Chiara Francini ha copiato il suo monologo? Per alcuni è imitazione un’altra famosa opera

Il monologo di Chiara Francini, sui tormenti di una donna riguardo alla maternità, potrebbe essere copiato da una precedente opera italiana.

La quarta serata del Festival di Sanremo, venerdì 10 febbraio, ha visto protagonista Chiara Francini, attrice e scrittrice fiorentina che, insieme a ironia e spontaneità, ha portato sul palco anche un sentito momento di instrospezione, con un monologo sulle sfide della maternità mancata.

Ma c’è chi ha percepito la somiglianza con un’altra opera italiana, di una ben nota e autorevole scrittrice. Si tratta di una copia, una citazione o solo di una coincidenza di temi?

Il monologo di Chiara Francini a Sanremo 2023

Nelle vesti di quarta co-conduttrice al fianco di Amadeus e Gianni Morandi, il 10 febbraio 2023 è arrivata all’Ariston Chiara Francini. Ha portato la sua esuberanza e il suo spirito frizzante, ma nel suo monologo ha affrontato un tema ben meno leggero.

Dopo gli abiti denuncia di Chiara Ferragni, anche Chiara Francini ha voluto dare espressione a un aspetto della vita delle donne, spesso tenuto nascosto e trascurato: l’assenza della maternità, per decisione personale o per froza maggiore.

In un sentito monologo, con un’importante componente autobiografica, Chiara Francini ha messo in luce le riflessioni che potrebbero attraversare la vita di qualsiasi donna. Con la semplice domanda “E io?” ha aperto la voragine di ansie e tormenti che una donna vive in relazione alla maternità, tra scelte personali, pressioni sociali e vicissitudini naturali.

Qualcuno ha visto una citazione di temi già affrontati da una famosa scrittrice italiana, che alla tematica dell’assenza di un figlio nella vita di una donna si era già accostata con sentita crudezza.

Il monologo è copiato da un’opera precedente?

L’opera di cui si parla è Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci. In questo libro del 1975, come ha fatto anche la Francini sul palco, la scrittrice si rivolge a un bambino ancora immaginario.

Nel monologo del libro, una donna non meglio identificata affronta una serie di interrogativi e i timori che sorgono riguardo al dare alla luce un figlio in un mondo violento e ingiusto.

Si tratta certamente di un tema comune, che Chiara Francini ha scelto di presentare su un palco di tale risonanza per dare voce e in qualche modo un sostegno anche a quelle donne che si sentono sbagliate proprio per la mancanza di un figlio.

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