2 step necessari da seguire, se vuoi abilitarti al rilascio del visto di conformità

L'apposizione del visto di conformità è necessario su alcuni specifici documenti. Ma come si devono abilitare i professionisti al suo rilascio?

Durante gli ultimi tempi, in relazione ai bonus edilizi e alle comunicazioni della cessione del credito, si è sentito molto parlare del visto di conformità.

Ma cos’è il visto di conformità e a cosa serve? Si tratta di uno strumento di controllo che si è reso necessario applicare per evitare truffe nell’ambito di utilizzo dei crediti. Infatti, si stavano verificando non pochi tentativi di frode e truffe, soprattutto legati alla cessione del credito

Ma oltre a cercare di evitare tentativi di truffa, il visto di conformità si presta anche come valido strumento garante del rispetto di regole e adempimenti tributari.

Più che concentrarci sui bonus edilizi, in questo articolo spiegheremo cos’è il visto di conformità, a cosa serve, da chi viene rilasciato e, soprattutto, su quali documenti è obbligatorio. Naturalmente, spiegheremo quando risulta obbligatorio e perché e chi sono i professionisti abilitati che possono rilasciarlo.

Visto di conformità: cos’è e da chi viene rilasciato

Definito anche con il nome di visto leggero, il visto di conformità è stato introdotto molti anni fa, con il Decreto legislativo n. 241/1997.

Abbiamo già anticipato che si tratta di uno strumento con funzioni di controllo formale.

Per spiegarci ancora meglio, apponendo il visto di conformità, il professionista abilitato va ad attestare che i dati scaturiti dalle dichiarazioni vadano a coincidere con la documentazione e con le scritture contabili, ma soprattutto che corrispondano alle disposizioni fiscali sugli oneri deducibili e detraibili.

Il visto di conformità, pertanto, a cosa serve? Innanzitutto, permette di garantire ai contribuenti la correttezza degli adempimenti tributari; va a semplificare le procedure legate ai rimborsi Iva e, infine, permette all’Agenzia delle entrate di selezionare i controlli.

Ma come abbiamo anticipato, il visto di conformità serve anche come strumento di contrasto ai tentativi di truffa. Infatti, l’apposizione del visto di conformità serve anche a contrastare i tentativi di compensazione dei crediti inesistenti.

Su quali documenti è necessario apporre il visto di conformità

L’apposizione del visto di conformità è obbligatoria su alcuni specifici documenti, per adempiere agli obiettivi di cui abbiamo parlato in precedenza.

Quali sono questi documenti? Innanzitutto, è obbligatorio in caso di presentazione del Modello 730 e nell’esecuzione del rimborso di un credito Iva, quando questo supera i 30.000 euro.

Il visto di conformità è necessario anche nel caso di compensazione orizzontale dei crediti Iva, quando il loro importo supera i 5000 euro. 

Cos’è la compensazione orizzontale? Si tratta di un tipo di compensazione che si applica quando il credito si utilizza per compensare un debito di imposte di altra natura.

Dopo questa breve parentesi, ritorniamo a parlare dei documenti sui quali è obbligatorio apporre il visto di conformità. Si deve apporre, infine, come si legge sul Memorandum ad uso dei professionisti, pubblicato dall’Agenzia delle entrate:

“[…] per la compensazione dei crediti relativi alle imposte sui redditi e alle relative addizionali, alle ritenute alla fonte […], alle imposte sostitutive delle imposte sul reddito e all’imposta regionale sulle attività produttive, per importi superiori a 5.000 euro annui, relativamente alle singole dichiarazioni dalle quali emerge il credito”.

Quanto costa apporre il visto di conformità

Passiamo, adesso, ad un argomento per alcuni versi “dolente”: quanto costa il visto di conformità? Naturalmente, non si tratta di una documentazione che viene rilasciata gratuitamente.

Con l’introduzione dell’obbligo di apporre il visto di conformità anche per i bonus edilizi, o detti anche bonus casa, le richieste di questo documento si sono moltiplicate.

Il costo del visto di conformità è variabile in relazione al tipo di adempimento per il quale si deve apporre; non c’è, quindi, un costo fisso.

Pertanto, l’Associazione Nazionale dei Commercialisti ha reso noti quali sono gli onorari consigliati per l’apposizione del visto di conformità per quest’anno.

Ma, ovviamente, ci sono molte variabili da considerare

Pertanto, quel che si consiglia è informarsi sui costi direttamente dal professionista abilitato scelto per l’apposizione del visto di conformità. Chi sono i professionisti abilitati? Ne parleremo nel prossimo paragrafo.

Professionisti abilitati: 2 step necessari da seguire, se vuoi abilitarti al rilascio del visto di conformità

Un ultimo aspetto importante da trattare, riguarda i soggetti abilitati al rilascio del visto di conformità. Ci sono, infatti, alcune considerazioni che è bene fare, anche per non incorrere nel rilascio di visti di conformità non corretti. Per quale motivo? Non tutti i professionisti che andremo qui di seguito ad elencare possono apporre il visto di conformità, in quanto è necessario anche rispettare alcuni requisiti:

  • Professionali;
  • Di onorabilità;
  • Di moralità.

Si tratta di tre requisiti imprescindibili che garantiscono il rispetto delle norme fiscali sia al contribuente sia all’Erario.

Chi sono, quindi, i professionisti abilitati? Possono apporre il visto di conformità i consulenti del lavoro, i dottori commercialisti, gli esperti contabili, i responsabili dell’assistenza fisale dei CAF e gli iscritti come periti alle Camere di commercio. Quest’ultima categoria, però, non può rilasciare e apporre il visto di conformità sul 730.

Ci sono ben altri requisiti che i professionisti abilitati devono avere, oltre ai tre elencati poc’anzi. È necessario il possesso della Partita Iva e l’abilitazione ad utilizzare i servizi telematici Entratel dell’Agenzia delle entrate. 

A proposito della Partita Iva, leggi anche il seguente articolo pubblicato sul sito Trend Online: Aprire la Partita IVA: come fare? Ecco una breve guida!

Cosa devono fare i professionisti abilitati per esercitare l’apposizione del visto di conformità? Devono seguire due step: è necessario trasmettere una comunicazione all’Agenzia delle entrate e allegare alcuni documenti

Vediamo, intanto, quali informazioni devono essere inserite nella comunicazione. Devono essere indicati, per esempio, i dati anagrafici, la Partita Iva, il codice fiscale e i requisiti professionali, il domicilio e luoghi dove si esercita l’attività professionale e così via.

Passando alla documentazione da allegare, è necessaria:

  • Una copia della polizza assicurativa;
  • Una dichiarazione attestante l’assenza di provvedimento di sospensione del proprio ordine professionale;
  • Una copia del documento di identità;
  • Una dichiarazione attestante la sussistenza di alcuni determinati requisiti.

Per trovare tutti i documenti necessari, a partire dalla comunicazione fino all’autocertificazione, si consiglia di consultare il sito dell’Agenzia delle entrate, alla seguente pagina.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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