” da sbrogliare

Ed è compito ancora del presidente Draghi fare il direttore d’orchestra, armonizzando i dissensi tra forze politiche e Ministero dell’Economia nell’ambito della riforma del catasto.

Chiamati in causa i tecnici del ministero dell’Economia che insieme ai partiti stanno modificando il testo della riforma riguardo vari aspetti.

Il punto di partenza ed il primo nodo da sciogliere è sicuramente quello della mappatura degli immobili, senza i valori di mercato, ma anche senza stralci, viene precisato. 

Stesso lavoro vine fatto anche dal centrodestra impegnato a produrre bozze di riformulazione della delega fiscale.

Tra i punti sui quali si concentra il focus dei partiti sistema duale e mappatura immobili.

Il prossimo incontro per fare nuovamente il punto della situazione è previsto dopo Pasqua,

Riforma catasto: Salvini soddisfatto, ma vuole più garanzie

Rispetto ai primi incontri i leader Matteo Salvini (Lega nord) e Antonio Tajani (Forza Italia), sembrano soddisfatti del punto al quale si è giunti nell’ultimo incontro tenutosi con Ministero dell’economia e Presidente del Consiglio.

Il leader della Lega Salvini più volte criticato per essersi messo di traverso in molte delle ultime misure votate dal Parlamento ci ha tenuto a ribadire che non è assolutamente sua intenzione far cadere il Governo, parole pronunciate per un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.

Salvini ci ha inoltre tenuto a precisare come per la Lega è di assoluta importanza che la futura riforma del catasto non porti ad un aumento delle tasse sulle casa.

C’è da dire che ormai ogni tema diventa un’opportunità per fare campagna elettorale, voci di corridoio parlano di un Mario Draghi pronto a fare le valige già in estate completamente spazientito dalla scarsa collaborazione delle varie forze politiche rispetto ai temi ritenuti di cartello.

Ultimamente sono stati diversi i battibecchi tra l’esecutivo ed i vari partiti di maggioranza intorno a temi come l’aumento della spesa per il riarmo, delega fiscale e riforma del catasto.

Riforma catasto: Salvini, “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”!

Tornando all’oggetto dell’articolo e cioè la riforma del catasto, il nuovo spot di Salvini che riecheggia giornalmente nelle stanze di palazzo Chigi oltre che in tutti i media, tv e giornali è “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani!”

Per molti questa affermazione viene percepita com un vero e proprio slogan elettorale.

Lo slogan di Salvini fa riferimento alla prossima riforma del catasto che come fanno notare in Parlamento entrerà in vigore non prima del 2026, fra ben 4 anni!

Le parole del leader della Lega risultano fuori luogo visto che nei 4 anni a venire saranno altri i temi che potrebbero portare un aumento delle tasse come le conseguenze della guerra, la pandemia, e non la riforma del catasto sulla quale c’è l’articolo 6 a garantire il blocco dell’aumento delle imposte, di seguito un punto chiave dell’articolo in questione:

“Non si registrano effetti di natura finanziaria sul lato delle entrate, stante la prevista invarianza della base imponibile dei tributi, la cui determinazione continuerà a fondarsi sulle risultanze catastali vigente”.

Riforma del catasto in sintesi: cosa cambierà

La riforma del catasto mira a modernizzare gli strumenti di controllo dell’intera parco immobili italiano oltre che ad integrare informazioni all’interno del catasto relative a fabbricati di tutto il territorio nazionale, tutto questo a partire dal 1 gennaio 2026.

In pratica Draghi vuole modernizzare il catasto fermo agli anni 80, una riforma digitale entro i prossimi 4 anni.

Con la digitalizzazione infatti processi, circolazione di documenti tra gli uffici dei Comuni e l’Agenzia delle Entrate diventerebbe più veloce e fluida.

L’obiettivo è quello di far diventare il catasto più efficiente oltre che di far emergere tutti gli abusi edilizi degli ultimi 40 anni, è il caso di terreni agricoli accatastati come edilizi, o aumenti di cubatura di abitazioni e fabbricati mai censiti.

La riforma inoltra prevede un adeguamento della rendita catastale, per ogni immobile dovrà essere determinato anche il valore patrimoniale  rispetto ai nuovi valori di mercato.

In pratica ogni immobile sarà dotato di due valori, quello di locazione e quello relativo alla vendita.

Non solo, tra le novità anche l’unità di misura che non sarà più il vano catastale bensì il metro quadro.

Riforma catasto: l’imu e l’Isee aumenteranno?

Premesso che il presidente Mario Draghi ha confermato che una futura riforma del catasto non comporterebbe un aumento delle tasse sulle  casa, ipotizziamo e simuliamo al contrario come potrebbe aumentare l’Imu di fronte all’aggiornamento delle attuali rendite catastali degli immobili italiani.

Per far ciò ci avvaliamo della simulazione eseguita dalla Uil, lanciando un allarme a tutti i possessori di seconde case, se l’aggiornamento delle rendite catastali si dovesse ripercuotere sul calcolo dell’ Imu ( e onestamente non se ne capisce come potrebbe non avvenire), l’imposta sulla casa aumenterebbe del 128%.

In pratica un contribuente che oggi paga per la sua seconda casa a 869 euro si troverà a pagare 2.049 euro!

Per quanto riguarda l’Isee, invece, una prima casa passerà da circa 23 mila euro a oltre 98 mila, con un aumento del 319%.

Anche chi possiede solo una casa, dunque, sarà penalizzato, ad esempio per l’ottenimento di bonus e agevolazioni su base Isee.

Ancora parecchi aspetti dunque da chiarire su una riforma catastale che è ormai in calendario da 20 anni, ma che ancora nessun governo è riuscito mai ad approvare.

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